Categorie: Mostre

Una mostra alla GNAMC di Roma mette in dialogo l’arte cinese e quella italiana

di - 31 Luglio 2025

Alla GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma è in corso la mostra 2025 East and West: International Dialogue Exhibition – From Shanghai to Rome, un dialogo ad alta tensione visiva e simbolica tra Oriente e Occidente, costruito attraverso oltre 70 opere di più di 40 artisti. Il progetto, visitabile fino al 14 settembre 2025, a cura di Gabriele Simongini e Zhang Xiaoling, mette in relazione la scena artistica contemporanea di Shanghai con i capolavori storici della collezione della Galleria Nazionale: da Balla a Burri, da Modigliani a Schifano, fino alle esperienze più recenti di artisti come Cattelan e Stingel. Una mostra articolata, divisa in tre sezioni tematiche – Riflessi dello Spazio-Tempo, Espansione del Pensiero, Generazione dell’Immaginario – che attraversa storia, media, memoria e visioni del presente. Abbiamo incontrato Gabriele Simongini per entrare nel cuore del progetto.

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

East and West è un titolo che evoca ponti e tensioni. Da dove nasce l’idea curatoriale di questo confronto tra la scena artistica di Shanghai e la collezione storica della Galleria Nazionale?

«L’idea nasce dal dialogo che si è creato fra me e Gianni Zhang, Presidente della Zhong Art International, sulla proposta di presentare a Roma una selezione dei migliori artisti legati in vari modi all’Accademia di Belle Arti di Shanghai in relazione con grandi artisti italiani del XX secolo particolarmente ammirati e studiati in Cina. Abbiamo proposto questa idea alla Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Renata Cristina Mazzantini, che ha manifestato il suo entusiasmo dando un contributo progettuale molto importante. Volevamo far vedere che gli artisti cinesi contemporanei non sono interessati solo al nostro Rinascimento ma anche al nostro fondamentale contributo alle ricerche del XX secolo».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

La mostra non è solo un’esposizione, ma un dispositivo critico: tre sezioni tematiche per tre traiettorie di pensiero. Come si è articolato il lavoro curatoriale tra lei e Zhang Xiaoling? C’è stato un punto di frizione feconda tra le due prospettive?

«È stato un piacere lavorare con Zhang Xiaoling e con il team curatoriale cinese, quanto mai professionale e meticoloso. L’idea della struttura concettuale delle tre sezioni è partita da loro, io l’ho messa maggiormente a fuoco in relazione all’efficacia visiva e poetica dell’allestimento alla GNAMC»

Cosa significa oggi, nel 2025, parlare di “dialogo interculturale” in ambito artistico? Non c’è il rischio di una retorica dell’incontro che appiattisca le differenze?

«In questo contesto c’è sempre il rischio della retorica, e proprio per questo non abbiamo appiattito e sminuito le grandi differenze fra i due mondi, East and West, proponendo una relazione dialettica fondata su sorprendenti affinità poetiche ma anche su tante diversità che devono essere viste come un arricchimento reciproco».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Nel percorso espositivo si passa dalla tradizione della pittura a inchiostro cinese alle provocazioni concettuali italiane, dall’astrazione segnica all’informale. Quali sono secondo lei i cortocircuiti più stimolanti che si generano lungo il tragitto?

«Amo il pluralismo tecnico e immaginativo e la polifonia dei linguaggi. E questa mostra ne è una conferma. Faccio solo tre esempi di cortocircuiti particolarmente coinvolgenti. La mostra già nella prima sala presenta il dialogo sorprendente fra il cavaliere quasi “orientale” di Marino Marini e il cavaliere in acciaio specchiante di Zhai Qingxi, vicini allo sguardo e al segno quasi orientale dell’opera di Modigliani.

Emblematico dello spirito che anima la mostra è l’allestimento con al centro il grande gruppo scultoreo di Wei Kun formato dai ritratti di insigni protagonisti artistici ed intellettuali della vita culturale di Shanghai che sembrano guardare stupiti e specchiarsi nell’opera Sunday di Maurizio Cattelan, costituita da due pannelli d’acciaio dorato colpiti da proiettili di calibro diverso. Quest’opera a sua volta rimanda anche al “Concetto spaziale” di Fontana con i buchi.

Stupisce anche, nella sala vicina, l’opera La grande perfezione sembra incompleta di Dong Yayuan che segue il percorso della luna crescente per poi proseguire idealmente nella luna e nel sole elettrici dipinti da de Chirico nello Spettacolo Misterioso del 1971».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

L’arte contemporanea cinese è spesso raccontata in Italia con cliché o superficialità. Cosa ci sfugge, ancora, dell’orizzonte creativo di Shanghai? E quali artisti di questa mostra bisognerebbe iniziare davvero a conoscere?

