Sarà per il periodo storico, sarà per la “follia”, sarà per i viaggi in America. Ma al sottoscritto Aby Warburg fa immediatamente da pensare ad Artaud. E agli scempi di cui sono stati vittime, in loro memoria o ancor prima con il pio proposito di “curarne” la malattia nervosa. Il fatto è che raramente gli omaggi riescono a essere graditi, e soprattutto fedeli. Il problema di Warburg, in particolare, risiede nella sua sfuggevolezza. È questa la ragione per cui, pur avendo fondato l’iconologia, “la sua opera finirà per scomparire – scrive Didi-Huberman in un magnifico libro – dietro quella, tanto più chiara e distinta, tanto più sistematica e rassicurante, di Panofsky” . Ma non per questo si dovrà demonizzare Erwin Panofsky. Non sarebbe corretto né utile. Piuttosto, occorre lavorare per dare a Warburg quel ch’è di Warburg.
Si potrebbe allora ripartire da una Menade danzante, una fra le migliaia di’mmagini – e volumi – che Warburg ha collezionato e studiato, lavorando senza posa alla loro catalogazione secondo un sistema di affinità e richiami che è il cuore del suo essere psicostorico dell’arte, come amava definirsi. Proprio alla danza sono dedicati la maggior parte dei saggi contenuti nel volume 2-3 dei Quaderni Warburg Italia, recentemente migrati dall’editore fiorentino Cadmo all’emiliano Diabasis. Emanazione del Centro Warburg Italia, afferente all’Università di Siena e sapientemente diretto da Gioachino Chiarini, il corposo annuario raccoglie interventi, inediti e illustrazioni di primissima mano e qualità. A parte gli illuminanti “atti” del seminario risalente al 2004 e dedicato al Rhytmós, che occupa gran parte delle oltre cinquecento pagine, in apertura troviamo un’autentica chicca. Benedetta Cestelli Guidi propone infatti in lingua originale e in traduzione italiana parte della corrispondenza
Mentre a Siena si lavora per il numero quattro, c’è sempre la possibilità di recarsi al Warburg Institute di Londra. Almeno una volta nella vita, in un laico pellegrinaggio.
articoli correlati
10, 100, 1000 Freud
La morte di Gombrich
Abbiamo citato:
Georges Didi-Huberman – L’immagine insepolta
Bollati Boringhieri, Torino 2006
Pp. 551, ill. b/n, € 48
Info: la scheda dell’editore
pre[ss]view è diretta da marco enrico giacomelli
[exibart]
Tra arti applicate e astrazione: in mostra a Palazzo Citterio fino al 7 gennaio 2026, il percorso anticonvenzionale di una…
A Bari, la prima edizione del festival Spazi di Transizione: promossa dall’Accademia di Belle Arti, la manifestazione ripensa il litorale come spazio…
Il mitico direttore Daniel Barenboim torna sul podio alla Berliner Philharmoniker e alla Scala di Milano, a 83 anni: due…
In mostra da Mondoromulo, dinamica galleria d’arte in provincia di Benevento, due progetti fotografici di Alessandro Trapezio che ribaltano lo…
La Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona riapre al pubblico dopo due anni di chiusura, con un nuovo allestimento delle…
Tra intelligenza artificiale, installazioni monumentali e video immersivi, i settori "Zero 10" e "Meridians" mostrano come la fiera di Miami…