Janet Biggs, Can't Find My Way Home, 2015, Videoinsight Collection
Fino al prossimo marzo 2026, nella palazzina B di Flashback (al “Circolino”), poliedrico luogo in pieno centro città immerso in un contesto naturalistico unico, sarà possibile visionare una selezione di 21 opere della Collezione Videoinsight legate al tema della trasformazione, rinascita e bellezza interiore, prendendo come spunto il ciclo vitale della Farfalla, ma anche dalle origini del luogo ospitante, un ex brefotrofio, oggi convertito in luogo di ecosistema artistico, con intento di ospitalità e accoglienza umana.
La collaborazione con la fondazione Videoinsight viene definita «un’unione tra collezionismo e benessere, un dono» dalla direttrice di Flashback Ginevra Pucci. Le opere video di Janet Biggs, Maurizio Camerani, Emilia Faro, Michael Fliri, Kate Gilmore, Goldiechiari, Vlatka Horvat, Polina Kanis, Ali Kazma, Edson Luli, Marcos Lutyens, Ursula Mayer, Marcello Maloberti, Masbedo, Hans Op De Beeck, Fabrizio Passarella, Cheryl Pope, Stacks, Sissi, Michele Tombolini e Ulla Von Brandenburg affrontano la tematica del cambiamento, dell’evoluzione e della metamorfosi, con un susseguirsi di video ad alto impatto visivo ed emozionale, tra loro estremamente diversi a partire dagli anni di realizzazione e dall’approccio di interazione con il fruitore.
La rassegna diventa fulcro di osservazione dell’essere umano, tra dolore, solitudine, vulnerabilità, slancio, intimità, controllo, che rappresentano tutte fasi legate alla trasformazione dell’essere umano, reinterpretate dalle opere dei video artisti e in occasione della conferenza stampa raccontate al pubblico, con un coinvolgimento dello stesso attraverso un talk interattivo, curato da Tita Giunta, professionista di arte terapia.
Ne è risultato un momento formativo e di scambio, di dimensione partecipativa, raggiungendo quello che è l’obiettivo della rassegna Butterfly, ossia creare «l’interazione e il dialogo, il contagio emotivo e la spontaneità, ma anche la comunanza sul senso dell’arte e della sua condivisione», come ci racconta Rebecca Russo. Le opere invitano anche all’intuizione e alla presa di consapevolezza, in maniera libera per favorire la percezione emotiva, tra suoni, pause, loop ed espedienti temporali, in una ritmicità coinvolgente.
«L’obiettivo è il coinvolgimento emotivo e intellettuale. Ci aspettiamo che il pubblico entri in relazione con le opere, provando emozioni, stimolando riflessioni, insight o interrogativi – ci racconta inoltre Rebecca Russo – favorendo uno sguardo critico o poetico dello spettatore, invitandolo a scoprire qualcosa di nuovo o a vedere da una prospettiva diversa».
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