«L’arte contemporanea cinese è un fenomeno ampio, vitale e complesso, che va studiato in profondità e seriamente. Ha tanti livelli diversi che vanno contestualizzati anche in rapporto ad una tradizione accademica molto sentita in tutto il Paese. Per questo va comunque considerato che gli artisti di questa mostra rispecchiano proprio un contesto accademico, sia pur aperto e dialogante.

Le opere degli artisti legati a Shanghai ci portano ad attraversare un mondo in divenire, compreso fra due confini. Il primo è la tradizione, il secondo è una proiezione nel futuro, specchio di un paese che nel corso degli anni ha compiuto una crescita economica e tecnologica impressionante.

In questo territorio, irrorato da quella che potremmo definire come tradizione in costante divenire e in trasformazione, si cerca un volto per un presente sempre più inafferrabile. E in molti fra i lavori esposti è fondamentale vedere come tecniche quanto mai antiche, come la pittura ad inchiostro, siano al contempo valorizzate con rispetto ma anche spinte a varcare i limiti della tradizione per affrontare le sfide del presente, sia formalmente che tematicamente, con nuovi scenari visionari.

Solo per fare alcuni nomi da conoscere meglio, direi, senza far torto a nessuno, Ding Yi, Dong Yayuan, Feng Yuan, Jiang Jianzhong, Mao Donghua, Xiao Min, Zeng Chenggang, Cai Guangbin, Song Gang».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Il pubblico italiano potrà vedere in dialogo i capolavori di Boccioni, Modigliani o Burri con artisti cinesi come Ding Yi, Zhai Qingxi o Li Lei. Ma in Cina, come vengono percepiti questi nostri grandi del Novecento? Che tipo di ricezione hanno avuto?

«In Cina i nostri grandi del Novecento sono profondamente rispettati e studiati. Mi ha colpito il fatto che gli artisti cinesi rivendicano con orgoglio un rapporto con la loro tradizione ma anche la conoscenza e lo studio di artisti stranieri e di altre culture. Non hanno paura, come invece accade spesso da noi, di dire che “l’arte nasce sempre da altra arte”. Non hanno l’ossessione del nuovo ad ogni costo, sradicato dalla storia. E coltivano una perfezione tecnica assoluta».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

La mostra è anche un riflesso geopolitico. Cultura e diplomazia, in fondo, sono due linguaggi che spesso si inseguono. Quanto ha influito il contesto politico-culturale attuale nel concepire questo progetto?

«La Cina sta portando avanti i propri artisti nel contesto di una vera e propria diplomazia culturale assai lungimirante, un po’ come, fatte le dovute differenze, fecero gli U.S.A. dal secondo dopoguerra con l’espressionismo astratto e soprattutto con la Pop Art. Mi sembra importante sottolineare che i veri artisti amano dialogare, non fanno le guerre e non mettono i dazi.

Il forte e sincero interesse dei cinesi ad instaurare un rapporto culturale sempre più intenso con l’Italia corrisponde al fatto che il nostro Paese viene identificato come il luogo per eccellenza dell’arte e della creatività, che non ha pari al mondo. E questo dovrebbe inorgoglirci. Così come va riconosciuto a Renata Cristina Mazzantini la capacità di fare della GNAMC un museo del dialogo”».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Se dovesse scegliere un’opera — una soltanto — che racchiude il senso profondo di questo dialogo tra Oriente e Occidente, quale indicherebbe e perché?

«Sceglierei La Grande perfezione sembra incompleta di Dong Yayuan perché unisce arte e scienza astronomica in un afflato poetico verso il sublime che attualizza perfino l’eredità del romanticismo occidentale con un rigore quasi concettuale eppur attento ai valori autonomi della forma».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Lei è un critico, uno storico dell’arte, un curatore con una lunga esperienza. In una mostra come questa, qual è stato il momento in cui ha sentito di essere riuscito a costruire qualcosa che va oltre l’allestimento, verso una narrazione necessaria?

«Si può progettare una mostra anche nei minimi dettagli con le moderne tecnologie ma solo quando vedi le opere e le tocchi, le senti, puoi cercare quella sinfonia altrimenti impossibile. E così abbiamo fatto vari cambiamenti rispetto al progetto originario tenendo sempre presente che la perfezione sta nel dettaglio, come diceva Paul Valéry. E poi molte cose sono cambiate anche in relazione alle straordinarie sale della GNAMC e al connubio fra luce naturale diffusa e quella artificiale. Mi sono accorto che la “narrazione” funzionava solo ascoltando le reazioni positive e quasi stupite dei primi visitatori durante l’inaugurazione».

2025 East and West International Dialogue Exhibition From Shanghai to Rome. veduta della mostra, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Se dovesse immaginare quest’incontro tra Est e Ovest come un’opera vivente, che forma avrebbe? Un paesaggio? Una voce? Una vertigine?

«Le rispondo con questo verso di Paul Valéry: “Un’immensità inazzurrante e profonda”».

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