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pre[ss]view_riviste | Studi Tizianeschi

di - 26 Settembre 2006

Nel vasto panorama nazionale di riviste, annuari e pubblicazioni legate al mondo dell’arte, Studi Tizianeschi resta un caso quasi isolato. Poche le iniziative di questo genere per chi voglia tenersi aggiornato su tutto, ma proprio tutto ciò che riguarda gli studi più recenti sulla vita e l’opera di un artista. La rivista, giunta al terzo numero –il primo è stato pubblicato nella primavera del 2003- raccoglie interventi critici in italiano e inglese, recensioni di libri, articoli e mostre che hanno per protagonista Tiziano Vecellio o temi a lui collegati.
Otto i saggi critici, affidati alle penne di Beverly Brown, Augusto Gentili, Jean Habert, David Rosand, Lionello Puppi, Enrico Maria dal Pozzolo, Stefania Mason e Caterina Furlan. Contributi diversi fra loro, tra i quali spicca per originalità di argomentazione e ricchezza di documentazione quello di Brown. La studiosa s’interroga sull’identità e il significato della statua –un antico romano- che Tiziano ha dipinto in un angolo ben visibile dell’affresco Il miracolo del neonato nella Scuola del Santo di Padova. La statua -nell’ipotesi di Brown, l’imperatore Traiano- non può essere considerata un elemento banalmente decorativo (Panofsky affermava che in Tiziano non esistono space-fillers), né una dimostrazione da parte del giovane Tiziano della sua conoscenza dell’antico. Ha invece un preciso significato: la presenza di Traiano come garante della giustizia civile rafforza il significato politico dell’affresco, ossia Padova riconquistata da Venezia dopo essersi ribellata alla Serenissima non deve temere repressioni.
Da leggere, rileggere e meditare l’intervento di Rosand, che promuove una delle tendenze più recenti negli studi su Tiziano, quella che R osand stesso ha definito esthetic of the touch. Significato ideologico e arte pittorica sono inscindibili nell’opera del cadorino, essendo due aspetti della sua “intelligenza pittorica”. Per la corretta comprensione della sua arte è opportuno superare il tradizionale dualismo aspetto formale–significato iconografico perché “le invenzioni più grandiose derivano dall’immaginazione e dalla pratica del pittore più che da precise istruzioni di un programma iconografico ideato da qualche consulente umanista o teologo”.
Agile e gustoso il saggio che Gentili dedica alla ritrattistica tizianesca, capace di far emergere oltre l’apparenza sottili caratterizzazioni psicologiche. Nei ritratti di Tiziano l’abito non sempre fa il monaco e l’aria molto chic di Jacopo Strada non maschera il suo sguardo avido, che certo non invoglia a “comprare un’auto usata da quest’uomo”. Lionello Puppi è un po’ fuori tema con il suo articolo sul soggiorno italiano di El Greco –non ci sono che minimi accenni a Tiziano e al suo entourage– ma lo scritto è talmente ben impostato che si dimentica la scarsa attinenza con il tema della rivista.
La seconda parte del volume riporta un’ampia selezione di recensioni: libri, articoli mostre e convegni su Tiziano e dintorni. Non mancano taglienti stroncature, quasi fin troppo energica quella del testo di Pope-Hennessy uscito per Electa. Una varietà di argomenti e titoli davvero ghiotta per l’appassionato, testimonianza dell’inesauribile fascino che circonda l’opera del Vecellio.

antonella bicci


Studi Tizianeschi. Annuario delle Fondazione centro studi Tiziano e Cadore
N. 3/2005
Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2006
Pp. 128; illustrazioni b/n e colori; € 19; ISBN: 88-8215-993-0
Info: la scheda dell’editore –
http://www.exibart.com/profilo/editore.asp/idelemento/16

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