Non è facile, in realtà, descrivere Real Good Time, la performance pensata e prodotta per Dissonanze 2003 da Enzo Cosimi (coreografo/regista) e Robert Lippok (musicista); perché durante l’esibizione ci sono stati momenti molto diversi fra loro, riconducibili l’uno all’altro solo in funzione di una specie di metafora esistenziale che scorre lungo il filo rosso delle adolescenze di Borroughs, Warhol e Pasolini.
All’inizio Robert Lippok ha trasformato il suono di una decina di chitarre, suonate da un gruppo di ragazzi qualunque, in un flusso coerente e gassoso, ricomponendone un’unità e una coerenza secondaria. Nel frattempo, mentre Lippok continuava a passare al setaccio l’insieme convulso di note stonate, ci si poteva spostare verso il bagno che per l’occasione era stato completamente ricoperto di carta argentata sulle
Finita la performance musicale iniziale, Lippok continuava a produrre un’ipotetica colonna sonora mentre un attore, vestito da football, con una parrucca che ricordava evidentemente l’acconciatura di Warhol, cominciava la sua violenta e provocatoria esibizione. Un monologo attraverso la psiche adolescenziale di un individuo senza tabù, per il quale il corpo, unica cosa conoscibile, non era che uno schermo da eliminare, scoprendolo nella sua brutale e nuda carnalità. In uno spazio immediatamente adiacente, una ballerina, anche lei rimasta completamente nuda, davanti ad uno schermo gigante dove era proiettata la corsa di un’automobile presa da davanti, in modo che sembrasse perennemente in procinto di uscire dallo schermo, si esibiva in un ballo violento e convulso sulle note allungate dell’intensa musica di Lippok. Infine, di nuovo al centro dello spazio performativo, i ballerini attori, contorcendosi, chiudevano l’evento cospargendosi di banane e cioccolato.
link correlati
dissonanze.it
www.interactv.it
valerio mannucci
performance vista il 30 settembre 2003
decibel è un progetto editoriale a cura di marco altavilla
[exibart]
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