Categorie: Musei

Museo Marabini-Martac, a Mentone il nuovo punto di riferimento europeo per l’arte e la cultura

di - 12 Giugno 2025

Con una concezione espositiva innovativa, e con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento europeo per l’arte e la cultura, il nuovo Museo Marabini-Martac apre i suoi spazi inaugurando la mostra L’Art de vivre à travers les siècles, in una delle più belle cittadine della Costa Azzurra – Mentone – a Palazzo Belle Époque, edificio storico progettato nel 1865 da Gustave Eiffel.

Su una superficie di 4500 metri quadrati, le opere di Guido Reni, Antoon van Dyck, Canaletto, Sebastiano Ricci, G.M. Mitelli, William Turner, Giorgio Morandi, Alexander Calder, Salvador Dalì, Michelangelo Pistoletto, Man Ray, Robert Rauschenberg, Filippo De Pisis, Lucio Fontana, Cy Twombly, Keith Haring, Banksy e Daniel Spoerri – solo per citarne alcuni – sono riunite in un affascinante viaggio visivo e concettuale nella storia del rapporto tra arte e cibo, progettato da una visione curatoriale originale che intreccia linguaggi, epoche e sensibilità differenti in una narrazione sorprendente e stratificata.

Daniel Spoerri, Senza Titolo (Faux Tableau-Piège/Falso Quadro-Trappola) (2010) assemblaggio, 60 x 115 x 38 cm. Courtesy Galleria Gaburro

L’idea del museo nasce dalla passione e dalla visione di Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini, editori, produttori cinematografici, mecenati e collezionisti, che da anni promuovono mostre ed eventi nelle loro proprietà, tra cui un castello del XV secolo a Cortazzone (Asti) e un museo privato a Mongardino (Bologna), specializzato in opere, libri e manoscritti sulla storia del cibo. Fondatrice e presidente della Biennale d’Arte Contemporanea Sacra (BACS) di Mentone, Liana Marabini-Martac è anche a capo dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, associazione internazionale che si occupa della conservazione e del restauro delle collezioni pontificie, per il capitolo di Monaco e della Costa Azzurra.

Vista di una delle sale del Museo Marabini – Martac, Mentone, installation view

«Troppo spesso i musei confinano le opere in categorie, periodi o scuole, con il rischio di soffocarne la vitalità. Ma ogni opera porta con sé echi di altre opere. Parlano di bellezza, umanità e memoria collettiva. Il loro vero significato si rivela quando le mettiamo una accanto all’altra, quando permettiamo loro di interagire, libere dalle consuete classificazioni – affermano Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini. Qui, dimentichiamo i punti di riferimento tradizionali. Ci lasciamo sorprendere dai parallelismi, dai contrasti, dalle connessioni. Ci apriamo a dialoghi inaspettati. Scopriamo, senza sforzo, ciò che i musei tradizionali non sempre permettono: confronti visivi ricchi di significato. È con questo spirito che nasce questo Museo: liberare le opere dalla loro cronologia o dal loro autore, riunendole secondo la loro sensibilità, seguendo affinità estetiche e iconografiche. Un po’ come nelle antiche stanze delle meraviglie, dove l’emozione guidava l’esposizione più della logica accademica. Uno spazio dove le opere trovano voce e l’arte non è un concetto chiuso, ma accessibile a tutti».

Vista di una delle sale del Museo Marabini – Martac, Mentone, installation view

Proprio Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini, affiancati da un comitato di esperti composto da storici dell’arte, giornalisti specializzati, galleristi, direttori di musei e collezionisti di fama internazionale – che sottolinea ulteriormente come il Museo abbia l’obiettivo di diventare un polo culturale di riferimento internazionale – hanno concepito la mostra inaugurale,L’Art de vivre à travers les siècles, con una visione di ampio respiro. L’approccio è multidisciplinare, per cui ogni sala è concepita attorno a un tema specifico e accoglie non solo dipinti, sculture e installazioni, ma anche libri rari e manoscritti, dal XV secolo fino all’epoca contemporanea. L’allestimento del nuovo Museo Marabini-Martac costruisce un dialogo serrato tra le diverse forme e linguaggi, permettendo di esplorare in profondità i contesti storici, culturali e simbolici delle opere esposte. Il risultato è un’esperienza di visita immersiva e stimolante, capace di coinvolgere il pubblico su più livelli di lettura e interpretazione.

Il giardino in cui sono esposte le opere permanenti: “La Vergine degli Innocenti” di Daphné Dubarry, “Le Sentinelle” e “Il Muro dei Sogni” di Frédérique Nalbandian, Museo Marabini – Martac, Mentone

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