
Correva il 1932 quando l’industriale Davide Campari – presentando al mondo il primo aperitivo monodose “pronto da bere” – ebbe la geniale intuizione di coinvolgere l’esponente di punta del Manifesto sull’Arte Pubblicitaria Futurista, Fortunato Depero, dando così origine alla stagione del prodotto artistico come «Non puro, disinteressato o spirituale, bensì utilitaristico e ideologizzato».
La bottiglietta del Campari Soda, giunta a noi col suo design unico e senza etichette, è infatti la concreta messa in atto di quelle “moderne” strategie commerciali che vedono le aziende rivolgersi agli artisti col fine di potenziare la propria comunicazione. E chi se non il precursore di «un’arte potentemente pubblicitaria» poteva essere il miglior ingaggio per realizzare il sogno di qualsiasi marketing manager?
Dunque, man mano che l’arte si faceva sempre più geometrica e dinamica, Campari abbracciava la “Red Passion” di Depero, portando il marchio a un punto di svolta e d’avanguardia.
Il maestro Fortunato Depero con i suoi manifesti coloratissimi e con la sua bottiglietta in vetro smerigliato a forma di calice rovesciato, rese Campari talmente riconoscibile da stimolare nuove strategie di seduzione del pubblico. Una collaborazione in grado di entusiasmare e portare “contenuto e contenitore” sullo stesso livello. Attraverso le sue “assetate” marionette sedute al bancone, gli slogan pubblicitari, i formidabili arredi dalle geometrie definite, gli oggetti di merchandising e liriche in movimento, Depero legò indissolubilmente la fama del marchio al mondo delle arti visive.
Oggi, in occasione dei 130 anni dalla nascita di Fortunato Depero, la Galleria Campari – quale museo aziendale recentemente ristrutturato da Mario Botta – vuole rievocare il fortunato e proficuo sodalizio professionale, dedicando all’artista una mostra monografica dal titolo “Depero Campari – Il bianco e nero a colori”.
La mostra – allestita nella sede di Campari a Sesto San Giovanni e visitabile fino al 21 dicembre prossimo – propone in toto la storia di un piano d’azione e di collaborazione riuscito, dalla famosa bottiglietta trasparente, il cui liquido fa da pigmento caratterizzante del marchio, ai documenti inediti conservati nell’Archivio Campari.
L’omaggio all’artista prende vita già nel titolo scelto per la mostra. Al primo piano della Galleria è possibile ammirare sei nicchie, con le sei grafiche più rappresentative di Depero incorniciate da specchi che permettono di esperire le opere attraverso riflessi e giochi onomatopeici. Il percorso espositivo continua tra gigantografie parietali, prestiti museali, slogan geniali come Quadro pubblicitario – Non cartello e riproduzioni in scala di opere mai realizzate. Infine, ad animare la mostra intervengono luci e video proiettori. Uno spazio immersivo composto di campiture in bianco e nero, linee dritte e a zig zag su diversi piani, che ci mostrano il caso “Depero-Campari” come qualcosa di emblematico, sia nel campo della storia dell’arte del XX secolo che in quello della comunicazione.
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