La Fase 2 sta entrando nel vivo e queste settimane saranno decisive per capire come poter far ripartire tutta la macchina. I musei scaldano i motori per arrivare preparati alla data di riapertura, ancora confermata per il 18 maggio anche se, è bene specificarlo, non tutti saranno accessibili al pubblico già da quel giorno. Intanto, un passo fondamentale è stato fatto: le linee guida alle quali dovranno attenersi i musei e i luoghi della cultura sono state diramate dal Comitato Tecnico Scientifico istituito per l’emergenza Covid-19 e, in questi giorni, passeranno al vaglio del Governo.
I principi per la riapertura messi in evidenza dal CTS sono quelli della gradualità e della progressività, «in moda da consentirne la verifica della sostenibilità». Secondo il CTS, quindi, dovrebbe essere data la priorità ai musei che nel 2018 e nel 2019 non hanno fatto registrare alte frequenze: «La gradualità delle riaperture permette anche la verifica della sostenibilità delle misure per il contenimento complessivo dell’epidemia», si legge nel documento. Considerando la grande varietà dei luoghi culturali della nostra Penisola, le norme andranno quindi adattate a seconda delle caratteristiche, differendo, oltre che per il numero di accessi, anche tra sito all’aperto, in locali confinati oppure ibrido.
Ma il fattore ad alto rischio, ovviamente, è il numero di accessi: mentre nelle strutture meno frequentate le norme potranno essere semplificate, i siti più visitati dovranno seguire regole più rigide, tra questi, il Colosseo, che con oltre 7,5 milioni di visitatori si è confermato con il sito più visitato nel 2019, seguito dalle Gallerie degli Uffizi, con quasi 4,4 milioni di ingressi, e dal Parco Archeologico di Pompei, con circa 4 milioni di presenze. Insomma, i grandi attrattori, fiore all’occhiello del sistema museale definito dalla riforma del 2014 di Dario Franceschini, potrebbero avere grandi problemi e toccherà a loro fare in modo di superarli.
A questo proposito, potrebbero essere previsti degli orari prolungati, come già previsto in Germania (qui trovate un’agile mappa con le indicazioni delle date di riapertura dei musei in tutta Europa) e come annunciato ieri dalla Sovrintendenza di Roma, il cui piano per la gestione della riapertura dei musei civici prevedrà aperture serali, biglietti on line e ingressi limitati. Chiaramente si dovranno pagare poi gli straordinari ai dipendenti e ai funzionari ma questa è un’altra storia.
Tutti i musei, parchi culturali e luoghi della cultura, a prescindere dalla tipologia, dovranno prevedere la contingentazione degli ingressi e la gestione delle uscite, prevedendo «orari di apertura e chiusura che non vadano ad aggravare la mobilità in relazione al pendolarismo», si legge nel documento stilato dal Comitato Tecnico Scientifico, mettendo in contro anche un accordo con le istituzioni coinvolte nei piani di mobilità.
Vigerà poi l’obbligo di mascherina per i visitatori durante tutto il periodo della visita, che dovrà seguire un percorso a senso unico. Negli spazi dedicati agli altri servizi, dal ristoro alla vendita, gli ingressi saranno limitati in proporzione alle dimensioni dei locali, similmente a quanto previsto per gli altri esercizi. Si dovranno poi dotare biglietterie e sportelli informativi delle segnaletiche di distanziamento.
Dovrà essere garantita la pulizia giornaliera degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, prestando particolare attenzione alle superfici di contatto di frequente utilizzo. Sarà necessario posizionare i dispenser per la sanificazione delle mani. Saranno da limitare l’uso di touch screen e i pagamenti in contanti, incentivando l’acquisto di biglietti tramite app e siti web, evitando al contempo file alle biglietterie. Le audioguide dovranno essere evitate oppure, in caso contrario, si dovrà provvedere alla sanificazione dopo ogni singolo utilizzo. Impulso anche alla creazione di guide e materiale informativo digitale, al posto del cartaceo, che è meglio anche per l’ambiente.
Oltre che dai visitatori, un museo è attraversato anche dal personale, che dovrà attenersi a un rigido protocollo normativo. Agli addetti museali dovrà essere garantita la fornitura di mascherine e la loro condizione di salute dovrà essere verificata attraverso appositi screening. In ogni caso, il CTS raccomanda la prosecuzione delle modalità di lavoro agile e a distanza, lo smartworking, quindi, ove possibile, continuerà.
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