Categorie: Personaggi

Assegnato in Italia il primo grant su Cultura e Salute

di - 29 Febbraio 2020

La Fondazione Medicina a Misura di Donna è una delle realtà pioniere del nostro Paese sulla relazione virtuosa tra “Cultura e Salute”.  Con sede operativa al Dipartimento di ginecologia e ostetricia dell’Università di Torino all’Ospedale S. Anna, da dieci anni ha avviato un percorso di ricerca-azione in tema con una piattaforma interdisciplinare che coinvolge circa cento soggetti: istituzioni culturali, cognitive che studiano gli esiti delle ricerche internazionali e si confrontano con medici, biologici, esperti delle scienze umane e sociali, economisti della cultura. Da questa piattaforma “Arts, health and social change” diretta da Catterina Seia, sono nati progetti pilota di umanizzazione dei luoghi di cura, che configurano il S. Anna come role model.

«Stanno crescendo in modo esponenziale le evidenze scientifiche che acclarano l’impatto della qualità dell’ambiente e della partecipazione culturale sul benessere delle persone. Il primo grant della Fondazione Medicina a Misura di Donna, primo in Italia sul tema “Cultura e Salute”, è uno dei passaggi fondamentali di un salto di scala. Si apre così a giovani ricercatori la possibilità di studiare sul campo attraverso il caso dell’Ospedale S. Anna. La presenza di giovani risorse, skillate, può fare la differenza» ha dichiarato Catterina Seia.

Tra queste giovani risorse da oggi c’è anche Carla Di Grazia, classe 1985, vincitrice della prima borsa di ricerca italiana su “Cultura e Salute”, che abbiamo raggiunto per una breve intervista.

Come mai ti interessa il filone di ricerca “Cultura e Salute”?
«Lo stretto legame tra “Cultura e Salute” ho avuto modo di scoprirlo durante la mia esperienza a Londra, frequentando un Master in “Museums, Galleries and Contemporary Cultures” presso la Westminster University. Entrando in contatto con le realtà museali inglesi sono rimasta profondamente colpita da quanta attenzione venisse rivolta al tema dell’accessibilità a 360°. Un esempio per me molto interessante è stata la Dulwich Picture Gallery che offriva, attraverso attività culturali, un supporto agli adulti con difficoltà cognitive. Ciò che mi aveva colpita era stata la collaborazione che questa Galleria era riuscita a instaurare con l’intera comunità locale e con le varie reti sanitarie per invitare le persone con difficoltà cognitive a partecipare ai programmi creativi, diminuendone così il rischio di isolamento al quale erano soggette.

A Londra ho avuto modo di osservare non solo come la partecipazione ad attività artistiche avesse un impatto significativo sul benessere psicologico delle persone, ma anche come alcune realtà ospedaliere stessero supportando e sviluppando nuove strategie di welfare proprio attraverso l’arte. Sarebbe importante che queste strategie venissero sempre di più studiate e sviluppate anche in Italia».

Quale esperienza professionale hai già svolto in questo ambito?
«Ho lavorato per un paio di anni presso il dipartimento di Arte del St. George’s Hospital Charity di Londra, con il ruolo di Curatorial Assistant. Il mio compito consisteva nel gestire la collezione di arte appartenente al St. George’s Hospital Charity, con più di 900 opere dislocate in vari punti dell’ospedale, organizzare mostre temporanee e promuovere programmi ed eventi creativi rivolti sia ai bambini che agli adulti. L’obiettivo era quello di contribuire a migliorare il benessere non solo dei pazienti, ma anche delle loro famiglie e dello staff attraverso arte, musica, poesia, arti performative in luoghi di cura resi così più accoglienti e “umani”».

La ricerca che svolgerai grazie alla borsa di studio appena vinta in cosa consisterà?
«Dal primo marzo a settembre, con la tutorship di Catterina Seia, vice Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna, mi occuperò di osservare e analizzare le attività e il percorso realizzato finora dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna sul progetto “Cultura e Salute” con l’obiettivo di valutarne l’impatto, individuare le potenzialità di sviluppo e promuoverne la diffusione e la comunicazione analizzando altre realtà internazionali che hanno sempre come focus “Art & Wellbeing”».

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