<<Ti fotografo da in piedi. È ora che l’arte si alzi dalla sedia!>>, ha detto l’artista che ha scattato questa fotografia nel suo studio a Milano, in una fredda ma luminosa mattinata autunnale. L’esortazione è subito risuonata dentro come un monito, o meglio, un buon auspicio per le sfide dietro l’angolo. Il giorno in cui mi è stato chiesto di entrare in exibart e di prenderne in mano la direzione, ho ricercato gli articoli scritti da studente, quando muovevo i primi passi nel mondo dell’arte e dell’editoria con curiosità e passione. Questa testata è stata la prima a pubblicarli, punto di partenza di un percorso scandito da miriadi di incontri, esperienze, viaggi, dialoghi, intuizioni, testi e pubblicazioni apparse in tante riviste di settore e non. Anni di lavoro vivace e serrato, nato come ossessione e diventato, infine, professione. Ho immediatamente avvertito la responsabilità di inserirsi nella storia ultra ventennale della rivista, ma anche l’enorme gioia e orgoglio di guidare una realtà protagonista degli eventi, capace di farsi portavoce di racconti, fatti, testimonianze, memorie, sogni, narrazioni e tutto ciò che, a disparati livelli, compone e nutre quotidianamente il mondo, unico e irripetibile, delle arti e della cultura. Per questo motivo, raccolgo l’eredità di exibart e del lavoro svolto finora con l’intento di valorizzare ulteriormente l’identità della testata come prezioso strumento di informazione per i lettori e cassa di risonanza critica capace di accogliere le voci polifoniche del contemporaneo. Di renderlo un organismo trasversale, libero e avvalorato dalle idee di chi già ne fa parte e di chi vorrà cominciare a contribuirvi, consapevoli di essere immersi in un momento storico fatto di transizioni e inquietudini che chiede a gran voce punti di vista attenti e autoriali per essere raccontato coraggiosamente. Un tempo che corre a ritmi sempre più accelerati, attraversato da emergenze inedite su cui non ci si può non interrogare, riflettere, agire e per cui il lavoro di artisti e professionisti della cultura diventa una risorsa fondamentale da esplorare e raccontare. Ecco, allora, che questo “alzarsi dalla sedia” con cui ho esordito diventa un atto politico, ribelle, collettivo, un atteggiamento di cura e passione verso la realtà che ci circonda, una chiamata che costituisce il presente e, sempre di più, il futuro di exibart.
Un sentito ringraziamento va a Federico Pazzagli, Uros Gorgone e Cesare Biasini Selvaggi per aver scelto di affidarmi questo ruolo, a tutta la redazione che mi ha generosamente accolto e al precedente direttore Matteo Bergamini che mi ha supportato nel passaggio. Ringrazio anche la redazione di Artribune e il suo direttore, a cui ho dedicato anni intensi di lavoro e a cui devo un passaggio decisivo della mia formazione professionale; a chi mi sta accanto ogni giorno e, infine, a tutte le persone incontrate finora attraverso numerose collaborazioni, che mi hanno permesso di comprendere le tante varietà e forme che un progetto editoriale può assumere, al filtro che rappresenta tra i lettori e il mondo, ai cambiamenti di linguaggio e alle trasformazioni a cui è costantemente sottoposto. Perché è la complessità a nutrirci ogni giorno.
Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. Di base a Milano, si è laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica e in Visual Cultures e pratiche curatoriali all’Accademia di Belle Arti di Brera, con la tesi Dagli anni Settanta al Web: quattro casi di riviste d’arte in Italia. Ha curato e co-curato mostre di artisti contemporanei e emergenti, è stata ospite in programmi radio e in corsi universitari per parlare di cultura e editoria. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, ha collaborato con testate di settore online e cartacee, tra cui exibart, ArtsLife, FlashArt, Hestetika e Domus, occupandosi di recensioni di mostre, interviste, storie e opinioni. È stata giornalista freelance per il gruppo Hearst, pubblicando articoli su Elle Decore, Elle, Marie Claire e Esquire, trattando di temi di arte, cultura, femminismo e attualità. Dal 2019 al 2022 ha lavorato all’interno della redazione di Artribune nella sezione news.
Per comunicazioni, rivolgersi all’indirizzo g.ronchi@exibart.com
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