Premio Faenza 2025, veduta della mostra
Le opere di cento artisti da tutto il mondo arrivano a Faenza, con la 63ma edizione del Premio Faenza – Biennale Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea, in programma al MIC fino al 30 novembre 2025. Un appuntamento che, con oltre 80 anni di storia, si conferma come uno degli osservatori più autorevoli per mappare lo stato dell’arte della ceramica contemporanea, linguaggio che, negli ultimi anni, ha conquistato crescente attenzione da artisti, pubblico e critica.
«È un dato molto interessante che conferma l’impegno che abbiamo profuso negli ultimi 25 anni, in cui, come ho più volte ripetuto, è cambiata la modalità di interpretare, leggere, accogliere la ceramica come linguaggio dell’arte contemporanea», ha spiegato Claudia Casali, direttrice del MIC Faenza e presidente della giuria internazionale che ha selezionato le opere in mostra insieme a Hyeyoung Cho, della Korea Association of Art & Design, Valentins Petjko, della Latvian Ceramic Biennale, e il curatore Marco Maria Polloniato.
Il tema di questa edizione è l’incertezza del nostro tempo, declinata nelle sculture e installazioni in mostra attraverso riflessioni su sostenibilità, fragilità umana, disuguaglianze, ambiente, guerre e rapporti tra uomo e cibo. Un caleidoscopio di sensibilità che trova nella materia ceramica una sintesi tra artigianalità e sperimentazione.
Tra le opere premiate, November di Hanna Miadzvedzeva (Premio Faenza over 35), un vaso dalla forma compatta e raccolta che riflette le forze naturali sulle emozioni umane: «Novembre è un periodo di ritiro e quiete, ho voluto rappresentare questo abbraccio di auto-riflessione», racconta l’artista. Nella sezione under 35, il premio va a Subtle conversations of states of mind di Léa Renard, installazione che si presenta come una wunderkammer ceramica in cui ogni pezzo narra una storia singolare pur fondendosi con l’insieme in un racconto corale tra individuo e collettività.
Il percorso espositivo comprende anche altre opere meritevoli di premi speciali, tra cui Rovine di Marta Palmieri (Premio Presidenza della Camera), Duet di Martin Smith (Premio Presidenza del Senato), Polvere di Francesco Ardini (Premio in memoria di Eleuterio Ignazi) e Sugar cage di Su Yen-Ying, Medaglia d’argento della rivista D’A, oltre a numerose menzioni d’onore – Tanagra’s Metamorphosis No. 1 di Claire Lindner, Scenery in the Kiln Fire di Wang Yuzhe, Silicon Homes IV, V di Rūta Šipalytė, Molorus di Juliette Clovis – che testimoniano la vitalità del linguaggio ceramico contemporaneo nelle sue sfumature scultoree, installative e poetiche.
Per il terzo anno consecutivo, il Premio Faenza ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica, a testimonianza dell’alto valore culturale che la biennale porta con sé, con uno sguardo internazionale e attento alle pratiche artistiche emergenti.
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