Categorie: Opening

Picasso. Uno sguardo differente

di - 17 Marzo 2018
Il culto della bellezza nella provocazione è il leitmotiv di diversi artisti, movimenti d’avanguardia e dall’accentuato sperimentalismo linguistico, a partire da Pablo Picasso.
Nel periodo del cubismo analitico (1909-1911), quando il sodalizio artistico con Georges Braque condusse i due artisti a concentrare la loro ricerca sulla massima scomposizione degli oggetti, Picasso realizzò alcuni interessantissimi ritratti, come Testa femminile-Fernande (Parigi, 1909). Osservando l’o¬pera appare subito evidente come l’artista abbia mirato più all’interiorità che all’apparenza, rinunciando a qualsiasi tipo di verosimiglianza foto¬grafica. Ciò non significò rifiutare in assoluto il concetto di ritratto ma, al contrario, impose di scavare più approfonditamente nella psicologia del soggetto, mettendone in luce solo le caratteristiche veramente significative. La sua bellezza. E non quella esteriore e formale che avviene tramite gli occhi, della quale si accontentavano gli impressionisti. Ma la bellezza interiore, “sottocutanea”, che va all’essenza stessa della persona. Nel ritratto di Picasso la sfaccettatura dei piani e la loro disposizione – secondo un ordine dettato da esigenze compositive – restituisce il soggetto rappresentato nella sua essenza volumetrica, individuato mediante un’accurata indagine psicologica. Il risultato è come un’immagine riflessa in uno specchio, i cui frammenti riflettono porzioni dell’immagine da diverse angolazioni, ma che riescono a comporsi lo stesso nel nostro occhio per farci capire qual è la cosa riflessa dallo specchio in frantumi. Per il grande maestro spagnolo era di vitale importanza decostruire per ricostruire, conseguendo così un nuovo accesso al mondo e a un’inedita visione della sua bellezza. Da questa particolare tecnica derivarono immagini apparentemente incomprensibili. «(…) ogni opera di Picasso – dichiarò Vollard – è destinata a fare scandalo, fino al giorno in cui lo stupore cede il posto all’ammirazione». E di queste immagini apparentemente incomprensibili, nel senso appena spiegato, ce ne è l’imbarazzo della scelta nella mostra, non a caso, intitolata “Picasso. Uno sguardo differente”, che si inaugura oggi pomeriggio al Museo d’arte della Svizzera italiana di Lugano. Il progetto espositivo, articolato tra 120 opere, di cui 105 disegni e 15 sculture, tutte eseguite tra il 1905 e il 1967, intende infatti offrire un punto di vista inedito sull’evoluzione del linguaggio del grande maestro spagnolo, attraverso una selezione di lavori sconosciuti al grande pubblico, in un dialogo tra due delle tecniche privilegiate dall’artista, ma fino a oggi raramente messe in dialogo tra loro. Con esiti, conoscendo il genio di Picasso, imprevedibili, per interpretazioni, se possibile, ancora meno convenzionali e avveniristiche. (Cesare Biasini Selvaggi)

In alto: Pablo Picasso, Minotauro ferito, cavallo e figure, Juan-les-Pins, 10.05.1936, Guazzo, china e matita su carta, 50.2 x 65.2 cm, Musée national Picasso, Paris, Dation Pablo Picasso, 1979. MP1165
© Succession Picasso / 2018, ProLitteris, Zurich Photo RMN-Grand Palais, (Musée national Picasso-Paris) / Thierry Le Mage
In homepage: Pablo Picasso, Bicchiere, bottiglia di vino, pacchetto di tabacco, giornale Marzo 1914, Papier collé con lumeggiature a carboncino, matita, matita blu e acquarello 49 x 64 cm, Musée national Picasso, Paris, Acquisto da vendita pubblica nel 1997. MP1997-1, © Succession Picasso / 2018, ProLitteris, Zurich Photo RMN-Grand Palais (Musée national Picasso-Paris) / Mathieu Rabeau

INFO
Opening: ore 17.00 (su invito)
Picasso. Uno sguardo differente
Apertura al pubblico: dal 18 marzo al 17 giugno 2018
la mostra è organizzata in collaborazione con il Musée national Picasso, Parigi
a cura di Carmen Giménez
Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano
sede LAC Lugano Arte e Cultura
piazza Bernardino Luini 6, Lugano
orari: martedì-domenica: 10:00 – 18:00; giovedì aperto fino alle 20:00; lunedì chiuso
www.masilugano.ch

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