Ventitre opere del maestro veneziano(1907-1990) esponente di punta del Gruppo degli Otto presentate secondo un iter cronologico che va dalla seconda metà degli anni ’40 fino agli inizi degli anni ’80 ripercorrendo l’evoluzione stilistica di un’artista che ha scelto una strada difficile, quella della pittura informale e della ricerca spaziale astratta, e l’ha percorsa con gusto conservando uno stretto legame creativo con la sua terra d’origine e la grande tradizione veneziana.
Infatti se di Moreni balzava subito la potenza della materia pittura, di Santomaso si apprezza con crescente consapevolezza la luminosità dei colori combinati con grande delicatezza, nonostante l’inevitabile rapidità
di esecuzione che opere del genere presuppongono.
Forse, come molti hanno già supposto, il mare, la laguna, la luce d’oriente hanno lasciato una traccia indelebile nella formazione artistica del maestro; una traccia che traspare con difficoltà vista la magmatica spontaneità dei colori, ma che poi è destinata a durare a lungo.
Di fronte ad opere del genere si è portati a riflettere sul ‘900 e le sue utopie di cambiare il mondo o di riuscire a vederlo diversamente, di essere sempre avanguardia, di contrastare l’assoluto con altri sistemi
assoluti. La voglia di immediatezza, di trasmettere emozioni senza il filtro della forma, forse anche la ribellione rispetto ad ogni forma di accademismo
fanno di Santomaso un grande artista del suo tempo che purtroppo non ha avuto un seguito nei giovani artisti italiani impegnati a decodificare una tecno-realtà sempre più complessa e sempre meno amica.
Anche il valore economico delle pitture (supportate dalla Galleria Blu di Milano) è alto: si parte da pochi milioni fino a raggiungere e superare i 400 milioni per le opere esposte in galleria.
Nella foto “Suite Friulana n.2”, un olio su tela del 1963 e “Il muro del pescatore” del 1954.
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Ciro Di Nardo
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Napoli, come al solito, come sempre, ci offre il meglio della produzione animista di cui questa stanca umanità è capace. Il sommovimento interiore che sa produrre in noi questa città si esprime, ancora una volta, anche nella mostra di cui sopra.
Grazie per avercela presentata così bene. Ciao, Biz.