Michel Auder, Red Kiss, 2002, photo print, 35 x 50 cm
Rise and Fall alla Galleria Fonti di Napoli si presenta come un dispositivo narrativo complesso in cui desiderio, intimitĂ e percezione diventano materiali tangibili, plastici. Il punto di avvio â il presunto ritrovamento di disegni erotici di Sergei Mikhailovich Eisenstein (1898â1948), poi riconosciuti come stampe â non è un aneddoto marginale ma il primo slittamento che struttura lâintera mostra: un cortocircuito tra autenticitĂ e illusione, tra ciò che si crede di vedere e ciò che realmente si osserva. Prende cosĂŹ forma unâesposizione che indaga la potenza generativa dello sguardo, la sua capacitĂ di aprire varchi tra attrazione e caduta, desiderio e perdita, intimitĂ , rappresentazione, resurrezione.
In un dialogo continuo e galoppante, insistente tra le due sale aperte della galleria, i lavori di GavilĂĄn Rayna Russom occupano uno spazio introduttivo. Nati come appunti visivi tra il 2004 e il 2012, non organizzano un percorso lineare ma un flusso di ricordi e pulsioni idealmente archiviati. Russom sperimenta il disegno come metodo di ascolto del sĂŠ, come strumento per dare forma alla complessitĂ del proprio vissuto in un momento di trasformazione personale. La fluiditĂ di genere, la sessualitĂ , lâerotismo, il BDSM emergono come temi non ancora stabilizzati, tratteggiati nella loro dimensione germinale e incerta. Lo sketchbook diventa luogo di svelamento ma anche di protezione dellâintimitĂ dei propri ricordi, un laboratorio in cui lâimmagine non illustra ma accompagna, in cui lâatto grafico ha modo di divenire al contempo pratica politica e affettiva.
La sensualitĂ prende una piega sorprendente con gli Erotic Watercolors di Hans Schärer dipinti tra gli anni Sessanta e Ottanta. Qui lâerotismo non seduce nĂŠ scandalizza, piuttosto gioca, teatralizza. Le figure femminili, ampie, vitali, spesso gigantesche rispetto alla scena, dominano con autorevolezza ironica, mentre gli uomini â piccoli, buffi, marginali â diventano strumento di un racconto che ribalta gerarchie e immaginari fin troppo consolidati. Grazie alla leggerezza formale dellâacquerello, ai colori traslucidi e brillanti tipici degli anni Settanta, e a un tratto asciutto che ricorda i fumetti, Schärer costruisce un erotismo che è rito condiviso, spiritualitĂ carnale e soprattutto liberazione dalla rigiditĂ tradizionale dello sguardo e della posizione maschili.
Michel Auder introduce invece una dimensione di osservazione sospesa, capace di trasformare il quotidiano in un teatro silenzioso. Rooftops and Other Scenes (1986-1996) osserva New York dallâalto con la distanza paziente di chi vede senza voler possedere, catturando momenti minimi che diventano frammenti di una coreografia invisibile eppure fluida, continua. Lâartista riflette sulla responsabilitĂ dello sguardo, sul confine tra voyeurismo e partecipazione, in unâattenzione che rivela distanza e partecipazione, interrogando il limite etico tra visione e intrusione. In Pain or Pleasure e Red Kiss questa tensione si fa piĂš cruda: intimitĂ e vulnerabilitĂ sono esposte senza filtri, in una narrazione in cui eros e inquietudine si confondono fino a diventare unâunica vibrazione emotiva, rimbalzando dal video ai fotogrammi.
A chiudere e insieme cucire le traiettorie della mostra è Rise and Fall (2015) di Sam Porritt, installazione cinetica che solleva e lascia cadere una sfera in un ciclo continuo. Una metafora tanto semplice quanto precisa: la vita come successione di slanci e cedimenti, rimbalzo tra controllo e abbandono, fallimenti che preparano nuovi equilibri. I disegni dellâartista, fatti di tratti ripetuti in maniera quasi compulsiva, evocano frammenti corporei che appaiono e scompaiono, e che costruiscono per poi distruggere, come se il corpo fosse unâapparizione instabile che brama di essere riconosciuta.
CosĂŹ la mostra si dispiega come una coreografia di impulsi, cedimenti e resurrezioni, un paesaggio di intimitĂ plurali che omaggia Eisenstein non tanto nel recupero filologico quanto nello spirito: una tensione continua tra sguardo e trasformazione, nellâenergia generativa che nasce dal vedere e dal lasciarsi vedere.
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