Photo by Alfred Eisenstaedt/The LIFE Picture Collection/Shutterstock (11937415a) Cosmos flowers at Beetlebung Corner. Martha's Vineyard, Massachusetts, 1960. Cosmos Flowers In Martha'S Vineyard, Massachusetts, USA
Tutti conoscono la sua popolarissima foto V-J Day in Times Square, del 1943, dove un baldo e giovane marine, nell’impeto della recente vittoria europea, bacia appassionatamente una ragazza (speriamo consenziente) nel corso di una festosa parata. Ma, curiosamente, pochi ricordano il suo nome, e soprattutto collegano quell’immagine all’intensità e ricchezza della sua ricerca in ambito artistico e fotografico. Oggi la mostra di Camera – Centro Italiano per la fotografia, a Torino, è l’occasione per conoscerlo meglio. Il suo nome è Alfred Eisenstaedt e, fino al 21 settembre 2025, il suo lavoro è esposto nella prima esposizione personale a lui dedicata in Italia dal 1984, accompagnato dall’omonimo catalogo di Dario Cimorelli editore.
Alfred Eisenstaedt (Polonia 1898, Stati Uniti 1995) fu uno dei fotografi di punta della rivista Life. Con il suo sguardo preciso, ironico, ma anche dolce ed elegante, attraversò tutte le contraddizioni e le meraviglie del ventesimo secolo, traducendole in immagini fotografiche spesso talmente iconiche da finire per diventare più note di lui al pubblico più vasto dei non addetti ai lavori. Il suo stile si caratterizza per la spiccata abilità nel saper cogliere la forma e la luce di momenti indimenticabili, fortemente emblematici e rappresentativi, coniugandola però con una quantità di riferimenti storico artistici. Il risultato sono, così, immagini certamente accattivanti, ma anche intense e ricche dal punto di vista culturale e della ricerca artistica e fotografica.
La mostra da Camera si snoda lungo un percorso espositivo di ben 170 scatti. Scorrono sotto i nostri occhi ritratti personaggi e scene di vita quotidiana di tutti i tipi: dalle atmosfere inquietanti della Germania degli anni Trenta ai fasti degli Stati Uniti degli anni Cinquanta, fino al Giappone post-bellico (e post-atomico) e agli sfarzi degli anni Ottanta. Moltissimi sono, appunto, i ritratti, tutti di personaggi iconici che sono resi, se possibile, ancor più indimenticabili dal tocco magico del fotografo. Ci sono da Marylin Monroe al mitico Groucho Marx, da Marlene Dietrich fino a una giovanissima Angela Lansbury (lo ricordiamo, la futura Signora in Giallo) solo per citarne alcuni. E, per non farsi mancare nulla, in mezzo ai personaggi politici, c’è persino un inquietante ritratto di Goebbels. Ma ci sono anche figure che ironizzano sul mondo delle macchine e delle tecnologie, sempre più presenti nel mondo post-rivoluzione industriale, con tocchi fantasiosi e surrealisti.
Nello scorrere degli anni e al mutare dei contesti, lo stile di Eisenstaedt appare, insomma, sempre intessuto di una leggera e intelligente ironia, che però nulla toglie alla precisa integrità estetica e all’equilibrio formale, a tratti quasi glamour (ma senza mai eccedere) delle sue fotografie. Pur radicandosi nella tradizione documentaria e di reportage statunitense, Eisenstaedt trae infatti ispirazione a piene mani anche dalla storia dell’arte, con un occhio particolare alla pittura ottocentesca e al surrealismo, vuoi artistico e fotografico.
Il frutto di tutto ciò sono immagini iconiche, pulite, ma anche piene di sfumature, capaci di gettare una luce non solo sull’apparenza esteriore e pubblica dei personaggi e ambienti o scene ritratte, ma anche capaci di alludere agli aspetti psicologici, sociali e di costume che i vari soggetti serbano in sé. A tutto ciò va aggiunta l’attenzione per l’aspetto narrativo, neanche troppo celato dagli scatti, che spesso, come il più famoso V-J Day in Times Square, paiono far intendere vere e proprie storie e racconti. Questi sembrano lasciati però intenzionalmente in sospeso, come appena accennati, per essere poi presto consegnati allo sguardo curioso e alla fantasia di spettatrici e spettatori.
La mostra è affidata alla curatela di Monica Poggi, che con questo evento conclude la sua collaborazione con Camera.
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