Graphiae è parte di un progetto artistico che Gianluca Cingolani ha elaborato negli ultimi anni assieme al collettivo G_B, un percorso di recupero del senso delle invenzioni e del ruolo che l’immaginazione ha nel processo dell’invenzione. Dopo la sua installazione Imago Sum, sull’arte e il potere inventivo della memoria, con Graphiae Cingolani ci riporta a migliaia di anni fa, quando è stata compiuta una delle più grandi invenzioni. È stato quando gli esseri umani hanno iniziato a dare una forma alla loro immaginazione, inventando simboli, parole, idee e dando vita alla scrittura. In Graphiae l’arte digitale esplora il gesto di una scrittura originaria, quella cinese, una scrittura che ancora mantiene un potente legame con le immagini. Essa era, ed è, una scrittura immaginifica.
Il polittico multimediale realizzato da Cingolani per lo spazio espositivo della Porta di Milano, luogo di comunicazione fra mondi, anima i segni di una scrittura cinese antichissima e si sviluppa in un video e tre opere di foto compositing digitale collocate frontalmente al video. È in una prospettiva di speculum fra immagine in movimento del video e immagini fisse dei foto compositing che il progetto è stato pensato, in un continuum fra gesto animato e potenza della traccia dei segni: linee, punti, deviazioni, cerchi, labirinti che aprono fenditure nella superficie su cui sono incisi, leggere tras-figurazioni del reale che ci pongono di fronte all’enigma di mondi lontanissimi.
La trasformabilità delle immagini, che è al centro della ricerca artistica di Gianluca Cingolani, è protagonista anche nel progetto Graphiae, che vede l’artista al lavoro con le sue molteplici competenze: musica, fotografia, grafica, video si combinano nella sua strategia di artista digitale, Cingolani conduce una ricerca sempre attenta al raccordo delle tecniche del mondo digitale con la materia viva, attraverso la tecnica del compositing, ossia la combinazione di elementi provenienti da fonti visive di varia natura.
Le forme essenziali, isolate e sospese, a seconda dei casi, su fondali tersi o su trame sottili, sono gli esiti finali di processi integrativi e stratificativi volti ad annullare la referenzialità delle tracce fotografiche di partenza. L’artista esplora la struttura ideografica della antica scrittura cinese di oltre 2500 anni fa, per riflettere sulla reversibilità del simbolo in icona, per ricordarci che la scrittura è un sistema puramente convenzionale pronto a farsi immagine o a tornare traccia fisica.
«La scrittura animata di Cingolani si configura come un rinnovato gioco di ascendenza surrealista basato sulle libere relazioni di senso che scaturiscono dalle tensioni complici e sinuose dettate da queste entità filiformi, questi segni tanto estranei e familiari da sembrare appartenerci da sempre», scrive Pasquale Fameli, curatore dell’installazione Graphiae in esposizione alla Porta di Milano fino al 26 giugno 2024.
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