Paolo Pibi, Luminarium, veduta della mostra, Fondazione per l’arte Bartoli Felter
Dieci anni, per uno “sperimentatore accanito”, come si definisce Paolo Pibi, artista sardo attualmente operativo tra Milano e Torino, possono essere un arco temporale di stimoli, incursioni e meditazioni davvero sfaccettati e inattesi. Nella mostra “Luminarium”, la prima personale in Sardegna promossa dalla Fondazione Bartoli Felter presso il Temporary Storing a Cagliari, a cura di Chiara Manca, i dieci anni dal 2012 al 2022 si presentano persino nell’apprezzamento di collezionisti ed estimatori. Le oltre 30 opere esposte infatti, provengono da una selezione operata tra alcune delle più importanti collezioni private dell’isola, in molti casi inedite.
I lavori di Pibi, caratteristici per incursioni di acrilici neon e talvolta decorative cinghie di sicurezza, appaiono come multi-strati di universi: quello del mondo terrestre insieme a quello onirico o immaginifico e talvolta, persino di apocalittici territori. Il paesaggio è elemento ricorrente, e la mancanza di un protagonista, il suo attivatore di coscienze. Al chiedergli cosa o chi attendano quei paesaggi realizzati con minuzia fiamminga, Pibi spiega che il suo processo pittorico negli ultimi anni è associabile alla meditazione: “Creo lo spazio e gli elementi necessari per far sì che si inneschi l’evento. I quadri sono inviti che ti guidano verso luoghi della mente remoti, stimolano quelle corde che non vengono toccate spesso”.
Il modo di dipingere, minuzioso e ripetuto, è altresì un mezzo per un recupero inconscio di ricordi e sensazioni da imprimere sulla tela. Nel design industriale i suoi nuovi input, e nella ricostruzione e stravolgimento, Pibi sperimenta: da nuove tecniche di intelaiatura che accolgono e lasciano libero il dipinto da possibili rischi e deterioramenti, alle incisioni laser.
Per l’occasione è stato realizzato anche il primo catalogo interamente dedicato al lavoro dell’artista, con i testi e le interviste di critici, curatori, collezionisti e storici dell’arte che hanno accompagnato Pibi nel suo percorso fino ad oggi. Si aggiungono dieci cataloghi in tiratura limitata contenenti all’interno un disegno originale a penna, rilegati a mano dall’artigiana nuorese Chiara Urbani, con stampa della copertina a caratteri mobili con impressione a caldo. Un oggetto da collezione a cui Pibi ha aggiunto la sua iconica cinghia.
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