L’arte è nel dna di Carapelli Firenze S.p.A da più di 125 anni. Per questa ragione, il brand dell’olio extravergine nostrano, l’anno scorso, ha lanciato il premio internazionale per le arti visive Carapelli for art che ha ottenuto un notevole successo, ponendo le basi per la nuova edizione del 2019. La premiazione dei vincitori del Carapelli for Art 2019 si è tenuta il 23 ottobre, alla Triennale di Milano. Le opere vincitrici saranno esposte in mostra in Triennale, presso lo spazio espositivo Triennale Lab ed entreranno a fare parte della collezione Carapelli.
Con 1357 partecipanti da 52 nazioni del mondo, il 2019 ha confermato la fortuna di una valida forma di mecenatismo culturale. Carapelli, infatti, intende dare un sostegno concreto ai giovani talenti e alle arti nella loro espressione piĂą contemporanea. Con un montepremi complessivo di 12mila euro e la possibilitĂ di far viaggiare le opere finaliste del bando attraverso mostre ed eventi.
Carapelli for art prevede per ciascuna edizione un tema e, per il 2019, è “l’unione”, come incontro tra le varietà che porta nuovo valore. Due le categorie, “Open”, rivolta agli artisti professionisti, e “Accademia”, per gli allievi delle Accademie di Belle Arti. Prestigiosa la giuria di esperti, storici e critici d’arte.
E ora veniamo agli attesi vincitori, premiati con una bottiglia “dedicata” di olio Carapelli nella cornice d’eccezione della Triennale di Milano. Andrea Zucchini (Brescia, 1987) e Enrico Boccioletti (Pesaro, 1984), nonostante la giovane età , trionfano come veterani dell’arte contemporanea, mentre l’iraniana Mehrnoosh Roshanaei (1988) e il pescarese Giacomo Alberico (1994) come young talents.
Entrano ufficialmente a far parte della Collezione Carapelli quattro nuove opere. Il video Wonderland (2019) di Roshanaei che lavora sul tema dell’identità , nella mancata corrispondenza di volti e voci, e Chieti, Indonesia, il bel progetto editoriale di Alberico, ispirato a Twentysix Gasoline Stations dell’artista Ed Ruscha.
Dreamwalker (2019) il video, innovativo e personale, di Zucchini ambientato nel sito archeologico della Valle Camonica, in un mix di natura mozzafiato e paesaggi interiori. Infine l’installazione Loomer di Boccioletti, sintesi del mondo post-digitale di cui siamo testimoni e partecipi (il corpo scompare e le relazioni umane si sgretolano sintetizzandosi in messaggini piatti e schematici), che si “eccita” alla presenza delle onde elettromagnetiche degli smartphone.
Tutte le opere, come si legge nelle motivazioni del Carapelli for art 2019: «realizzano qualcosa di nuovo che prima non esisteva, qualcosa che con il suo valore, interpretandolo, arricchisce il reale».
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