Categorie: Opening

Lo zodiaco, in ricordo di Angelo Titonel

di - 5 Dicembre 2018
Cinque anni di attività nel cuore di Roma per MAC Maja Arte Contemporanea, che festeggia oggi con una mostra raffinata, coinvolgendo molti artisti che ne hanno costellato il percorso. In questa prima edizione (di quello che sarà un appuntamento a cadenza annuale dedicato alle costellazioni zodiacali) sono stati invitati dodici artisti (Francesco Bancheri, Bruno Ceccobelli, Margareth Dorigatti, Lino Frongia, Tadija Janicic, Pierpaolo Lista, Ria Lussi, Carlo Alberto Rastelli, Karine Rougier, Angelo Titonel, Rodolfo Villaplana, Gaetano Zampogna) eterogenei per nazionalità, mezzi espressivi ed esperienze artistiche, a esprimere con un’opera il proprio Segno, componendo così uno Zodiaco completo. Ma per noi è anche l’occasione per intervistare, a questo primo giro di boa al timone della galleria romana, la sua titolare Daina MajaTitonel.
Sei arrivata al quinto anno di attività di MAC Maja Arte Contemporanea. Un bilancio prima di spegnere le candeline?
«Ho inaugurato la MAC Maja Arte Contemporanea nel dicembre 2013 con una collettiva (“Partita doppia tra Novecento e Terzo Millennio”) in cui mettevo a dialogo artisti di inizio Novecento con artisti viventi. Una mostra che simbolicamente rappresentava il passaggio di consegne tra un’esperienza decennale alla Nuova Galleria Campo dei Fiori (fondata da mia madre Lela Djokic nel 1993 e specializzata nell’Ottocento e Primo Novecento italiano) e la nuova galleria di cui mi assumevo da sola ogni responsabilità. Non ero, dunque, nuova al mestiere di gallerista, ed ero ben consapevole che i tempi non fossero particolarmente favorevoli a questa attività. A distanza di cinque anni mi sento di fare un bilancio positivo. È un lavoro che mi appassiona e che mi porta a contatto con le espressioni artistiche contemporanee che veicolo a un attento pubblico attraverso precise scelte curatoriali. Ma è anche un’attività piena di incognite, affatto favorita dalle leggi dello Stato italiano che, purtroppo, spesso dimentica l’investimento culturale del nostro mestiere».
Hai deciso di festeggiare il tuo anniversario inaugurando la collettiva dal titolo “Zodiaco”, una prima edizione di quello che sarà un appuntamento a cadenza annuale dedicato alle costellazioni zodiacali. Come mai questa scelta?
«Le ragioni sono varie. Una tra queste è l’ancora viva suggestione di una mostra organizzata nel 1997 alla Nuova Galleria Campo dei Fiori, dal titolo “Raoul Dal Molin Ferenzona (1879-1946) Dodici mesi, dodici segni. Zodiaco simbolista”. Su tematiche affini sono state le ultime due personali della pittrice Margareth Dorigatti che ho curato per la MAC (“Luna/Mond”, 2016; “DEI Colori/Giorni”, 2018). Quello che mi affascina è l’aspetto simbolico dei dodici segni zodiacali, sia dal punto di vista psicologico che iconografico. Per questa prima edizione ho invitato dodici artisti, molto distanti tra di loro per esperienze e mezzi espressivi, lasciando a ognuno libertà di rappresentare il proprio segno zodiacale, in una sorta di autoritratto».
La tua è una galleria che dedica, sin dalla sua apertura, molta attenzione alla pittura contemporanea. Qual è, a tuo avviso, lo stato di salute della ricerca artistica attraverso il medium pittorico oggi?
«Sono figlia del pittore Angelo Titonel e della storica dell’arte Lela Djokic specializzata nei Macchiaioli e, in generale, nell’arte italiana a cavallo tra Ottocento e primo Novecento. Sono cresciuta in mezzo alla pittura, e ho avuto la fortuna di visitare i migliori musei in giro per il mondo fin da quando ero bambina. La scelta di occuparmi di pittura è stata per me naturale fin da subito. È un linguaggio che i miei occhi comprendono naturalmente. Ho letto più volte in questi anni che la pittura era un medium superato, che aveva già detto la sua. Non ho mai compreso questa posizione. Come dire che, date sette note musicali, tutte le musiche sono già state composte. Così non è nella musica e così non è tra gli spazi di una tela che accoglie il gesto artistico della pennellata. Il punto, semmai, è avere qualcosa da esprimere. Con piacere noto che da qualche tempo, sia nelle fiere che nelle gallerie private, la pittura sta ritrovando il suo spazio».
Tu hai scelto di essere la curatrice delle mostre che presenti nella tua galleria. Come mai questa scelta?
«Una scelta che nasce dal mio modo di intendere il lavoro di gallerista. È prima di tutto un’assunzione di responsabilità nei confronti del pubblico e dei clienti. È sentirsi in prima linea. Ma è anche l’aspetto creativo di questo mestiere che mi piace molto».
Questa mostra è dedicata a tuo padre Angelo Titonel, improvvisamente scomparso lo scorso 7 ottobre. Ci vuoi affidare un pensiero sul suo lavoro, in particolare negli ultimi tempi?
«Più che del suo lavoro, di cui lascerei parola a chi si occupa di critica, vorrei parlare del “come” che ha influenzato e influenza le mie scelte collaborative in galleria. Essere pittore per mio padre non è stata una scelta professionale; corrispondeva a un’urgenza e a una necessità quotidiane, dalle quali non c’è vacanza. Quando, all’improvviso, è mancato lo scorso 7 ottobre, tra i pensieri che più mi sconvolgevano era che non ci sarebbe più stato un suo nuovo dipinto. Posso affermare che, tra le più importanti lezioni che mi ha lasciato in questo ambito, ci sono l’onestà intellettuale e la coerenza della sua ricerca, lontana da facili compromessi o “strizzatine d’occhio” alle tendenze del momento. In un sistema arte che dà molto spazio all’apparenza e al presenzialismo, e meno a un atteggiamento introspettivo e indagatore come è stato il suo, ci vuole coraggio a rimanere coerenti fino all’ultimo». (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Angelo Titonel, Capricorno
In home: Lia Russi, Cancro
INFO
Opening: ore 18
ZODIACO. Dodici artisti per dodici Segni
dal 5 dicembre 2018 al 2 febbraio 2019
Galleria Maja Arte Contemporanea
via di Monserrato 30, Roma
orari: martedì-venerdì dalle 15.00 alle 20.00; il sabato dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.30
t. +39 06 68804621; www.majartecontemporanea.com

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