Exhibition view ©Andrea Francolini
Tre sezioni per immergersi non solo nella pratica artistica di Andrea Francolini (Milano, 1971), ma anche per esplorare culture e identità differenti dalla realtà veneziana: questo il concetto alla base della mostra Andrea Francolini. Eye2Eye, progetto a cura di Denis Curti sviluppato negli spazi delle Stanze della Fotografia, sull’isola di San Giorgio.
La rassegna presenta oltre ottanta fotografie realizzate nell’arco di un decennio, in un percorso che indaga il ritratto come esperienza di prossimità e di riconoscimento reciproco. Francolini invita lo spettatore a incontrare l’altro “occhio nell’occhio”, trasformando lo sguardo in un terreno comune di empatia e riflessione. Le immagini, realizzate in diversi contesti geografici e culturali, restituiscono la dignità, la vulnerabilità e la forza silenziosa dei soggetti, superando la distanza che spesso separa osservatore e osservato.
La prima area tematica, intitolata Eyedentify, è dedicata in particolare alla comunità transgender di Sydney, dove oggi Francolini è residente. Attraversi ritratti ravvicinati e brevi riflessioni scritte a mano dai soggetti stessi, l’artista ci pone in un confronto diretto che sfida stereotipi e pregiudizi.
Segue poi Truck Art, una serie realizzata in Pakistan, dove Francolini documenta la tradizione dei camion decorati con poesie e immagini, simboli di fortuna e protezione per chi viaggia. In questi scatti in bianco e nero, arricchiti da adesivi originali raccolti in loco, l’artista coglie e ci riporta la dignità di meccanici e autisti, trasformando il rumore del lavoro quotidiano in racconto poetico.
La terza sezione, My First School, riporta invece al progetto umanitario fondato da Francolini nel 2011 per migliorare le condizioni educative nel nord del Pakistan. Le fotografie, dominate da ombre e contrasti, ritraggono scuole prive di luce ma abitate da una luminosità diversa: quella della resilienza.
«Il lavoro del fotografo rappresenta un continuo inno alla scoperta», osserva il curatore Denis Curti. «Francolini presta la sua voce all’eco di mondi lontani, attraversando continenti e anime: dagli autisti di camion in Pakistan alle scuole nella Valle di Nagar, fino alla comunità transgender di Sydney. È un testimone insaziabile della nostra contemporaneità».
Con oltre venticinque anni di esperienza e più di duecento copertine per riviste internazionali, Francolini conferma così la propria capacità di coniugare rigore tecnico e profondità umana. In Eye2Eye, ogni fotografia diventa dunque un incontro: un riflesso dell’altro che, inevitabilmente, ci rimanda a noi stessi.
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