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fino al 20.IX.2008 | Lucio Perone | Napoli, Mimmo Scognamiglio

di - 3 Luglio 2008
Semplicità, manualità, un pizzico d’ironia. A distanza di un anno dalla personale del fratello Peppe Perone, negli spazi della galleria Scognamiglio è il turno di Lucio Perone (Napoli, 1972; vive a Rotondi, Avellino), fedele a un concetto di scultura che non contempla la partecipazione di terzi né l’utilizzo di elementi pre-fabbricati.
L’artista sceglie di esporre le proprie visioni, quelle che danno il titolo alla mostra e a cui è affidato un ruolo fondamentale nel processo creativo. Dice infatti Lucio: “Quando comincio a lavorare a un’opera è come se entrassi in una stanza con tante porte. Scegliendone una e andando avanti si aprono diverse possibilità, e il progetto prende forma”. Punto di partenza imprescindibile è il disegno; non è un caso, quindi, che le matite siano un elemento ricorrente, strumento primario per dar forma al pensiero.
Ma la linea a volte non basta. Anzi, “inganna”, sostiene ancora l’artista. Così, la trasposizione del risultato grafico nelle tre dimensioni comporta ripensamenti, aggiustamenti, eliminazioni. C’è la luce a modellare gli oggetti, a mostrarli in modo differente. E l’inganno della linea diviene il tema di un lavoro –Senza titolo, come tutti quelli in mostra- fortemente magrittiano, dove ciò che appare disegnato è invece inciso. Ceci n’est pas une ligne, per l’appunto. Accostamenti insoliti, paradossali prendono vita in questi quadri scolpiti; piccoli palcoscenici dove appaiono oggetti tratti dall’immaginario quotidiano, in un rapporto tacitamente conflittuale, seppur mediato dalla convivenza forzata.

È il legno a dare sostanza a questi lavori, intagliato con grande cura e precisione, poi ricoperto da uno strato di vernice industriale. Ed è questa la cifra stilistica della scultura di Lucio Perone: l’attenzione riservata a un tipo di procedura artigianale, celata da un rivestimento lucido, impeccabile.
In vetroresina sono invece realizzati i cavalli che attraversano le pareti della galleria, altra visione che trasforma le mura in specchi d’acqua, permettendo la creazione di un passaggio inesistente. Difficile trovare un senso altro in realizzazioni che sembrano avere il solo scopo di plasmare l’inconsistenza dell’immaginazione. Eppure, qualche debole input arriva laddove sono all’opera bizzarre silhouette nere, impegnate in azioni dal significato metaforico. Una di queste adagia una livella su un rosso planisfero, dove ai confini in rilievo si aggiungono quelli creati dalle ombre, sempre in nome della forza della tridimensionalità. Ingenuamente, l’omino buono cerca di raddrizzare il mondo, mentre nel cortile della galleria un suo simile attiva un insolito macchinario per acquisire ulteriore conoscenza, estraendo, macinando o pressando quello che appare come un cumulo di carta.

L’illogicità degli accostamenti precedenti lascia il posto a una propria logica, seppur timidamente accennata e non particolarmente incisiva. Quasi ci fosse il timore di esporsi. Meglio insistere su una linea irreale e surreale, per dar voce alle proprie intenzioni. D’altronde, le visioni non devono per forza trasformarsi in realtà.

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dal 16 maggio al 20 settembre 2008
Lucio Perone – Visioni
a cura di Pietro Montone e Mimmo Scognamiglio
Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea
Via Mariano d’Ayala, 6 (zona Chiaia) – 80121 Napoli
Orario: da lunedĂŹ al venerdĂŹ ore 10.30-13.30 e 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 081400871; fax +39 08119576621; info@mimmoscognamiglio.com; www.mimmoscognamiglio.com

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