Una rinnovata istituzione nazionale, con un ruolo strategico nel panorama dell’arte visiva italiana, sempre con il focus dedicato alla fotografia contemporanea. Il Mufoco di Cinisello Balsamo si trasforma formalmente in Munaf – Museo Nazionale di Fotografia, con statuto rinnovato, nuovi assetti istituzionali e ambizioni ampliate. L’annuncio ufficiale è stato fatto oggi, 14 ottobre, dal Ministro della Cultura Alessandro Giuli, dal Sindaco metropolitano Giuseppe Sala, dal Sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Giovanni Ghilardi e da Davide Rondoni, confermato alla presidenza. Con la modifica del nuovo statuto, il MiC entra nella Fondazione come Ente fondatore e promotore, affiancando la Città metropolitana di Milano e il Comune di Cinisello Balsamo.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione sarà composto da Sonia Bedeschi, Angelo Giovanni De Boni, Davide Colombo, designato dalla Città metropolitana di Milano, Massimo Pratelli, designato dal Comune di Cinisello. Il Presidente e il CdA resteranno in carica cinque anni, a decorrere dal 19 settembre 2025, con possibilità di conferma per una sola volta.
«In un’epoca in cui le immagini dominano i flussi comunicativi, il Ministero della Cultura si fa promotore della costituzione di un Museo Nazionale della Fotografia per riaffermare il ruolo centrale di questo linguaggio come forma d’arte, strumento di conoscenza e bene culturale primario. Il Munaf avrà un compito fondamentale nella tutela degli archivi storici, dalla promozione internazionale dei talenti emergenti alla diffusione e valorizzazione della cultura fotografica sul territorio nazionale», ha dichiarato il Ministro Giuli.
L’idea di allestire un museo dedicato alla fotografia nasceva negli anni Novanta, all’interno del Progetto Archivio dello Spazio della Provincia di Milano (1987-1997), con l’obiettivo di definire un archivio di immagini che potesse dialogare con gli spazi architettonici e ambientali del territorio. Già nel 2000 alcune attività, come catalogazione e mostre, erano avviate in una sede provvisoria, parallelamente alla ristrutturazione dell’ala sud di Villa Ghirlanda, che sarebbe diventata la sede permanente dal 2004. Nel tempo ha raccolto un patrimonio vastissimo, con oltre 2 milioni di immagini di mille autori italiani e stranieri, distribuite in più di 40 di fondi storici.
Tra le collezioni, anche Viaggio in Italia, progetto collettivo promosso e curato da Luigi Ghirri nel 1984 che è considerato il manifesto della Scuola italiana di Paesaggio. E poi, Archivio dello spazio e Milano senza confini, esito di importanti progetti di committenza pubblica sul territorio. Presente anche il fondo Lanfranco Colombo, che raccoglie le opere di artisti internazionali esposti al Diaframma, la prima galleria interamente dedicata alla fotografia aperta a Milano nel 1967. Il fondo Agenzia Grazia Neri documenta 40 anni di storia del fotogiornalismo internazionale, mentre la Raccolta documenta le acquisizioni del museo, dal 2004 a oggi.
«Il Mufoco con la sua collocazione nell’area metropolitana milanese – oggi si chiama così ma una volta era la periferia o l’hinterland – ha cercato di rispondere ad una duplice sfida in materia di politica culturale: costituire quel Museo di Fotografia che mancava a Milano e all’Italia, incarnare il decentramento culturale gettando un ponte stabile verso il territorio e le comunità di riferimento», ci raccontavano la direttrice generale Gabriella Guerci e il presidente Rondoni, in una intervista del 2024.
Da parte istituzionale, l’evoluzione del museo è sancita da un accordo di valorizzazione, già firmato nel marzo 2024, attraverso il quale il Ministero della Cultura, il Comune di Cinisello Balsamo e la Città metropolitana definivano linee condivise per la valorizzazione del patrimonio fotografico e la trasformazione della fondazione in Museo Nazionale. In questo quadro, il disegno di legge AC 2112-quinquies autorizza una spesa annuale di 1 milione di euro a partire dal 2025 per contribuire al funzionamento della neonata Fondazione Museo Nazionale di Fotografia.
Il nuovo statuto del Munaf definisce come missione primaria la promozione e diffusione della cultura dell’arte visiva fotografica in tutte le sue manifestazioni, la conservazione dei fondi fotografici, lo sviluppo della ricerca e della produzione contemporanea in relazione con gli altri linguaggi artistici. «Il passaggio a Museo Nazionale di Fotografia corona un lungo percorso e ne inizia uno nuovo. Ora il percorso riparte in un tempo dove la creazione di immagini è attitudine e arte che interroga vivacemente le coscienze», ha commentato Rondoni.
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