Visualisation of Yinka Shonibare CBE, Wind Sculpture (TG) II, 2024 and the Almaty Museum of Arts East Entrance. Visual render by Chapman Taylor. © Yinka Shonibare CBE.
Aprirà nella primavera del 2025 il nuovo Museum of Arts di Almaty, in Kazakistan, il primo museo privato di arte moderna e contemporanea dell’Asia Centrale. Progettato dagli architetti britannici dello studio Chapman Taylor, il museo avrà una superficie di 9400 metri quadrati e ospiterà la collezione del filantropo e imprenditore Nurlan Smagulov.
Classe 1965, originario di Almaty, Smagulov, tra le altre cose, è il fondatore della società Astana Group, che si occupa di automotive, immobili e beni agricoli. Il suo patrimonio ammonta a circa 980 milioni di dollari e la sua collezione di opere d’arte arriva a più di mille pezzi, di artisti come Yayoi Kusama e Anselm Kiefer. Nel nuovo museo kazako, che si candida così a diventare un punto di riferimento nell’area, saranno esposti circa 700 lavori. Oltre ad autori di primaria importanza nell’arte kazaka e dell’Asia Centrale, saranno presentati anche lavori di artisti internazionali, come un monumentale murale in ceramica di Fernand Léger, una scultura di grandi dimensioni di Richard Serra e un’installazione audiovisiva multicanale di Bill Viola, oltre a sculture all’aperto appositamente commissionate ad Alicja Kwade e Yinka Shonibare. Presenti anche lavori di Saodat Ismailova, Jazgul Madazimova, Khadim Ali, Xu Zhen e Jadé Fadojutimi.
«L’arte ha il potere di trasformare le vite, e ha trasformato la mia. Per me, il Museo delle Arti di Almaty non è solo un museo ma un ponte che collega l’arte vibrante e diversificata dell’Asia Centrale con la cultura globale. La nostra missione è quella di creare uno spazio stimolante in cui sia la popolazione del Kazakistan che i visitatori internazionali possano sperimentare un’arte contemporanea che risuona con le esperienze umane universali, mostrando al contempo le voci culturali distintive della nostra regione», ha dichiarato Smagulov. Il museo sarà guidato dalla direttrice artistica Meruyert Kaliyeva e dalla curatrice capo Inga Lāce, che continueranno ad ampliare la collezione e promuoveranno nuove mostre e varie iniziative di ricerca, commissioni, pubblicazioni e programmi educativi per favorire lo sviluppo culturale della zona.
Adagiata ai piedi delle montagne delle montagne Tian Shan, Almaty è il cuore culturale ed economico del Kazakistan. La ricca storia della città, crocevia dell’antica Via della Seta, ha plasmato il suo carattere vivace e cosmopolita. Caratterizzata dall’architettura modernista sovietica, da mercati vivaci e da paesaggi naturali mozzafiato, oggi Almaty è la città più grande del Paese ed è un centro fiorente per l’innovazione, la cultura e l’istruzione.
Situato nel trafficato incrocio tra i viali Al-Farabi e Nazarbayev, il Museum of Arts vuole integrarsi tra il paesaggio naturale e l’ambiente urbano di Almaty. Questo dialogo è simboleggiato da due strutture che si uniscono a forma di “L”: una che rappresenta le montagne, rivestita in pietra calcarea, e l’altra, la città, rivestita in alluminio.
Lo spazio interno comprende una sala per esposizioni temporanee di mille metri quadrati con soffitti alti 12 metri, che ospiterà il programma di mostre speciali due volte l’anno. Ci sarà poi una sala per esposizioni permanenti con mostre tematiche di opere a rotazione dalla collezione del museo. Nei giardini esterni troveranno sede le opere delle nuove commissioni. Non mancheranno spazi per eventi e workshop, un laboratorio di conservazione e restauro, un deposito per le opere d’arte, una caffetteria e un book shop. Un corridoio illuminato naturalmente al centro dell’edificio, collegherà gli spazi espositivi con le altre sale.
Il Museum of Arts di Almaty aprirà con due mostre e un programma di performance artistiche. Una mostra personale dell’artista kazaka Almagul Menlibayeva, dal titolo I Understand Everything, curata dalla tailandese Gridthiya Gaweewong, e una mostra collettiva intitolata Qonaqtar, curata da Inga Lāce, che attinge dalla collezione del museo e sarà incentrata sui temi dell’ospitalità e dellla migrazione, con particolare attenzione al Kazakistan, all’Asia Centrale e alle regioni limitrofe.
Il programma pubblico, curato da Anne Davidian, proporrà performance, film, conferenze e incontri, ispirandosi alla peculiare posizione del museo, all’incrocio di Al-Farabi Avenue, che prende il nome dal grande filosofo Abu Nasr Al-Farabi, nato nell’878 circa e autore, oltre che di trattati su politica, metafisica e cosmologia, del Grande libro della musica.
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