Fascicoli del maxiprocesso 1986-1987, Corleone, Palermo, 2012
Negli spazi del polo museale della Castiglia di Saluzzo (Cuneo) fino all’8 gennaio 2023 la Fondazione Garuzzo ospita la totalità delle immagini del lavoro fotografico di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo “Corpi di Reato. Un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia Contemporanea”, in occasione del decennale dall’inizio del progetto. La mostra, a cura di Alessandro Carrer con la co-curatela di Clemente Miccichè, è prodotta in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea-MUFOCO.
Rosalba Garuzzo, Presidente della Fondazione, narrando l’evolversi del lavoro fotografico ha dichiarato: «Il progetto è per sua tematica in continuo divenire e la Fondazione Garuzzo, insieme al Comune di Saluzzo, sta collaborando con i tre autori per sostenerne la prosecuzione».
«Una rassegna di scatti che – ha aggiunto il Sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni – raccontano episodi singoli, emblematici, e che sono anche piccoli tasselli di una composizione generale, di un fenomeno più ampio. Le fotografie della mostra “Corpi di reato” ci permettono di svelare aspetti particolari e magari meno noti dei fenomeni mafiosi a livello italiano. Ancora una volta, le proposte della Fondazione Garuzzo in città ci permettono di indagare la quotidianità attraverso l’arte, in particolare proprio le arti visive e ci chiedono di non essere indifferenti, di approfondire la nostra conoscenza».
«Ogni scatto – hanno spiegato gli organizzatori – cela un episodio diverso, piccolo o grande, della storia dei fenomeni mafiosi contemporanei. Si tratta di scelte meditate, di eventi e di luoghi. Le immagini dei tre autori sono lontane da ogni forma di spettacolarizzazione, nulla hanno a che vedere con la violenza e il male che il senso comune associa alle azioni della criminalità organizzata. Piuttosto, vengono mostrati paesaggi, luoghi, scorci, e la visione che da essi è possibile avere, lo stesso punto d’osservazione che ebbero i protagonisti. Il registro di “normalità” che pervade il lavoro è efficace nel mostrare e raccontare l’invisibilità̀ dei fenomeni mafiosi contemporanei, assai meno rumorosi rispetto agli scorsi decenni, ma non meno radicati nella vita del Paese, perché sempre più si celano alla vista dell’opinione pubblica ed evitano le manifestazioni più drammatiche in favore di una strategia contraddistinta dal basso livello di tensione».
«Le fotografie non paiono denunciare alcunché, sono luoghi come tanti, sparsi nelle province o nelle piccole città lungo tutto il territorio italiano: nascondono invece la traccia indelebile di traumi e crimini perpetrati dalle organizzazioni criminali, ma è una traccia che non si concede allo sguardo, si nasconde dietro le recenti e multiformi strategie dell’agire mafioso. Il paesaggio diviene elemento di prova, strumento o provento di un crimine, ovvero corpo del reato».
«Esistono multiformi e profonde connessioni tra il lavoro dei tre artisti e la storia e la struttura dell’architettura interna ed esterna della Castiglia che ospita la mostra. La Castiglia ha svolto la funzione di carcere fino al 1992 con la presenza, anche, di alcuni detenuti legati alla criminalità organizzata; oggi, per non dimenticare ospita il Museo della Memoria Carceraria. Saluzzo ha da sempre un forte legame con la lotta alle mafie grazie al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato a Saluzzo, e a lui ogni anno viene dedicato un commosso ricordo, quest’ anno ancora più sentito visto che ricorrono i 40 anni dall’attentato che gli costò la vita e che aprì una delle pagine più dolorose del nostro Paese. La scelta di una mostra così forte e particolare è anche un omaggio alle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di cui quest’anno ricorrono i trenta anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio».
Durante il periodo espositivo verranno organizzati eventi di approfondimento, incontri e presentazione di libri sul tema, visite guidate.
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