Mario Schifano - Gianni Malabarba. Pittura e Poesia, futuristi e meccanismi 2, Ph. credits Maria Parmigiani
Di Mario Schifano si è scritto e detto molto, forse troppo: dei suoi eccessi e delle sue sregolatezze. Di Gianni Malabarba, invece, si conosce poco, un collezionista e poeta schivo, discreto, lontano dai riflettori ma vicino ai protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento. Il legame tra queste due figure, così apparentemente distanti, è al centro della mostra Mario Schifano – Gianni Malabarba. Pittura e poesia, a cura di Marco Meneguzzo, visitabile alla galleria BKV-Fine Art di Milano fino al 17 aprile 2025.
L’esposizione esplora un sodalizio artistico e intellettuale straordinario nato tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. Malabarba, raffinato intellettuale originario della Valsesia, trasferitosi a Milano, si immerse nell’effervescente scena culturale cittadina, stringendo legami con artisti del calibro di Piero Manzoni, Emilio Scanavino, Paolo Scheggi, Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani e Mario Ceroli. Il suo incontro con Mario Schifano, ancora oggi avvolto dal mistero, avvenne probabilmente grazie al gallerista Giorgio Marconi e segnò l’inizio di una passione collezionistica che lo portò ad acquisire alcune delle opere miliari dell’artista, alcune delle quali furono già esposte nella sua personale del 1974 alla Pilotta di Parma.
Il loro rapporto si configurò come un autentico scambio creativo, un dialogo tra parola e immagine che si tradusse in opere di straordinaria intensità. Malabarba inviava a Schifano i propri componimenti poetici, incoraggiandolo a reinterpretarli in chiave visiva: da questa corrispondenza nacquero le tre celebri tele emulsionate esposte in mostra. Ma il contributo di Malabarba non si limitava all’ispirazione letteraria: egli forniva a Schifano anche materiali di pregio per la produzione dei suoi lavori, come il cartoncino Schoeller Durex, un supporto raffinato, scelto con la sensibilità di un collezionista profondamente legato al mondo dell’editoria d’arte e a figure di riferimento come Vanni Scheiwiller.
Il fulcro del progetto espositivo presentato da BKV è costituito dalle sessantaquattro opere su carta inedite, provenienti direttamente dalla collezione Malabarba, suddivise in sezioni tematiche che spaziano dal Futurismo rivisitato ai Paesaggi, fino ai Progetti, alle Buste e alle Macchine. Un corpus che restituisce una visione nuova della ricerca di Schifano: meno pop e irriverente, più concettuale e poetica. Qui l’artista si svela attraverso il suo processo creativo, le sue riflessioni teoriche e il suo desiderio di sperimentazione, offrendo una prospettiva inedita sulla complessità del suo lavoro. A completare il percorso espositivo, sei stampe fotografiche dei suoi “autoritratti allegorici”, una riflessione sulla figura dell’artista che può essere associata a quella condotta negli stessi anni da Alighiero Boetti.
L’allestimento, curato da Andrea Isola, è stato pensato per esaltare il dialogo e il contrasto tra artista e collezionista: le pareti rosse risaltano il bianco delle carte, il flusso di poesie di Malabarba si incasella nelle tele programmatiche di Schifano, fino alla sagoma dell’artista che esce dall’immagine per prendere forma sul pavimento della galleria. Un allestimento che traduce visivamente il gioco di opposti descritto da Marco Meneguzzo nel catalogo della mostra: «riservatezza contro sfrontatezza, riflessione contro sbrigatività, profondità della parola contro superficie (non superficialità) delle immagini, lentezza contro velocità».
La mostra, frutto della collaborazione tra la galleria BKV-Fine Art, l’Archivio Mario Schifano e Giovanni Calamari, nipote di Malabarba, rappresenta un raffinato progetto di ricerca che illumina un aspetto meno noto dell’opera di Schifano e valorizza il ruolo fondamentale del collezionista come interlocutore attivo nella creazione artistica. A suggellare l’evento, il catalogo in edizione limitata e numerata, curato da Marco Meneguzzo, che firma anche, insieme a Monica Schifano, i testi critici del Catalogo Ragionato dell’opera pittorica 1960-1969 di Schifano, in uscita nel 2025.
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…
A Milano, dal 5 dicembre 2025, apre Ambrosius, il nuovo percorso museale della Basilica, che intreccia patrimonio storico, ricerca scientifica…