Alla sua prima personale in Italia, Thomas Hirschhorn, già presente alla scorsa Documenta11, non delude le aspettative realizzando appositamente per la galleria Alfonso Artiaco il suo Plan B.
Il “Piano B” -afferma l’artista svizzero- potrebbe anche chiamarsi “Assenza di strategia”, “Confusione totale” o “Calcolo errato”. Colui che deve avere un “Piano B” è un esecutore. Non possiede idee, progetti o visioni. Egli applica, perché costretto, un piano, all’ occorrenza un “Piano B” perché il “Piano A” è
E così utilizzando una parte della galleria, Hirshhorn crea un ambiente suggestivo con pareti di cartone dove il disordine, l’instabilità, il volume delle cose sembrano divenire incontrollabili.
Video, foto, libri, oggetti di uso comune e non, richiami dell’attuale mondo Occidentale e di quello Orientale, assumono una forma ingrandita o ridotta rispetto alla scala umana per esprimere la complessità e la confusione dell’esistenza contemporanea. Elementi quindi che non hanno una connessione diretta fra di loro, si fondono per realizzare un lavoro in cui non c’è soluzione di continuità, tutto ha la stessa importanza e deve essere visibile nello stesso spazio, anche se frammentato. L’ambiente è intensamente illuminato perché nulla deve essere nascosto. Precisi punti della grande scultura sono ulteriormente illuminati: è quella che l’artista chiama “luce integrata” che fa parte del
Il rassicurante spazio espositivo si trasforma pertanto in un luogo incerto, un posto dove il visitatore è coinvolto, anzi è obbligato a interagire con una realtà necessariamente estranea. Il pubblico incosciente, destabilizzato, non ha la possibilità di prendere le distanze, di distrarsi, di esimersi, ma è inevitabilmente coinvolto nel lavoro dell’artista, nella confusione forzatamente generata nella sua mente.
lorena grieco
mostra vista il 31 gennaio 2003
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