ph Roberto Conte
La storica cappella di San Rocco, costruita alla fine del Cinquecento e dedicata ad uno dei santi più invocati del medioevo, sorge sul sentiero di pellegrinaggio che porta al Santuario di Vicoforte. Nel 2018 è stata ristrutturata ritornando alle originali condizioni, dopo un lungo periodo di abbandono.
Simbolo di devozione religiosa, è rivolta verso il Santuario dedicato alla natività di Maria, rappresentando un punto di riferimento del tradizionale itinerario. L’associazione culturale VIA, nata tra Mondovì e Vicoforte dall’impegno di Giulia Carbone, Geremia Siboni e Sergio Basso, ha appena inaugurato il progetto Landandart–andar per arte volto alla valorizzazione delle langhe monregalesi. L’iniziativa prende il nome dall’espressione piemontese “landandé”, tradotto in “dove andare”, richiamando contemporaneamente il movimento della land art. L’associazione dà letteralmente il via ad un’iniziativa intenta a dare nuova vita al territorio attraverso una lettura contemporanea dello storico patrimonio culturale e ambientale.
Emilio Ferro (Alba, 1988), noto per le sue opere di light art, idea Miracle (2024) un’installazione permanente site-specific per la cappella di San Rocco. Ispirato dalla maestosa cupola ellittica del Santuario di Vicoforte, nota per essere la più grande del mondo, e dagli affreschi di Mattia Bortoloni (1696-1750), trasforma il sentimento di ascesi spirituale in luce. Un raggio attraversa l’interno dello spazio convergendo al di fuori dell’architettura, passando attraverso l’unica finestra, in direzione del santuario. I fasci luminosi sembrano sprigionati dagli angoli delle fondamenta divenendo cornice dell’originale affresco raffigurante Maria e Giuseppe durante l’incontro con Elisabetta, insieme a San Rocco. L’intervento è ambizioso ma allo stesso tempo elegante e minimale, si adatta armoniosamente con il luogo senza interferire con la fruizione della cappella. Il neon accompagna il calar del buio, divenendo un punto di riferimento luminoso per i viandanti contemporanei. La cappella diventa un luogo accessibile a tutti, un punto di giuntura tra antico e moderno. L’opera offre una nuova chiave di lettura per attualizzare la forte identità religiosa della provincia cuneese, rievocando la carica mistica attraverso un pensiero trasversale.
L’opera è completata da un intervento sonoro che come un mantra di sottofondo, riproduce i campi magnetici del celebre Santuario di Vicoforte, campionati dall’artista insieme ai suoni della natura circostante. Il luogo sacro viene travolto da una nuova forza celebrativa suggestiva. L’esperienza diventa trascendentale e mistica in un processo di rinnovamento e trasformazione. Una seconda installazione illumina il ciliegio selvatico ai piedi della cappella. L’albero, spoglio e inerme fino a pochi anni fa, sembra aver ripreso vita durante i preparativi dell’installazione, simboleggiando la rinascita del luogo.
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