Categorie: Personaggi

Collezionare biglietti di musei e oltre

di - 20 Novembre 2000

Collezionare biglietti di ingresso e’ stata una sfida, inconsapevole, verso la loro più probabile fine: quella di essere cestinati.
Conservare biglietti di ingresso è stata dapprima una tendenza innata alla raccolta, poi un ricordo di viaggi e mostre visitate, e infine l’inizio di una indagine curiosa che dai biglietti può arrivare al museo, alla sua storia, alla città e al paese che lo ospita.
Oltre alla loro funzione primaria di ricevuta di pagamento, molto spesso i biglietti assolvono a diverse altre funzioni: ad esempio quella pubblicitaria quando riportano illustrazioni o notizie sul museo o la mostra a cui si riferiscono.
Non è raro che i biglietti siano gradevoli piccoli manifesti: il loro look, la firma del designer li trasformano in oggetti collezionabili autonomi.

E’ da questo momento che non scadono più e viene data loro una nuova diversa vita.
La difficoltà di reperire esemplari vecchi è insita nella natura dei biglietti di ingresso – li si conserva solo in casi fortuiti ed eccezionali; dall’esperienza posso dire che biglietti di 50-60 anni sono rari perché ad ogni anno che passa la loro rarefazione aumenta: trovarne dell’Ottocento è difficile, e il mio esemplare del 1792 (Reggia di Capodimonte a Napoli, personalizzato) rimane il più vecchio da me conosciuto.
Nella Raccolta Bertarelli a Milano ci sono alcune centinaia di biglietti, anche ottocenteschi, e altri si possono vedere a volte nei singoli musei, per illustrare la nascita della raccolta.
Riguardo ai biglietti di paesi stranieri, la difficoltà o meno di reperirne deriva soprattutto dall’interesse turistico di quel paese per gli italiani: diffusi in circolazione sono quelli dei paesi confinanti e del Mediterraneo, con l’eccezione della Svizzera, da sempre paese non frequentato da grandi numeri di turisti.

Nel variegato panorama dei paesi visitati e visitabili dai turisti spiccano nella mia collezione i casi della Cina e del Giappone: i biglietti cinesi sono straordinariamente inconsueti, dai minuscoli tagliandi con pochi ideogrammi ai grandi biglietti policromi raffiguranti il sito visitabile spesso con piante o cartine al retro, stampati oltre che su carta più o meno fine, su plastica trasparente, cartone, a libretto … Quelli giapponesi per la raffinatezza dei disegni e la precisione della stampa credo siano i più belli del mondo, quantomeno di quelli che conosco.
Dai biglietti degli Stati Uniti si può ben vedere quanto la loro storia sia recente, ad esempio diventa difficile classificare biglietti di ingresso alla casa di Elvis Presley e ai suoi memorabilia a Memphis Tennessee.
Prede ambite per la mia collezione – che ha superato i 12.000 esemplari – sono in Italia i musei piccoli, di provincia e ancor più quelli chiusi, e gli esempi non mancano: Museo Campori a Modena, distrutto durante la guerra, Pozzo d’Antullo a Collepardo (FR), grotta del buco del piombo sopra Erba (CO), il museo dell’ombrello a Gignese (NO), ….

Pure per i paesi stranieri, risultano interessanti i biglietti di ingresso a luoghi insoliti, remoti, sconosciuti al turista medio: la casa natale dell’imperatrice Josephine in Martinica, il crocodile ranch in Namibia, il museo Camoes a Macao, ….
Senza volere o potere approfondire i tanti messaggi che dai biglietti potrebbero essere tratti: estetici, economici, sociali, il collezionista viene comunque stimolato dai singoli biglietti e dai confronti che facilmente si possono fare: per esempio il prezzo dei biglietti e l’inflazione in un periodo o in un paese; dall’esame delle mostre effettuate in Italia si può vedere un periodo a fine ‘800-inizi ‘900,legato alle scoperte tecnico-scientifiche, in particolare all’elettricità, poi durante il ventennio molta importanza verrà data alla Romanità e ai grandi personaggi storici, ai condottieri, per poi passare nel dopoguerra a tante mostre di “arti maggiori” ignorando quasi sempre quelle minori; in conseguenza del pensiero di Longhi e non solo, negli ultimi anni gli eventi artistici si sono diversificati e anche i biglietti di ingresso rispecchiano questo panorama diversificato.
Quanto al reperimento dei biglietti, per quelli recenti il passaparola e la disponibilità di amici e conoscenti è già una buona partenza: per fortuna ingombrano e pesano poco, per cui anche dai viaggi più lontani chi vuole può portarli a casa. Più difficili da trovare sono quelli vecchi di oltre 20/30 anni, che a volte si trovano ai mercatini, ma molto più spesso attraverso annunci su giornali specializzati si scambiano con collezionisti di oggetti simili.

Internet è una grande promessa per ora: ho trovato alcuni esemplari all’asta su eBay e per pochi dollari mi sono aggiudicato alcuni vecchi biglietti americani, ma purtroppo solo negli Stati Uniti esistono aste anche per “gioielli” così economici, e si sa che laggiù musei e siti artistici a pagamento sono piuttosto recenti.


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Mostra Virtuale di altri biglietti


Patrizio Mazzanti



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  • Ho trovato l'articolo molto interessante!
    Desidererei contattare il Sig. Patrizio Mezzanti.
    Come posso fare?
    Grazie
    Corbelli Tiziana - e-mail: collezio@tin.it

  • sono praticamente nato collezionista cartaceo; infatti da bambino mi chiamavano papé (in italiano: carta)
    Nelle mie numerose accumulazioni di documenti cartacei esistono anche vecchi biglietti d'entrata a Musei e varie.
    In termini di valore, merita liberarsene?
    Comunque complimenti, é una collezione bellissima

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