Yuri Ancarani, San Siro, 2014 – DCP, color, sound 5.1 26 min. Courtesy the artist, Isabella Bortolozzi Galerie, Berlin, Zero…, Milano
Il Castello di Rivoli presenta per la prima volta al pubblico la trilogia di Yuri Ancarani “Le radici della Violenza”. I video che la compongono, San Siro (2014), San Vittore (2018) e San Giorgio (2019 – shooting reel edit), sono in mostra dal 9 luglio al 10 novembre 2019. La trilogia prosegue la ricerca artistica di Ancarani incentrata sulle contraddizioni della società attraverso la documentazione filmica delle architetture e delle attività sociali.
San Vittore – opera vincitrice della II edizione del bando Italian Council (2017) – cattura immediatamente lo sguardo con le immagini colorate di alcuni disegni di bambini. Ci si rende conto però di trovarsi all’interno di un carcere. Le riprese documentano le procedure d’accesso dei minori in visita alle madri detenute. I rigidi controlli e la crudezza della quotidianità carceraria si trasformano in storie di fate, di personaggi fantastici e di orchi. Ancarani non espone un punto di vista, lascia emergere la contraddizione di una realtà attraverso la narrazione di un paradosso, rende il senso di un’emergenza servendosi dell’alternanza tra realtà e fantasia.
Il video della seconda sala proietta le scene asettiche di un ambiente non immediatamente riconoscibile. San Giorgio ci apre le porte, altrimenti inaccessibili, del caveau di una banca. Il santo è, nell’iconografia cristiana, colui che abbatté gli idoli pagani (il drago), mentre il Banco di San Giorgio fu una delle prime costituzioni bancarie genovesi risalenti al XII secolo. All’interno del caveau le immagini mostrano un’ingente quantità di ricchezza in lingotti d’oro, la loro luce però non riflette lo splendore e l’opulenza che rappresentano, l’atmosfera è algida, scostante, quasi inquietante.
L’ultima sala, separata da una tenda oscurante, è illuminata dalle immagini di San Siro, lo stadio iconico della città di Milano. Il video racconta il senso quasi religioso con cui sono approntati tutti i passaggi propedeutici al fischio d’inizio di una partita di calcio. L’edificio assume le atmosfere, a tratti lugubri, delle cattedrali gotiche. In una giornata piovosa, sotto un cielo ceruleo, i riflettori abbaglianti riportano l’attenzione su ciò che davvero conta, oggi in Italia, per circa 33 milioni di persone e che muove un enorme giro di affari. San Siro è un nuovo santo, ma pagano.
Yuri Ancarani (Ravenna, 1972, vive e lavora a Milano) da circa 25 anni racconta la società umana, i suoi simboli ed i suoi luoghi, rivelandone le contraddizioni. La sua estetica documentaristica, talvolta asettica, restituisce storie e sensazioni inaspettate. Le sue immagini non costruiscono una narrazione, ma hanno la forza di evocare nello spettatore le emozioni e la sorpresa di un approccio inedito alla realtà. Gli spazi celano significati nascosti, la società è una convenzione ed altrettanto lo sono i suoi luoghi: è il rapporto che l’uomo instaura con essi, attribuendo loro valori condivisi, a rendere vivi gli edifici, a mutarli da contenitori vuoti e inanimati a luoghi della socialità e dello scambio. Valori forti che però non sono leggibili in superficie, che possono essere percepiti solo andando più a fondo: lo sguardo è il canale attraverso cui l’artista veicola emozioni e, attraverso di esse, consegna significati alternativi.
Sirio Schiano Lo Moriello
Mostra visitata il 10 settembre
Dal 9 luglio al 10 novembre 2019
Yuri Ancarani, Le radici della violenza
Castello di Rivoli
Piazza Mafalda di Savoia
10098 Rivoli – Torino
Orari. Dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17, Sabato e domenica dalle 10 alle 19
info@castellodirivoli.org
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