Daniel Faust, Prom 1973, 1973, Courtesy Norma Mangione Gallery and the artist
Il 2 novembre 2023 la galleria Norma Mangione ha inaugurato la mostra collettiva Ghost Track, l’atto conclusivo della sua attività, visitabile fino al 22 dicembre 2023. Come una traccia fantasma, la mostra si configura come una sperimentale e intima selezione di opere appartenenti agli artisti che hanno condiviso insieme la prospera storia della galleria. In genere la ghost track è una sorpresa inaspettata inserita alla fine dei cd, che si presenta come una versione alternativa di brani già esistenti o un’anticipazione di tracce future. In una maniera simile la mostra annuncia la chiusura della galleria e la sua riconversione in Archivio Salvo, dedicato alla produzione dell’artista italiano che ha vissuto e lavorato a Torino.
La galleria debutta nel 2009 con Stolen Thunder, la prima mostra personale in Italia dell’artista Ruth Proctor (Uk, 1980). Ispirato dalla drammaturgia di John Dennis (USA, 1961) inaugura spettacolarmente con una riflessione sul significato di mise en scène e di potenza evocativa dell’artificio. Oggi, l’ultima opera di Proctor esposta nello spazio espositivo di Norma Mangione è Solar power (2023), una serie di cianotipie di acqua in movimento, quasi a simboleggiare il continuo fluire della vita. Accanto, Untitled (2022) di Anita Leisz (Austria, 1973) è un quadro dalla liscia superficie nero corvino smaltata dall’antica fabbrica austriaca RIESS. L’opera, in bilico tra elemento scultoreo e pittorico, diventa come un contenitore riflettente dello spazio adiacente. Apparentemente perfetta, la superficie è composta da irregolarità che rendono il prodotto unico, offrendo una riflessione oltre l’apparenza delle cose.
Untitled (2023) è anche il nome della scultura di Francesco Barocco (Italia, 1972), il profilo in gesso di una testa dell’iconografia classica parzialmente colorata di nero, dai lineamenti decisi e dallo sguardo malinconico, applicato su un’asse di legno chiaro. La sala ospita, ancora una volta, Passepartout #4 di Francesco Pedraglio (Italia, 1977), uno dei disegni a tecnica mista della mostra precedente intitolata Stanze viste dall’alto, l’ultima personale presentata dalla galleria.
Berd Ribbeck (Germania, 1974) è ricordato con due suoi caratteristici dipinti minimalisti su legno dalle forme geometriche colorate che richiamano ornamenti architettonici così come mandala psichedelici. Le fotografie di Raphael Danke (Germania, 1972), appartenenti a Untitled (2009-2020), sono suggestive e pluridimensionali fotografie Durchfotografien, tratte da pagine di riviste che catturate in controluce creano dei giochi di contrapposizione tra le due differenti immagini stampate fronte e retro. Giochi ottici che diventano fluide composizioni di differenti soggetti.
Sagome (Pebbles) (2022) è l’opera pittorica di Stefanie Popp (Germania, 1974), una matrioska di gatti dai colori contrastanti lascia perplesso l’osservatore che cerca di trovare una correlazione tra il dipinto e il gioco apparentemente illogico del titolo tradotto in “sagome/ciottoli”. I gatti sembrano graffiti rupestri e trasportano nella dimensione magica dell’arte. La prima sala si conclude con Orbbot (2017) di Micheal Bauer (Germania, 1973), un dipinto sperimentale libero da forme ben definite. Si intravedono degli occhi e delle mani stilizzate, in un groviglio suggestivo di colori.
La seconda sala della galleria, quella più interna, racchiude come uno scrigno le fotografie in bianco e nero Untitled (1967-1997) di Viktor Kolar (Repubblica Ceca, 1941), particolari frammenti di tempo e spazio catturati dall’occhio vigile del fotografo. Nel muro di fronte l’opera Prom (1973) di Daniel Faust (Usa, 1956) è composta da fotografie d’archivio che raccontano il ballo di fine anno americano, come un’analogia diventano il lavoro perfetto conclusivo della storia di Norma Mangione Gallery. Incerte e innaturali figure in posa si fanno ritrarre con la speranza di ricordare quel momento, il culmine di un percorso importante. Infine un quadro di Salvo (1947-2015) in cui i suoi idilliaci colori dalle tinte pastello sanno trasformare la ciminiera di una fabbrica che sbuffa al tramonto in un paesaggio morbido e suggestivo. Accanto alla fabbrica una nave ancorata al porto sembra in attesa di ripartire per un nuovo viaggio.
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