ARTOUR-O il MUST, Asuncioa El Tercer Ojo al Cabildo
«Non potevo certo resistere alla tentazione di vedere ARTOUR-O all’opera con le tecniche della lavorazione della ceramica, del vetro o del ferro, grazie ai due Maestri che ci ospitano. Superfluo dire che questa nuova “frontiera”, questo spazio inedito e insolito attrae oltre ogni dire ed è un ottimo modo, costruttivo e divertente per iniziare il nuovo anno». Con queste parole Tiziana Leopizzi stuzzica la curiosità della nostra fantasia e invita a trascorrere il Capodanno a Poncarale, nel laboratorio anzi, LaVoratorio, di Giuliana Geronazzo e Giacomo Filippini, con cui condivide l’idea del progetto, ovvero che l’arte e la cultura migliorino la qualità della vita.
A partire dall’inaugurazione, e fino al 6 gennaio, grazie a questo incontro, in questo luogo, il tema della pareidolia, le cui potenzialità sono poco sfruttate, troverà il modo di mettersi alla prova: la tendenza a riconoscere forme e figure in ciò che è indefinito – filo conduttore dell’edizione presentata a Firenze dopo il successo ad Asunción, in Paraguay, che univa artisti italiani e paraguaiani in una riflessione condivisa sul potere percettivo dell’arte – è un invito a “vedere oltre” la superficie, a esercitare quello sguardo interiore che unisce immaginazione e consapevolezza.
Il termine pareidolia si deve ai Greci, maestri senza tempo che hanno individuato ogni comportamento umano, tra cui – appunto – anche la tendenza della mente umana, che è fondamentalmente teleologica, a rasserenarsi quando può riordinare in una sua forma quanto appare privo di senso. A Poncarale sarà possibile osservare 51 pezzi unici, realizzati dagli artisti selezionati dalla Commissione italo-paraguaiana, di cui 33 paraguaiani e 18 italiani che hanno preso spunto da quanto vedevano sulla superficie della scultura di Hermann Guggiari nel Parco de las Armas di fronte al Palazzo del Cabildo per dare forma al tema attraverso una serie di rolli con cui il pubblico potrà confrontarsi fino ad avvicinarsi ai segreti delle diverse tecniche, tra incontri e conferenze.
Appuntamento dunque con un Capodanno in laboratorio, dove l’arte non celebra se stessa, ma apre spazi di relazione, tra artisti, pubblico, territorio e pensiero vuole stimolare un nuovo sguardo, più lento, più attento, più curioso, suggerisce di cambiare luogo e ammonisce ad allenare il Terzo Occhio.
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