Arte e intelligenza artificiale, al Wegil di Roma torna Re:Humanism

di - 16 Maggio 2023

12 artisti provenienti da tutto il mondo, per immaginare il futuro prossimo, interpretando segni, codici, gesti, narrazioni della stretta contemporaneità: al via il 24 maggio, a Roma, negli spazi del WEGIL, la terza edizione di “Re:humanism”, progetto espositivo dedicato al rapporto tra Intelligenza Artificiale e arte contemporanea. Nell’hub culturale della Regione Lazio, gestito da LAZIOcrea, nonché edificio simbolo del razionalismo architettonico di Luigi Moretti, saranno esposte le opere di 12 artisti provenienti da tutto il mondo: Joey Holder, Riccardo Giacconi, Alice Bucknell, Robertina Sebjanic, Sahej Rahal, Pier Alfeo, Ginevra Petrozzi, Federca di Pietrantonio, Yue Huang, Mara Oscar Cassiani, Albert Barqué-Duran, Luca Pagan.

Curata da Daniela Cotimbo e intitolata “Sparks and Frictions”, la mostra sarà visitabile fino al 18 giugno e indagherà, nelle sue molteplici declinazioni, il rapporto tra creatività umana e intelligenza artificiale, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e inclusivo, al di là del fanatismo tecnocratico. In mostra le opere dei finalisti della terza edizione del Re:humanism Art Prize, selezionati dopo una call for artist svoltasi nei mesi scorsi e che ha invitato gli artisti a riflettere sulle radicali trasformazioni che si prospettano all’orizzonte. A queste opere si aggiungono poi i due progetti del Premio Digitalive di Romaeuropa, che verranno presentati in autunno nell’ambito del Romaeuropa Festival mentre fra le novità di quest’anno l’assegnazione del Premio Speciale Salvatore Iaconesi, dedicato al geniale artista, ingegnere robotico e attivista recentemente scomparso.

Albert Barqué-Duran, Slowly Fading into Data
Alice Bucknell, The Martian Word for World is Mother

Tra nuove ecologie e nuove narrative, dati come risorse ambientali, progresso scientifico e decolonizzazione, biohacking, realtà virtuale e inconscio macchinico, si andrà dunque a delineare una cartografia del futuro che ci attende dietro l’angolo. In questi territori si muovono dunque le opere presentate dalla terza edizione di Re:humanism, a partire dalle prime tre classificate: Zoophyte, dell’inglese Joey Holder ispirata dalla criptozoologia, che delinea un ambiente popolato da creature marine inventate; il progetto dal titolo Monologo di Riccardo Giacconi, che unisce le antiche tecniche del teatro di figura alle reti neurali artificiali; The Martian Word for World is Mother dell’artista nord americana Alice Bucknell, un lavoro che intende ribaltare la prospettiva antropocentrica che domina le questioni legate all’esplorazione spaziale e alla colonizzazione di nuovi pianeti. L’Emerging Prize è stato invece assegnato ad Artificial Life, opera con la quale l’artista e designer cinese Yue Huang ci mette di fronte ai fallimenti di una AI goffa e divertente.

Pier Alfeo, CIĂ’ CHE RESTA
Robertina Sebjanich, Echinoidea future – Adriatic sensing, photo by Tanja Kanazir
Federica Di Pietrantonio, Farming

Sul fronte delle “nuove ecologie” si iscrivono invece sia Echinoidea Future – Adriatic Sensing dell’artista slovena Robertina Šebjanič e Ciò che resta di Piero Alfeo. L’intersezione fra mondo naturale e tecnologia è invece centrale nell’opera Mythmachine dell’indiano Sahej Rahal, mentre nel lavoro di Ginevra Petrozzi dal titolo Bite Off More Than You Can Chew, l’analisi facciale eseguita dall’IA viene messa in dialogo con gli antichi sistemi di divinazione somatica. Le trasformazioni delle relazioni sociali e quelle identitarie sono il territorio in cui si muovono sia Farming, della giovane artista romana Federica di Pietrantonio, sia l’opera di Mara Oscar Cassiani che si aggiudica il Premio Speciale Salvatore Iaconesi, ovvero Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3. I broke up with my Ai and will never download them again.

Mara Oscar Cassiani, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 . I broke up with my Ai and will never download them again
Riccardo Giacconi, Sipario, installation view, Kunstraum Lakeside. Photo: Johannes Puch
Sahej Rahal, Mythmachine

Infine, i due progetti del Premio Digitalive che verranno presentati in autunno al Romaeuropa Festival: Slowly Fading into Data di Albert Barqué-Duran – che grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate punta a creare nuove esperienze spaziali e temporali – e Retraining Bodies, una lecture-performance che esplora inedite possibilità di interazione Uomo-Macchina attraverso il suono.

Yue Huang, Artificial life: One Leg at a Time
Ginevra Petrozzi, Bite Off More Than You Can Chew
Luca Pagan, Retraining Bodies

12 progetti in totale, dunque, selezionati da una giuria composta dagli organizzatori, da esperti di arte contemporanea e nuove tecnologie digitali: Alfredo Adamo, CEO di Alan Advantage; Andrea Bellini, Direttore del Centre d’Art Contemporain di Ginevra; Ilaria Bonacossa, Direttrice del Museo Nazionale Arte Digitale, Carola Bonfili, artista finalista della seconda edizione del Re:humanism Art Prize, Tiziana Catarci Direttrice Dipartimento Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale (DIAG) dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza; Daniela Cotimbo fondatrice e curatrice del progetto Re:humanism; Mauro Martino, fondatore e direttore del Visual Artificial Intelligence Lab all’IBM Research; Laura Tripaldi, dottoranda in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali all’Università di Milano Bicocca  e curatrice della webzine Not di NERO edizioni.

Alla giuria si aggiungono: la commissione che ha assegnato il Premio speciale Salvatore Iaconesi, costituita dai componenti di HER: She Loves Data, progetto di ricerca dell’artista, co-fondato assieme alla compagna Oriana Persico; e la commissione che ha assegnato il Premio Digitalive di Romaeuropa, composta dagli organizzatori e da Federica Patti, curatrice della rassegna Digitalive.

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