Fino al 2 marzo, sarà possibile visitare alla Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis di Palermo la mostra dal titolo Attraversamenti. Il Trionfo della morte, Guernica e Crocifissione di Guttuso. Il progetto, a cura di Serena Baccaglini, Marco Carapezza e Maddalena De Luca, intende evidenziare il legame tra l’opera quattrocentesca e la raffigurazione del tema della morte in Guernica. A fare da collante in questa suggestiva lettura storico-artistica si pone la figura di Guttuso, il primo ad aver avanzato l’ipotesi di una connessione iconografica tra i due capolavori.
Al centro delle riflessioni e del percorso proposti si pone il Trionfo della morte, affresco risalente al quinto decennio del Quattrocento e originariamente eseguito per la parete meridionale del cortile interno di Palazzo Sclafani. Dal 1944, l’opera è stata staccata per ragioni di tutela, per poi essere conservata ed esposta a Palazzo Abatellis. Grazie all’allestimento del 1954 progettato da Carlo Scarpa, il Trionfo ha assunto un ruolo centrale all’interno del percorso espositivo della Galleria Regionale: l’opera, di grandi dimensioni, occupa l’intera parete absidale dell’ex cappella cinquecentesca adiacente al palazzo nobiliare. L’ampia sala, costituita dall’ultima delle tre campate e dal presbiterio della chiesa originaria, permette di godere dell’opera in tutta la sua interezza, sia dal basso che dal ballatoio del piano superiore, facendo sì che la complessità del soggetto occupi visivamente tutto lo spazio.
Nella sala antistante all’ambiente appena descritto, si svolge il resto della mostra Attraversamenti: in dialogo diretto con il Trionfo palermitano e posto frontalmente ad esso è esposto l’arazzo raffigurante Guernica. Quella presente in mostra è la seconda versione realizzata nel 1976 da Jacqueline de la Baume Dürrbach, artista francese che a partire dal 1949 si dedicò completamente alla produzione tessile, reinterpretando alcune delle opere dei grandi maestri cubisti. Tra de la Baume Dürrbach e Pablo Picasso nei primi anni Cinquanta nacque una collaborazione che nel 1955 portò il maestro spagnolo a far commissionare a Nelson A. Rockefeller la prima versione tessile di Guernica, oggi esposta nella sede ONU di New York. A completare l’esposizione, sulla parete alla sinistra dell’arazzo è esposto Crocifissione di Renato Guttuso, olio su tela presentato per la prima volta in occasione del Premio Bergamo del 1942 e nel quale confluiscono numerosi elementi visivi che richiamano al soggetto sia di Guernica che del Trionfo della morte.
La suggestione su cui si basa il progetto di mostra, suggerita in prima battuta da Guttuso, è quella che l’affresco palermitano faccia parte delle fonti iconografiche utilizzate da Picasso nella realizzazione di Guernica. Nonostante sia al momento difficile supportare con documenti oggettivi questa affermazione, sono comunque significativi gli elementi di contatto fra le due opere: la raffigurazione della testa di cavallo, posta al centro dell’impianto compositivo di entrambi i lavori; e la raffigurazione della tematica universale della morte.
A marzo del 1986, Guttuso scrisse un articolo sul Trionfo della morte dal titolo La grande eguagliatrice siciliana e pubblicato su L’Illustrazione Italiana, nel quale mise in risalto le affinità tra l’affresco e Guernica, secondo lui opera a sua volta «ispirata ai “trionfi” gotico-catalani». L’artista bagherese realizzò diversi studi sui due capolavori: in una delle due illustrazioni presenti in mostra, Guttuso ricreò un dialogo diretto fra le due teste di cavallo che, affiancato a uno degli schizzi preparatori realizzati da Picasso per Guernica, ne evidenzia ulteriormente le forti connessioni.
Il tema della morte è in tutte le opere esposte una presenza vivida, nonostante questa venga rappresentata e percepita in modi sostanzialmente differenti. Il tema iconografico del Trionfo si diffuse nelle aree franco-tedesca e alpina già dal Trecento: a caratterizzare le scene è un’accettazione fatalista della morte, percepita come una forma di giustizia, in fondo, eguagliatrice. Nel caso di Guernica, invece, la morte è una forza violenta, distruttiva, ma soprattutto innaturale e iniqua, perché umana. Guttuso, in Crocifissione, segue una direzione analoga, mettendo in evidenza la dimensione universale e atemporale del dolore. Il legame diretto fra il Trionfo della morte e Guernica percepito da Guttuso è dunque difficile da smentire o appoggiare con certezza; l’elemento unificante più forte, però, risiede probabilmente nella Crocifissione stessa. Il Trionfo palermitano resta in ogni caso un’opera che, nonostante sia avvolta da molti dubbi e misteri, è diventato fonte di numerosi rimandi iconografici e testo figurativo sorprendentemente moderno.
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