Una guida alla XV Florence Biennale, attraverso le opere di otto artisti

di - 23 Ottobre 2025

Il tema conduttore della XV Florence Biennale è The Sublime Essence of Light and Darkness. Concepts of Dualism and Unity in Contemporary Art and Design e in effetti il rischio che gli oltre 500 artisti espositori rimangano in ombra, rispetto allo sfolgorante brillio dei nomi di Tim Burton e Patricia Urquiola sussiste. Ma occorre dire che l’edizione 2025 della biennale d’arte fiorentina ospita bellissime opere e occorre solo un po’ di buona volontà e scarpe comode per andare a trovarle nei meandri della Fortezza di Firenze, lo spazio fieristico dove si tiene la manifestazione. Di seguito qualche suggerimento, senza pretesa di esaustività, visto il numero considerevole degli artisti presenti – più di 550 e provenienti da oltre 85 Paesi – e la superficie enorme che occupa l’evento: 11mila metri quadrati.

In ambito figurativo e pittorico, incontriamo Ramona Russu, artista rumena che vive e lavora in Corsica ed esprime eleganza e raffinatezza attraverso la brillantezza della foglia d’oro e le tinte cupe dell’acrilico, con una tecnica tanto complessa quanto affascinante. L’opera in mostra è Dualità e in essa la luce e l’oscurità non si oppongono ma coesistono, si rispondono e si rivelano a vicenda.

Sulla superficie nera, profonda e silenziosa, sottili crepe si aprono lentamente, lasciando affiorare l’oro nascosto. Da queste fenditure nasce un volto fragile, sospeso, generato dall’equilibrio degli opposti. Il nero non è assenza di luce ma la sua stessa condizione. L’oro, simbolo di purezza e di trascendenza, si manifesta solo attraverso la frattura della materia oscura.

Il viso femminile che “affiora” sulla superficie dorata mostra la vulnerabilità dell’essere donna e il continuo alternarsi di stati d’animo caratteristico della psiche femminile e della sua estrema sensibilità viene reso attraverso quell’incontro/scontro tra l’oro e oscurità che compone e scompone, assembla e divide, costruisce e decostruisce le sembianze e la personalità.

Patrizia Casagranda, Balloon girl, Embrace Hope, Florence Biennale 2025

Completamente diverso ma non meno originale è, invece, il linguaggio artistico della tedesca Patrizia Casagranda, che realizza opere chiaramente ispirate alla urban art e “risponde” alla Girl with Balloon di Banksy attraverso il suo trittico Balloon Girl – Embrace Hope, in cui bambine sorridenti, dai tratti somatici ben definiti che mostrano l’appartenenza a etnie diverse, abbracciano ben stretto un cuore che significa speranza, pace e amore. Una riflessione sull’importanza di reagire e accaparrarsi fieramente quella parte di felicità a cui tutti abbiamo diritto, senza rinunce, senza disillusione ma permettendo ai sogni di tornare realtà.

Casagranda utilizza una tecnica da lei stessa ideata chiamata “Sculptural dot painting”, che coniuga gli stencil con il gesso e che conferisce alle opere una caratterizzazione particolare, restituendo intatta la sensazione che si prova osservando la Street art nel suo contesto abituale. Nel trittico è presente anche un QR Code con cui sentire la colonna sonora dell’opera, ossia la canzone The art balloon song cantata da Bulat Okudzhava (1979), un inno alla pace e alla speranza.

Giardini immaginari

In ambito fotografico, l’artista brasiliana Juliane Fuganti, docente dal 1991 presso l’EMBAP–UNESPAR e successivamente direttrice del Centro de Artes tra il 2014 e il 2016, propone l’opera Giardini immaginari con l’intento di mostrare un’immagine di un’oasi creativa silenziosa, come è quella del giardino, in contrasto con la realtà turbolenta delle città, attraverso la quale lo spettatore possa trascendere lo spazio secondo la propria sensibilità. Realizzata partendo da registrazioni fotografiche della Mata Atlântica nella regione di Cabaraquara, litorale del Paraná, l’opera intende creare uno spazio di protezione per chi vi entra e si lascia condurre dalle sensazioni di pace e introspezione di questo scenario bucolico e immaginifico.

Anche la fotografa finlandese, architetta e ingegnera, Pyry Luminen si concentra sul soggetto della natura ma lo fa con esiti diversi, lasciandosi guidare dalle forme e dai colori ottenuti attraverso la macrofotografia che restituisce nelle due opere in mostra, Cosmic energy e Cosmic light. La natura attraverso un obiettivo macro, rivelando mondi nascosti, permette di restituire un nuovo significato alla bellezza trascurata del nostro ambiente naturale.

