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Fino al 12.IX.2015 | Satoshi Hirose, Heteronym | Galleria Umberto Di Marino, Napoli

di - 11 Settembre 2015
Tra le cose accumulate, si crea quella distanza tra il pieno e il vuoto che assume le forme di una leggera destrutturazione dello spazio da percorrere. Questa zona nella quale l’assenza diventa relazione tra elementi, è il laboratorio di Satoshi Hirose (Tokio, 1963) che, con Heteronym, ha aperto Ten more ten, il progetto espositivo in occasione del decennale dell’apertura della sede napoletana della Galleria Umberto Di Marino e dei venti anni dalla prima fondazione a Giugliano. Dieci più dieci anni durante i quali la Galleria ha impostato una linea espositiva scandita dalla ricerca di un coerente rigore visivo e incentrata sui temi cruciali del contemporaneo, dal post colonialismo al riconoscimento dell’altro da sé, dall’archivio all’interazione.
Hirose si concentra proprio sulla fluidità delle categorie interpretative e questa monografica lo esplicita subito, partendo dall’incertezza semantica evidente nel titolo, quell’eteronimia che, in linguistica, definisce la qualificazione di coppie nominali, mediante nomi etimologicamente distanti, per esempio nei casi fratello-sorella, madre-padre. Nella letteratura, l’eteronimia è stata usata come precisazione dello pseudonimo, un passo della finzione narrativa nel reale. «Saper esistere attraverso la voce diretta e l’immagine», scriveva Fernando Pessoa, lo scrittore portoghese che eresse l’eteronimo a genere letterario, facendo comporre prose e poesie direttamente ai suoi personaggi. L’ortonimo Pessoa rendeva esistenti nel mondo le personalità, gli interessi, le relazioni di Alberto Caeiro, Alvaro De Campos, Ricardo Reis, Bernardo Soares, il poeta, lo scrittore, l’ingegnere navale, l’esoterista, che diventavano autori dinamici, completamente alternativi rispetto al miope corrispondente commerciale di Lisbona. Biografie precisamente inventate che percepivano, riflettevano, interpretavano e parlavano, manifestando le sfaccettature dei processi cognitivi, epifanie delle costruzioni di identità.
Così, l’artista giapponese di nascita e italiano di adozione – la cui sperimentazione compendia le vocazioni del Gruppo Gutai e del movimento Mono-Ha con la lezione dell’Arte Povera, impartitagli, in particolare, da Luciano Fabro – dispone nell’ambiente installazioni composte da agglomerati di materiali eterogenei che si attraggono e respingono, espandendo prospettive parallele di assenza, accumulando intervalli fluidi tra l’identità degli oggetti. Tama, termine giapponese che identifica l’anima, è una composizione di sfere di carta di varie dimensioni posizionate sul pavimento. Seguendo una dispersione vagamente centrifuga, i globi segmentano l’architettura della sala con corridoi, fughe e curvature. Il planisfero accartocciato della Terra – che in realtà è l’intrusione di un’altra opera, World map (self portrait), del 1991 – emerge dalla combinazione dei fogli accartocciati, annullando l’estensione piana dei confini e dei colori sulla superficie diventata sferica, tra la concentrazione delle grinze e delle pieghe. Beans Cosmos e Mythology of Bean sono sculture dell’annullamento visivo, in cui legumi, elementi di legno e granelli d’oro sono sospesi in forme geometriche realizzate con una resina acrilica che, solidificando gli interstizi tra le cose, restituisce la distanza come misura nitida, simulacro trasparente del contatto tra individui. Nelle tre Case del curry, del peperoncino e del limone, frutto che Hirose associa al suo primo incontro con il territorio campano ed è tra gli ingredienti principali della cucina giapponese, Hirose compendia l’approccio con la materia dell’Arte Povera con il metodo costruttivo del Mono-Ha. Promanando dalle piccole costruzioni in legno, agrumi, semi e polveri espandono la propria rappresentazione in un flusso pervasivo che armonizza lo spazio della percezione con l’esperienza semplice degli odori, allegoria sensoriale della prossimità tra i linguaggi.  
Mario Francesco Simeone
Mostra visitata il 12 giugno 2015
Dal 5 giugno 2015 al 12 settembre 2015
Satoshi Hirose, Heteronym
Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri, 1 – 80121, Napoli
Orari: dal lunedì al sabato, dalle 15.00 alle 20.00

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