Categorie: Opening

Gli opening dell’Italia policentrica

di - 26 Ottobre 2018
L’articolazione policentrica della cultura artistica italiana rappresenta un’originale condizione strutturale del nostro territorio. E lo documenta anche la roadmap degli opening odierni. Partiamo da Milano, con l’apertura della nuova edizione di “Milano Scultura”, la fiera d’arte contemporanea dedicata esclusivamente a scultura e installazioni. Anche quest’anno non varia la sua struttura, confermando format innovativi quali “Limited”, la sezione dedicata a opere di grandi dimensioni, e i “Progetti speciali: l’installazione mobile di Lisa Borgiani incentrata su un modello tridimensionale, composto da reti, che definisce uno spazio reale e che resta trasparente al suo interno, la ricerca dello Studio C&C. dal titolo “IL VENTO E IL MONTE” dedicata al tema del paesaggio e alla sua trasformazione con la metamorfosi degli scenari e, in ultimo, il lavoro collettivo Crossing Time, Crossing Space, Crossing Arts, presentato dagli artisti di Vi.P. Gallery: sei “attraversamenti” che esplorano il tempo e lo spazio tramite la contaminazione e lo sconfinamento.
Proseguiamo con Torino, dove Mazzoleni presenta “Equilibrium”. Un’idea per la scultura italiana a cura di Giorgio Verzotti, una mostra che è anche il primo appuntamento dopo l’ampliamento della galleria, arrivata quasi a raddoppiare gli spazi della storica sede nel centro di Torino, in piazza Solferino 2. Se un punto di partenza di questa indagine risale alle ricerche futuriste, è nella linea che va da Fausto Melotti a Luciano Fabro e a Hideoshi Nagasawa fino ai più giovani Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Sergio Limonta, Filippo Manzini, che si radicalizza la scelta di sottrarre corpo all’opera scultorea, per farla interagire con l’ambiente in cui viene esposta. Si giunge così a creare una dimensione quasi indecidibile dell’opera, in bilico fra diversi statuti: pittura, scultura, bassorilievo, installazione ma anche fotografia o elemento sonoro. Va in questo senso il lavoro di maestri come Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani e Giovanni Anselmo, ma per percorsi diversi arrivano a simili sintesi di senso anche Paolo Cotani, Nunzio, Giuseppe Maraniello fino a Luca Trevisani e Shigeru Saito, esponenti delle tendenze più recenti.
Ci spostiamo, poi, a Genova da ABC-ARTE, nei suoi locali in via XX Settembre 11/a, con un’ampia personale dedicata a Carlo Nangeroni (New York, 1922-Calice Ligure, 2018). “Il dominio della luce” è il titolo di questo progetto espositivo che raccoglie opere degli anni Sessanta e Settanta che documentano la fase cruciale e più matura dell’evoluzione dell’artista, quella in cui si precisa quel particolare lessico astratto, quell’idioma disciplinato e razionale che trova nella luce il proprio principio vivificante e nella prassi pittorica le proprie linee guida. Perché, come spiegava lo stesso Nangeroni, «dipingere è dipingere, prima di tutto, quindi non è progettare la pittura». Si passa, quindi, dalle iterazioni ritmico-armoniche delle sue geometrie ai tipici diagrammi popolati di figure circolari, strutture in cui le circonferenze, irretite in una razionale griglia cartesiana, diventano vocaboli basilari della sua pittura.
Concludiamo la nostra odierna roadmap a Palermo con “Foresta Urbana”, a cura di Paolo Falcone nelle
prestigiose sedi di piazza Bologni, Palazzo Belmonte Riso. Per Paolo «La foresta è vista come illusione. L’entrata in un mondo magico quale metafora alle sfide poste dall’omologazione, mette in mostra le connessioni artificiali, le diversità delle identità individuali e culturali atte a produrre un dialogo visivo e poetico per la realizzazione di un progetto artistico fra esperimento scientifico, poetica della relazione e romanticismo “naturale”». Fra i principali artisti selezionati: Ai Weiwei, Doug Aitken, Francesco De Grandi, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Jimmie Durham, Olafur Eliasson, Bill Fontana, Sara Goldschmied & Eleonora Chiari, Carsten Höller, Ann Veronica Janssens, Koo Jeong A, Richard Long, Ernesto Neto, Benedetto Pietromarchi, Tomás Saraceno, Astrid Seme, Conrad Shawcross, Andreas Slominski, Pascale Marthine Tayou, Luca Vitone. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Carlo Nangeroni, Path, 1966. Acrilico su tavola, 135 x 120 cm
In home: Milano Scultura, edizione 2017

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