Categorie: Mostre

Il territorio magico del Drago: tutto Alessandro Mendini in mostra alla Triennale di Milano

di - 23 Maggio 2024

Chi entra nell’hangar al primo piano della Triennale di Milano viene travolto da un abbraccio visivo di grande impatto. Allineate come in un’enorme gipsoteca neoclassica, un gran numero di opere di Alessandro Mendini rende conto, in un’inedita simultaneità, della ricchezza iconologica del suo lavoro, compreso tra gli anni ’70 e la sua scomparsa, avvenuta nel 2019. Ma contrariamente a quanto accade nella scena algida e statica della gipsoteca, qui l’atmosfera è coinvolgente, multiforme, coloratissima, espressione di una visione fervida delle “cose”, che nei decenni è riuscita a sfuggire a ogni classificazione settoriale.

Lo sguardo del visitatore coglie innanzitutto la a-scalarità delle opere esposte, che vede allineati, a pari merito, gli arredi sperimentali, gli oggetti, i pannelli di natura pittorica e i modellini delle architetture (realizzate o solo ipotetiche), come in una gigantesca wunderkammer dove l’unico denominatore non può che essere l’atteggiamento anarchico dell’autore, in un sottile e imperscrutabile tensione tra generale e particolare, tra variazione e unità.

Nato nel 1931 sotto il segno del Leone, ha avuto una carriera da Drago. Ha affrontato i diversi temi dell’habitat umano evitando incasellamenti. Mentre Maldonado, Rosselli e Rogers propugnavano il “good design” come risposta a delle istanze sociali ben identificate e massificate, Mendini si astrae da ogni visione razionale. Affronta il design con piglio da artista e fa dell’arte attraverso il “prodotto”.

Foto: Delfino Sisto Legnani – DSL Studio – © Triennale Milano

La mostra a cura di Fulvio Irace e presentata da Triennale di Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini, si intitola Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini, citando la dicitura apparsa su un disegno autografo in cui lo stesso Mendini si auto-ritraeva in versione ibrida e freak, in una chiave decisamente auto-ironica (e vagamente, diciamolo, auto-celebrativa). L’allestimento cerca di dar conto, nello spazio della Triennale, proprio di quel carattere caleidoscopico della sua attività, abbondantemente documentata in vita e arricchita da elementi inediti ripescati dal suo archivio. Insomma, il regno complesso di un Drago che ha vissuta la cultura del progetto in chiave attiva, attraverso la sua produzione diretta, ma anche come hot spot delle esperienze altrui, attraverso la direzione di riviste come Domus, Casabella e Modo.

Foto: Delfino Sisto Legnani – DSL Studio – © Triennale Milano
Foto: Delfino Sisto Legnani – DSL Studio – © Triennale Milano

Egli incarna una figura intellettualmente e creativamente fluida, perfino allergica alle ideologie, con una netta preminenza della visione sul pensiero: «Bisogna emettere immagini e non ideologia: in questa restrizione disciplinare è la salvezza dell’arte di oggi […]. Credo sempre di più che si debba “dipingere” invece che “progettare”. Dipingere vuol dire, semplicemente, emettere dei segni, svolgere un libero e continuo movimento del pensiero visivo […]. Anche l’architettura o l’oggetto tridimensionale possono essere intesi come pittura, come attrezzo scenografico, come pura quinta visiva […]. Pensare a una totale decoratività del mondo significa pensare a uomini che vogliono comunicare più antropologicamente che razionalmente, tramite il mito, il segno, l’odore, l’istinto. Quando parlo di ornamento voglio dire una cosa “profonda”: nel senso che l’ornamento è un atto talmente radicato nella mente di ciascun uomo da essere la base di partenza per qualsiasi tipo di progetto». L’istinto, appunto, è la chiave delle sue posizioni anti-moderniste per le quali, in altri decenni, la critica ha fatto d lui uno degli eroi del post-moderno. Mentre il mainstream razionalista vede la casa come ambiente organizzato in senso gerarchico e funzionale, Mendini rivendica la parte simbolica dell’arredo-feticcio, come dimostrano le proposte maturate dagli anni ’70 in seno ad Alchimia.

Riletta con lo spirito attuale, la portata dell’approccio di Alessandro Mendini al “disegno” – nel senso più lato e universalistico del termine – possiede dimensioni insospettabili. Proprio per la complessità del suo percorso e della sua ricerca, egli è destinato a non avere epigoni e a non rappresentare una scuola, nonostante i suoi intrecci con un preciso e ricco humus culturale. E ciò a differenza di ciò che spesso accade in ambito artistico, che appunto è fatto di “scuole”. Mendini oggi rappresenta la matrice operativa, a maglie larghe, di quella generazione, quanto mai multiforme, di creativi che si muovono nel territorio ibrido tra arte e design, in quella zona sfumata che forse non è ascrivibile all’uno o all’altro ambito.

«Il senso antropologico del progetto va verso direzioni impure» sentenziava lo stesso Maestro. Ebbene, egli è stato – e crediamo continuerà ad essere – lo sciamano della trasversalità e della sperimentazione segnica, che pone «il valore dell’immagine al di sopra di ogni altro approccio».

Foto: Delfino Sisto Legnani – DSL Studio – © Triennale Milano

Articoli recenti

  • Attualità

La Braidense diventa set per la festa dell’Estetista Cinica: scoppia la polemica

L'Estetista Cinica organizza un party con sfilata e cena alla Biblioteca Nazionale Braidense e sui Social scoppia la polemica per…

16 Giugno 2024 11:55
  • Teatro

Il Panico di Rafael Spegelburd: la chiave dell’assurdo al Teatro Stabile di Torino

Riflessioni precarie e tutt’altro che educate su vita e morte, prendendo spunto da Hieronymus Bosch: Jurij Ferrini porta in scena…

16 Giugno 2024 8:10
  • Mostre

Francesco Balsamo, a Catania tra poesia e disegno

La Fondazione Brodbeck ospita, fino al 7 Luglio 2024, la personale dell’artista siciliano Francesco Balsamo dal titolo “L’Oro della Lontananza”…

16 Giugno 2024 0:02
  • Progetti e iniziative

Città Foresta, a Roma il festival di arte e ambiente ispirato a Italo Calvino

Si svolgerà in diverse fasi e in cinque quartieri di Roma la terza edizione del Festival Città Foresta, promosso da…

15 Giugno 2024 16:07
  • Mostre

La storia visiva del Ventennio fascista in mostra al Mart di Rovereto

Fino a domenica 1 settembre è visitabile, presso il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto, la…

15 Giugno 2024 16:04
  • Arte contemporanea

Electric Supermoon: tre installazioni di Hyun Cho in mostra a Venezia

Sino al 7 luglio 2024 sarà visitabile la personale dell’artista coreana Hyun Cho, presso la Blue Gallery di Venezia

15 Giugno 2024 14:00