Categorie: Personaggi

LA CRISI? LA SI SUPERA AD ARTE

di - 20 Giugno 2010
Presidente, la Fondazione per l’Arte Moderna e
Contemporanea CRT compie dieci anni di vita: è ora di bilanci…

Il bilancio è molto positivo:
abbiamo costruito una collezione d’arte contemporanea e di fotografia
importantissima e lanciamo nuovi progetti che mirano al sostegno del sistema
dell’arte attraverso Contemporary Art Torino-Piemonte
, Giorno per Giorno e zonArte che affrontano l’integrazione. Reso, il progetto di convenzione per
residence internazionali, sarà presentato il 25 giugno. La collezione resta la
base di qualsiasi sviluppo del sistema e ha prodotto una forte ricaduta sul
territorio, ma quest’anno dedichiamo del budget all’attività formativa e di
apertura degli enti.

Avete i primi riscontri?
zonArte
ha già registrato 5mila presenze durante la settimana
della Fondazione Merz. Sono tutti numeri zero, e credo che verranno
implementati come qualità e coordinamento.

Cambia la strategia, quindi?
Mi preme sottolineare che queste iniziative non hanno lo
scopo di esaltare un singolo evento, ma mirano a costruire legami stabili sul
territorio e tra i soggetti. Non si tratta d’immagine ma di sostanza. Se vuole,
è il vecchio discorso della democratizzazione dell’arte contemporanea. Occorre
superare l’idea che i musei siano luoghi per le scuole e basta: l’educazione
deve rivolgersi anche agli adulti.

Giorno per Giorno dimostra la voglia di far
sistema in Regione Piemonte. Un mese di eventi coordinati da Artissima che mette
in rete 19 istituzioni culturali e sei province piemontesi. Come ci siete
arrivati e che significato assume questa iniziativa?

Volevamo lavorare tutti insieme senza intaccare
l’originalità e l’autonomia di ciascun soggetto partecipante.


Fare sistema permette di ottenere gli stessi risultati
con minori costi oppure è un’utopia?

Qualche economia di scala si fa, e si dovrà fare sempre
più. Alcuni servizi messi a disposizione dell’iniziativa diventano più
economici. Ad esempio, con una sola pubblicità andiamo tutti su Artforum
. Poi ciascuno è libero di
promuoversi ulteriormente.

Ci sono difficoltà? Tante teste, tante idee…
I soggetti hanno risposto con entusiasmo. Non ci sono
resistenze insuperabili.

In un clima di crisi e di tagli (per il Piemonte si passa
dai 109 milioni del 2009 ai 56 milioni del 2010) anche le Fondazioni dovranno
risparmiare. Voi come state affrontando le difficoltà?

Per noi la riduzione è contenuta, ma ci confrontiamo con
realtà – Regione ed enti territoriali – che praticano e annunciano riduzioni.
Da un lato occorre far capire tutti insieme che il denaro speso per la cultura
non è un lusso; certo, si può fare a meno di tutto, ma penso che sia un
investimento fondante. Ciò detto, occorre imparare a fare il meglio con un po’
meno.

State studiando altri modi di fare cassa?
Purtroppo in Italia abbiamo scarsa cultura del fundraising
e una scarsa
cultura fiscale, che disincentiva le aziende a investire nell’arte. Il privato
può diventare una risorsa se il singolo sviluppa una passione personale per
l’arte.

Lei parla di trasformare un industriale in
collezionista. Come si fa?

Non è immediato: alcuni si avvicinano, ma non rappresenta
una svolta.

Torino capitale del contemporaneo”, lo sì è detto per molti
anni. Ma oggi viene insidiata da Roma e presto anche da Milano. Quali risposte
verranno date secondo lei?

Questo discorso impostato in termini di classifica non mi
convince. Non posso confrontare la Gam o Rivoli con il Maxxi. Non è confronto
tra musei, perché il Maxxi non è un museo, è un magnifico contenitore.


Si riferisce al fatto che ha poche opere in collezione?

La Gam ne possiede 45mila. Meno male per il contemporaneo
che c’è Torino. La caratteristica del nostro territorio non è una leadership
glamour alla quale si avvicinano i salotti bene. Dal dopoguerra in poi Torino è
un laboratorio, un incubatore del nuovo e della ricerca. È un territorio in cui
c’è l’eccellenza. E se poi recuperiamo le Ogr, il grande spazio delle ex
officine ferroviarie da destinarsi all’arte, allora Torino torna in prima
posizione…?

Nella musica MiTo ha segnato una collaborazione
culturale e organizzativa, prima ritenuta impossibile, fra Torino e Milano, che
ora distano soltanto un’ora di treno. Voi ci pensate?

Una volta consolidato il nostro sistema piemontese, il
tentativo di allargare la rete in una dimensione extrametropolitana sarà
considerato.

Pittura italiana degli anni ‘50, Arte Povera e
Transavanguardia sono stati valorizzati da acquisti importanti. Cosa prevede
come acquisti per il futuro?
Il programma non
preclude l’Arte Povera e le avanguardie, ma ci sarà più attenzione a colmare le
lacune sul periodo recente, sia pure con artisti consolidati.

Il comitato scientifico è di quelli che contano: come
arrivate a dire di sì a un’opera da acquistare e dove acquistate?
A fine anno viene
fatto il piano acquisti dai direttori di Gam e Rivoli, che passa al comitato
scientifico, e le opere vengono poi comprate in asta, in galleria o
dall’artista. La cifra globale per gli acquisti ammonta quest’anno a 1,4 milioni,
escluso il budget specifico per le acquisizioni ad Artissima, che ammonta a
350mila euro.


Arte Povera 2011: Torino è la grande esclusa. State
facendo qualcosa per rientrare nel progetto di Celant?
Torino non potrà
non farne parte, se si vuol fare un evento nazionale. Se sarà a Venaria, con
l’esposizione di grandi opere, mi pare un bene, anche perché c’è l’accordo dei
direttori dei musei in questo senso. La decisione è presa, so che Celant ci
lavora. C’è poi il problema dei fondi e non so a che punto sia la cosa.

Ma Rivoli ha la collezione d’Arte Povera più
importante…
Non è
penalizzante per Rivoli, il cui problema ora è quello del rodaggio della nuova
gestione, con il tentativo di aprire il Castello e legarlo più al territorio.
C’era un’aria diversa all’inaugurazione di Vito Acconci: invece della cena per
vip, un prato pieno di persone.

L’idea guida è il PS1 di New York…
Sì, occorre
capire che la sperimentazione e l’innovazione aprono finestre sul mondo, il che
non va a discapito della collezione, anzi la innerva.

articoli correlati
L’assessore
alla cultura della Regione Piemonte e i tagli
Non
solo CRT: la posizione della Compagnia di San Paolo
Le
ultime acquisizioni ad Artissima

a cura di nicola davide angerame

[exibart]

Visualizza commenti

  • Quante balle per giustificare un arte che è solo un modo per evadere le tasse e per succhiare soldi pubblici.
    Nessuna attenzione alla vera arte, nessuna attenzione agli artisti, nessuna attenzione alle OPERE, nessuna attenzione alla qualità!
    Possono fare i progetti che vogliono, ma la gente, non la fregano più! I bambini li hanno già abbandonati perchè sono troppo furbi, si buttano sull'istruzione degli adulti... praticamente cercano il sistema per derubare i vecchietti delle pensioni!

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