Le opere presentate alla Biennale di Firenze sono state scattate sul lago Kaukajärvi, vicino a casa mia a Tampere, in Finlandia, a fine marzo 2025. Quando il sole primaverile ha iniziato a riscaldare la superficie ghiacciata, ha creato un dialogo tra acqua e ghiaccio, dove strati di texture ghiacciate si intrecciavano con resti di foglie autunnali e semi di alberi intrappolati sotto la superficie. Ingranditi, questi dettagli evocano un paesaggio cosmico, come se guardassero in un’altra dimensione, offrendo sfumature cromatiche e bagliori metallici assolutamente inediti e di grande impatto visivo.

Cosmic light

La scultura trova indubbiamente un esito sensuale e affascinante nell’opera dell’artista austriaco Christopher Jörg Schlesinger, scultore del legno, che esplora i temi dell’adesso, della fuga, della ricerca e dell’equilibrio, spesso trasformando enormi tronchi viventi in forme che appaiono sorprendentemente delicate, eleganti e si muovono libere e lievi nello spazio. Come si nota in Lifelines, silhouette femminile realizzata in legno di noce, in cui le sfumature naturali del legno sottolineano la tensione vitale espressa con notevole forza evocativa.

Alla Biennale sono presenti anche le due opere, Add some heart e Provoking realizzate per il tema della mostra, che ripropongono l’opposizione oscurità e luce in maniera originale e provocatoria. A proposito del suo lavoro, l’artista afferma: «Chiunque voglia capirmi deve solo guardare il legno che ho lavorato, sentito e percepito profondamente perché esso rivela tutto ciò che la mia anima aveva da dire in quel momento».

Christopher Jörg Schlesinger

È il ritorno alla cultura classica greca il tema portante dell’opera di Alexandra Kapogianni, scultrice greca che vive e lavora in Germania e che propone tre opere connotate da delicatezza, profondità di pensiero e grande sensibilità culturale e artistica. After the battle, scultura in resina acrilica, mostra un centauro tornato da uno scontro bellico e colto in un momento di riflessione: il volto è scavato, l’espressione assorta, il corpo riporta le ferite fisiche ma anche morali. Si tratta di un lavoro di grande intensità emotiva, drammatico nel suo potere espressivo che mostra i temi portanti dell’opera della Kapogianni, ossia il contrasto tra forza e vulnerabilità, bellezza ideale e imperfezione.

After the battle

Altre opposizioni dualistiche si evidenziano invece nelle due opere realizzate per Florence Biennale, ossia Persephone, ancora una scultura in resina acrilica, in cui risaltano i concetti di oscurità e luce, vita e morte, declinati con un’eleganza formale e una raffinatezza considerevoli, e Fragments of the future, in marmo artificiale, in cui è la dicotomia passato/futuro a essere determinante.

Fragments of future

Infine le arti tessili. Fantasiosa e assolutamente inedita Eva, l’opera di Marila Zanella, artista e artigiana italiana di Belluno, che decora poltrone e divani antichi restituendoli a una nuova vita, rendendoli ritratti e caricandoli di significati e istanze che muovono da metafore del mondo interiore e delle personalità a cui si ispirano.

Eva, in particolare, è l’opera presente alla Biennale ed è una poltrona che nasce come autoritratto dell’artista per poi assurgere a un significato più universale e rappresentare l’essere donna, il carattere spesso estroverso e estroso che connota l’universo femminile e qui rappresentato dallo schienale a forma di cuore, decorato con fiori di vario tipo, che tuttavia nasconde una sensibilità e un’interiorità complesse, spesso ignorate o dissimulate ma, tuttavia, profonde e cariche di un groviglio di emozioni e sensazioni complesso e difficile da dipanare, qui visibile nell’intensità dell’espressione del volto posto alla sommità dello schienale.

Eva

Per concludere, è impossibile non citare Jules Visser, artista olandese che vive e lavora a Firenze realizzando arazzi moderni con varie tecniche (tufting, punchneedle, ricamo, ecc.). Vincitrice dell’European Textile Award 2024 alla European Textile Academy di Bolzano con l’opera Maddalena dolente, ora visibile nel suo atelier fiorentino Taftique, è presente alla Florence Biennale con Oltre l’arcobaleno, opera realizzata partendo dal fiore come elemento naturale e reinterpretato in versione geometrica.

Maddalena Dolente, ph. Olga Makarova

La composizione cromatica, che si riferisce al dipinto di Sonia Delaunay, si connota, come sempre avviene per le opere di Visser, per la delicatezza della visione artistica e la gentilezza del pensiero che la genera, ma anche per l’attenzione alla questione ambientale, visto che l’autrice lavora con materiali riciclati che essa stessa reperisce a Prato e in varie altre località. Una nuova concezione di arazzo, quella di Vissers, che si dimostra anche estremamente inclusiva, vista la fruizione anche tattile delle sue opere realizzate con texture diverse e dunque capaci di attivare canali sensoriali ulteriori rispetto al solo visivo.

Oltre l’arcobaleno

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