Categorie: Mostre

Metamorfosi della maschera: 20 artisti in mostra alla Gallery of Art di Roma

di - 14 Ottobre 2021

“Hide ‘n Seek”, la mostra curata dall’artista e docente Veronica Montanino con Shara Wasserman, declina un tema antico come quello della maschera e del camouflage. Una questione mai definita e, tutto sommato, neppure definitiva, se ancora oggi resta valida e offre spunti di riflessione artistica anche ai più giovani. La selezione di artisti, tra cui la stessa Montanino con Bankeri, Matteo Basilè, Elena Bellantoni, Gadea Burgaz, Matt Dillon, Mauro Di Silvestre, Pablo Echaurren, Auriea Harvey, Elia Haine, Ali Kichou, Felice Levini, Franco Losvizzero, Alberto Montorfano, Lulù Nuti, Luigi Ontani, Luana Perilli, Virginia Ryan, Alice Schivardi e William Villalongo, è infatti estremamente eterogenea per generazioni, provenienze, approcci e poetiche differenti. Di conseguenza, la visione su questa pratica rituale, che affonda le sue origini in epoche lontanissime, è quanto mai caleidoscopica. Fino al 20 ottobre è possibile inoltrarsi nelle sale della Gallery of Art della Temple University Rome, uno spazio pensato come un museo etno-antropologico effimero, tra decine di opere, istallazioni e video e cogliere il senso di questa indagine a 360° gradi che, nonostante impronti nelle più varie accezioni le culture di ogni tempo – si pensi, banalmente al Carnevale di Rio o ai raduni cosplay, fino all’influenza delle maschere africane per la nascita del Cubismo – è più specificatamente nelle pratiche artistiche dell’arte visiva che «La maschera diviene cifra di una metamorfosi e dimensione cangiante dell’essere», sia esso vivente, umano, animale o vegetale.

Si tratta di un’operazione di sconfinamento, disallineamento delle pratiche artistiche che camuffano, celano una realtà ordinaria mentre ne svelano un’altra che lungi dall’essere poco comprensibile, esprime la sua essenza più pura nella multiformità dell’universo creato dalla natura e dall’arte. Un procedimento, quello artistico, che cammina di pari passo con la natura. Molte sono le suggestioni immaginifiche che la mostra inscena e molte le questioni che pone: qual è il limite tra l’essere umano, l’arte e le forme della natura? Cos’è la natura? Che significati dare alle coperture del viso, oggetti che raramente assumiamo per scelta. Si pensi alle donne costrette da una religione che le ingabbia dietro ai burqa o alle nostre mascherine da Covid-19.

Sono domande che interrogano da sempre l’arte e la cultura. Anche oggi. La mostra è un tentativo di dare risposte diverse, arrivare a un punto e ricominciare a chiederselo. Soprattutto adesso che la maschera è diventata l’oggetto di una furiosa discussione a metà tra ideologia, ipocrisia economica e crisi valoriale dettata dall’idea sempre più vincente che si riassume nel concetto di “capitalocene”.

Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi  nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi.   Gli articoli di Anna su Exibart.com

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