Curata da Chiara Vorrasi, è in corso al Castello Estense di Ferrara la personale dello scultore prediletto dal poeta esteta Gabriele D’Annunzio: Arrigo Minerbi (Ferrara, 1881 – Padova, 1960). Per Vittorio Sgarbi «Paragonabile ad Antonio Canova», spirito nervoso, agile, moderno, capace di farsi interprete delle tendenze liberty e del classicismo novecentesco, Minerbi ha conosciuto negli anni Venti e Trenta del Novecento una grande notorietà, tanto da essere annoverato dalla critica «Tra i maggiori del nostro tempo», per «Altezza d’ispirazione, potenza creativa e sapienza tecnica». Intitolata Arrigo Minerbi: il “vero ideale” tra liberty e classicismo, la mostra punta a riportare luce su questo scultore che, dalla seconda metà del Novecento, ha cominciato a perdere di interesse, fino a rimanere nell’ombra.
La fama di Arrigo Minerbi fu ufficialmente consacrata nella sala monografica della Biennale di Venezia del 1932, dove trovò ispirazione in un solido classicismo e nei miti rilanciati nell’ideologia fascista che si stava diffondendo in quegli anni. La popolarità che le vestigia greco-romane hanno negli anni Trenta del Novecento risponde a un sentimento diffuso di nostalgia di una perduta età dell’oro, in cui gli artisti si rifugiano. Tra gli obiettivi del progetto vi è la valorizzazione del patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara: la mostra consente al pubblico di ammirare una selezione del vasto fondo di opere dello scultore custodito nelle raccolte civiche museali. Prima di accedere alle sale espositive il percorso prevede la visita per le stanze archeologiche delcastello, percorrendo le prigioni, la loggia e la Torre dei Leoni.
Suddivise in sezioni, le opere di Minerbi sono accompagnate da opere pittoriche e sculture di altri maestri italiani, esponenti del Simbolismo, Realismo magico, Novecentismo e arte monumentale quali Gaetano Previati, Leonardo Bistolfi, Adolfo Wildt, Galileo Chini, Ercole Drei, Felice Casorati, Ubaldo Oppi, Mario Sironi, Antonio Maraini, Achille Funi. Le ricerche che hanno preceduto la realizzazione della mostra hanno infatti rivelato evidenti intersezioni e contatti tra gli artisti dell’epoca sopracitati, riuniti nella mostra e divisi per tematiche.
Arrigo Minerbi: il “vero ideale” tra liberty e classicismo è infine un’occasione per riscoprire gli interventi minerbiani disseminati per la città di Ferrara, tra le quali si ricordano opere pubbliche come la Vittoria del Piave nella Torre della Vittoria (1924) e il gruppo allegorico Il Po e i suoi affluenti della Fontana dell’Acquedotto (1932). O ancora le affascinanti testimonianze della produzione legata alla committenza privata, da Villa Melchiorri (1904), al monumento funebre di Pico Cavalieri presso il Cimitero Ebraico (1923), appena restaurato a cura del Comune di Ferrara in collaborazione con il Ministero della Cultura-Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio e la Comunità Ebraica.
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