Dal 9 gennaio 2021, presso il cinema Arcobaleno di Napoli, è stato possibile imbattersi nell’opera 2049 di Lucas Memmola, un’installazione site specific, realizzata per una delle vetrine della storica sala del Vomero.
In genere, nei film la cui narrazione affronta la visione futura dell’umanità, quando c’è da imprimere una visione apocalittica, la scena più indicativa è quella di un cinema abbandonato oppure di un teatro. Parimenti, la desolazione e la decadenza sono espresse, in quelli non di fantascienza, nell’abbandono dei luoghi della cultura e soprattutto delle sale cinematografiche e teatrali. In questo periodo, musei cinema teatri biblioteche sono stati categorizzati come attività produttive ordinarie e hanno subito il blocco forzato.
Non credo che sia stata sbagliata la chiusura e non voglio assolutamente affrontare questo argomento, ma ciò che è emerso in maniera evidente e che essi sono sempre più identificati come spazi utilizzati per esercizi assimilabili alle ordinarie attività dell’uomo, non ritenuti fondamentali per il benessere sociale e collettivo. Ciò che Herbert Marcuse, in L’uomo ad una dimensione, riteneva deleterio per l’istruzione universitaria, cioè che la formazione dello studente di economia, giurisprudenza o ingegneria, per esempio, separata dalla formazione umanistica, costruiva individui omologati e asserviti alle forze capitalistiche, tecnici creati per il mercato, senza alcuna coscienza critica. Così, attualmente, anche il mondo della cultura e i suoi posti sono stati assimilati all’ordinaria funzione secondaria del vissuto e tacciabili di inutilità.
L’intervento pittorico è stato pensato, quindi, come forma di reazione alla sospensione delle attività culturali di questi mesi. Il fiore giallo, che è l’unica espressione di vita su di un cumolo di arida terra nel film di fantascienza Blade ranner 2049, è stato il simbolo dell’azione di Lucas Memmola.
Il giovane artista ha riflettuto proprio sulla chiusura forzata di questo luogo e ha voluto segnalare alla presenza umana, che transita per la strada adiacente alle saracinesche abbassate dello stabilite, l’anomala assenza, dalla vita quotidiana, di un involucro animato che, fin dalla sua nascita, è stato fondamentale per l’evoluzione socio-culturale dell’uomo. E così, in una vetrina esterna del cinema, dove di solito sono affisse le locandine pubblicitarie dei film in palinsesto, oggi vi è istallato un dipinto simbolo della rinascita dopo l’urto della decadenza.
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