Categorie: Mostre

Sorelle, falene e fiammelle: la formula magica di Chiara Camoni all’HangarBicocca di Milano

di - 29 Febbraio 2024

Lo spazio dello Shed del Pirelli HangarBicocca muta ancora una volta il suo aspetto, ospitando la più completa e grande personale in Italia di Chiara Camoni. Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse è il titolo dal ritmo poetico che come una formula magica, dona un’atmosfera incantata al luogo che si sviluppa secondo un’architettura radiale, improntato sui giardini italiani tardorinascimentali. L’esposizione curata da Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli inquadra uno spazio perimetrale ben preciso, scandito a tratti da una pavimentazione appositamente realizzata che sembra rivelare le fondamenta di una civiltà scomparsa, una Pompei che riemerge dalle ceneri.

Chiara Camoni, “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse”. Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024. Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Agostino Osio

A guardia di questa acropoli sono poste le due Leonesse del titolo, che segnano la soglia di ingresso oltre la quale ha inizio la rappresentazione artistica. La linea tra oggetto di uso domestico e opera d’arte è infatti qui sottile, tavoli e tavolini, come Tavolo Insetto, vengono trasportati direttamente dalla cucina e dal giardino dell’artista in mostra, acquisendo sembianze zoomorfe e portando l’attenzione sui momenti conviviali e creativi che ruotano intorno al concetto di tavola. Su di essa vengono accomodati vasi e vasetti di varie dimensioni, Piatti e Brocche che ancora portano i segni delle dita che le hanno modellate, alcuni provenienti da workshop organizzati dall’artista stessa.

Chiara Camoni “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.” Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Non si deve però dimenticare quel pizzico di magia che aleggia come un tacito accordo, bisbigliato dalle dieci Sisters (2019-in corso), che sorridono serafiche al visitatore. Cumuli stratificati di argilla, rami e fiori, le sculture naturali si ergono dal suolo come idoli che rimandano al culto della Dea Madre associata alla Terra. Come scrive Clarissa Pinkola Estés nel suo libro Donne che corrono coi lupi – oltretutto una delle Sisters raffigura proprio un lupo – la madre della creazione è sempre anche la madre della morte, riunendo nell’ancestrale figura femminile della Grande Madre la capacità di donare la vita e il compito di toglierla, per una ciclicità del tempo connaturato al passare delle stagioni e con esse, all’avvicendarsi delle età degli esseri umani. Queste figure arboree ritornano impresse su drappi di seta appesi a strutture circolari in ottone, impegnate in un rito di cui non ci è concesso udire le parole.

Chiara Camoni “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.” Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

Lo Shed diventa quindi un antro dove la strega Camoni raduna materiali, pietre, terra e elementi della vegetazione raccolti nei boschi e nei torrenti dell’Alta Versilia. La caverna, associata simbolicamente al grembo come matrice primordiale, si presenta come manifestazione del femminile, resa evidente nella Sister (Capanna) dal tronco cavo. Se negli ultimi anni si è registrata una tendenza nell’arte a utilizzare sempre più le nuove tecnologie e a esplorare le possibilità che queste consentono, Chiara Camoni risale invece la corrente in direzione opposta, cercando di arrivare alla fonte del fare artistico. È lì che risiede la magia, l’arte nasce infatti per volere dell’essere umano, in risposta alla necessità di esprimersi e comunicare con le divinità, inizialmente associate alle manifestazioni della natura.

Chiara Camoni “Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse.” Veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2024 Courtesy l’artista e Pirelli HangarBicocca, Milano Foto Agostino Osio

È attraverso questo atto creativo che veniamo quindi trasportati agli albori della civiltà, dove uomo, donna, natura e magia convivevano, come spiega l’artista «quando procedo con le strisce di argilla, dal basso verso l’alto, ripeto uno dei gesti più antichi della storia dell’umanità, probabilmente la prima forma scultorea: uno spazio cavo e uno convesso, un pieno e un vuoto. Ho la sensazione di costruire l’universo intero». Camoni realizza appositamente per lo spazio-mostra quei manufatti religiosi e rituali che il colonialismo ha esposto nei musei occidentali decontestualizzandoli. Plasmati con le mani e fatti di argilla, erbe, bacche e pietre, della terra a cui tutti apparteniamo, questi cimeli ci ricordano che le fondamenta della nostra civiltà, affondano le proprie radici nell’ambiente naturale.

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