Adriano Pompa, Sentieri di Maremma
«Volevo che il catalogo rimanesse silenzioso senza testo: solo immagini delle opere in mostra e di quelle nello studio di Milano; una sequenza che raccontasse il mio lavoro attraverso la sola narrazione illustrata». A Orbetello, nella sala maggiore dell’Acivescovado, di fronte al duomo che per tanto tempo ha ospitato il frontone etrusco di Talamone, è allestita la mostra di Adriano Pompa, artista eclettico che spazia dalla pittura, coloratissima, alle terrecotte, bianchissime.
Dal 24 aprile al 2 maggio, la mostra espone i più recenti lavori dell’artista: dalle tele, che custodiscono le espressioni più astratte e più nascoste, alle terrecotte smaltate, due mondi e sentieri opposti, ma contigui, si incontrano e dialogano all’interno di un unico percorso espositivo. Come descrive l’artista, due sentieri: «Uno impulsivo, roboante di colori, materia e oro, forme e pensieri all’interno del quale si fondono creando una caos organizzato sul piano; un’odissea ottica. L’altro candido di bianco solido fuso, fissato su forme». I sentieri di maremma è una mostra realizzata grazie al supporto dell’Associazione Commercianti del Centro Storico di Orbetello, per merito della quale la Toscana continua ad animarsi con arte e creatività, allestimenti temporanei immersi nella natura o in luoghi d’arte più tradizionali.
Testimonianza di un profondo legame con la Maremma, i quadri e le ceramiche dell’artista sono le radici con la casa familiare, ad Ansedonia. Adriano Pompa è figlio d’arte, di Gaetano Pompa, un artista che ha lasciato un’impronta indelebile sul e nel territorio della Maremma. Tanto forte che 25 delle sue opere, in gran parte in bronzo e realizzate tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’90, sono state accolte e “nascoste” nel suggestivo bosco di querce della tenuta agricola del Diaccialone, a Pescia Fiorentina all’interno della rassegna Hypermaremma. Il primo aprile, figure antropomorfe e creature fantastiche sono apparse ai visitatori nel bosco come epifanie straordinarie, celate tra gli alberi e gli arbusti della macchia mediterranea.
Il sentiero del figlio, Adriano Pompa, evoca questo allestimento boschivo del padre, ma in modo del tutto accidentale. A Orbetello, grazie alla curatela di Clara Divizia, le sue opere rappresentano «Una sosta matura in un luogo al quale appartiene moltissimo del mio vissuto e della mia narrazione e che mi ha suggerito molta bellezza». Come racconta Clara Divizia, il primo incontro tra loro è stato casuale: «Ero a casa di un amico e c’era un quadro di Adriano. Solo dopo mesi ho avuto modo di incontrarlo personalmente e di conoscerlo. Credo molto nell’immediatezza e nella spontaneità dell’arte. Nella capacità di un’opera d’arte di comunicare indipendentemente dalla conoscenza che si ha del suo autore».
Come hanno scoperto solo più tardi, è stata la passione per la Maremma a farli incontrare e a unirli: nel 1982, Clara Divizia ha deciso di trasferirsi da Roma nei dintorni di Manciano, insieme al marito, per avviare un’impresa vincola. Adriano Pompa, dopo essersi trasferito a Milano all’inizio degli anni ‘90, ha continuato a coltivare, seppure a distanza, l’interesse e l’amore trasmessogli dal padre per la Maremma, per proseguire un «Viaggiare a piedi, sempre favorevole a un viaggio conoscitivo».
Dall’incontro di Clara Divizia e Adriano Pompa nasce Sentieri di Maremma, un “safari di Maremma” all’interno del quale ci si imbatte in figure animali mitologiche e in familiari paesaggi resi onirici.
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