Veduta della mostra Realismi magici. Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro, Ph Mart, Edoardo Meneghini, 2025
In un clima di ritorno allâordine, nel desiderio di risollevarsi dalla distruzione della guerra, dalla metĂ degli anni Venti prende vita una nuova poetica. In Italia, come in Europa, ÂŤsi avverte ovunque la necessitĂ di rappresentare la realtĂ alludendo a sogni, misteri, incantiÂť, come osserva Vittorio Sgarbi nel catalogo della mostra. In una possibile fuga, unâarte sospesa tra realismo e incanto trasporta la percezione della realtĂ in una dimensione altra, pervasa da unâatmosfera di magia e di intensa inquietudine. Ed è in questo sentimento di immobile stupore che scaturisce la mostra Realismi Magici. Pyke Koch e Cagnaccio di San Pietro, visitabile fino al 31 agosto 2025.
A distanza di cento anni dalla nascita del termine âRealismo Magicoâ, coniato dal critico tedesco Franz Roh, il Mart di Rovereto celebra una ricerca artistica giĂ da tempo indagata nelle Collezioni del museo, grazie a capolavori unici di Casorati, Oppi, Borra e molti altri. Ma in questa occasione, lâintuizione del presidente Vittorio Sgarbi, con la curatela di Beatrice Avanzi, ha espresso la necessitĂ di allargare lo sguardo oltre i confini del contesto italiano, documentando la diffusione del Realismo Magico a livello europeo.
Ed è a questo proposito che la mostra assume per il pubblico italiano il valore della scoperta: per la prima volta in Italia, infatti, viene presentata lâopera di Pyke Koch (Paesi Bassi, 1901 â 1991), pittore neerlandese dalla potente carica espressiva e in gran parte sconosciuto nel nostro Paese. Circa un quarto della produzione dellâartista nordico, proveniente dai principali musei dei Paesi Bassi, dialoga vivacemente con una settantina di pitture e disegni di uno dei protagonisti piĂš importanti del Realismo Magico italiano, Cagnaccio di San Pietro (Desenzano del Garda, 1897 â Venezia 1946).
Il percorso tematico e cronologico è tanto essenziale quanto denso. Ă il confronto inedito che delinea perfettamente un linguaggio e un sentire comuni, unendo in similitudini estetiche pensieri e ideologie diverse, spesso agli antipodi. Visioni e sensibilitĂ formali affini, come la resa analitica del vero e una meticolosa abilitĂ tecnica, trovano nellâampiezza del movimento europeo accenti diversi, ben rappresentati dalle due personalitĂ protagoniste della mostra.
Le opere di entrambi riflettono una visione limpida e incisiva, una durezza che si traduce nella precisione lenticolare dei contorni. Una luce ferma e tagliente scolpisce ogni piega, ogni volto, ogni dettaglio creando unâatmosfera di magia che proietta lo spettatore in una realtĂ cosĂŹ reale da risultare improbabile, a tratti persino inquietante. Pur essendo entrambi autodidatti, sorprendono per una pittura lenta e meticolosa, di uno stile ânordicoâ prossimo alla Neue Sachlichkeit (Nuova OggettivitĂ ), che cattura lo sguardo e rivela veritĂ profonde.
Ma il confronto stupisce perchĂŠ, se ad accomunare il percorso di entrambi è anche unâattenzione per il mondo degli umili, le evidenti differenze date dalla provenienza da contesti geografici e sociali distanti, e i contrapposti background ideologici, riflettono prospettive inconciliabili. Se Pyke Koch guarda agli ambienti poveri e degradati con sguardo tagliente, ironico e spesso impietoso, Cagnaccio nutre un sentimento di ammirazione per le famiglie di pescatori che abitano lâisola di Pellestrina.
Dallâinizio degli anni Trenta, i protagonisti scelti dal pittore neerlandese si caratterizzano per unâasprezza caricaturale e un inquietante simbolismo, interpretato spesso secondo matrici psicoanalitiche. Figure del mondo circense, spazzacamini, giocatori di rugby e prostitute â di cui è ineludibile esempio la Mercedes de Barcelona â popolano un mondo angosciato e ricco di elementi spaesanti, mentre la loro perfezione formale crea un contrasto sorprendente con lâenigma che portano con sĂŠ. AmbiguitĂ sessuale, derive grottesche e tensioni psicoanalitiche si nascondono dietro i volti cristallini e in gesti che sembrano congelati nel tempo.
Dallâaltra parte, non vi è mai in Cagnaccio di San Pietro lâasprezza caricaturale e ironica riconosciuta a Koch. Veneziano, figlio di pescatori, Cagnaccio trova la sua vocazione tra gli emarginati del piccolo borgo di San Pietro in Volta, che immerge in unâatmosfera rarefatta e straniante. Nelle scene domestiche, nei ritratti di ospedale e nelle prostitute stanche si percepisce unâautentica e sincera empatia, intrisa spesso di un accento mistico e spirituale, ancora piĂš lampante nei quadri a soggetto religioso.
La mostra non elude i conflitti. Anzi, li esalta. Le differenze politiche tra i due â Koch vicino al fascismo, Cagnaccio irriducibilmente antifascista â non sono solo note biografiche, ma chiavi di lettura per interpretare il loro sguardo sul mondo.
Il valore di Realismi Magici è duplice. Da un lato, riporta allâattenzione del pubblico italiano un artista fondamentale ma sconosciuto come Pyke Koch, grazie alla generosa collaborazione dei musei olandesi. Dallâaltro, restituisce centralitĂ a Cagnaccio di San Pietro, figura fondamentale per la pittura italiana tra le due guerre. I due artisti si rivelano, cosĂŹ, perfetti interpreti di quel ÂŤsentimento di immobile stuporeÂť che caratterizza il Realismo Magico europeo.
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