Luciano e Maud Giaccari. Courtesy La Biennale di Venezia
Artista d’avanguardia e giornalista, Maud Ceriotti Giaccari è morta il 25 luglio 2025 all’età di 86 anni. A darne la notizia, il Presidente, il Direttore Generale, la Responsabile dell’Archivio Storico, il Consiglio di Amministrazione e La Biennale di Venezia, «ricordandola con profonda stima e affetto». La sua dedizione al mondo dell’arte ha unito ricerca creativa e militanza tra le fila della neoavanguardia. Attiva fin dalla seconda metà degli anni Sessanta, ha poi intrecciato la sua attività con quella del marito Luciano Giaccari, con il quale fondò a Varese Studio 970 2,continuando ad abbracciare e interpretare le correnti che hanno accompagnato la progressiva dematerializzazione dell’opera d’arte. Nel 2024 Maud Giaccari aveva avviato, insieme all’Archivio Storico della Biennale di Venezia, il riordino e valorizzazione del Fondo Luciano e Maud Giaccari, con il forte desiderio di lasciare una memoria ordinata, accessibile e viva della propria opera e di quella del marito. Un accordo grazie al quale la loro ricerca continuerà a vivere, essere fruibile e propagarsi nel tempo.
Un laboratorio di visioni, una raccolta vivida di gesti, immagini, voci e corpi: così si potrebbe sintetizzare l’eredità di Luciano Giaccari (1934 – 2015) e Maud Ceriotti Giaccari, che oggi riceve un importante riconoscimento con l’ingresso del loro fondo nell’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.
Frutto di oltre 40 anni di lavoro pionieristico nella produzione e nella documentazione audiovisiva delle arti, l’Archivio Giaccari rappresenta una delle raccolte più ampie e articolate di video d’artista in Italia e in Europa. Nato a Varese alla fine degli anni Sessanta con la fondazione dello Studio 970/2, lo studio-laboratorio di Luciano Giaccari ha registrato e custodito materiali unici legati alle avanguardie performative e visive dagli anni Settanta ai primi Novanta. Tra le didascalie di questo archivio battono le presenze di Joan Jonas, Vito Acconci, Lucinda Childs, Gina Pane, Robert Wilson, Living Theatre, autori che hanno segnato il tempo con la radicalità dei loro linguaggi.
L’accordo tra Maud Ceriotti Giaccari, erede e unica proprietaria del fondo, e la Biennale di Venezia prevede un programma integrato di acquisizione, riordino, restauro e digitalizzazione. La catalogazione riguarderà i videotape e i materiali cartacei ed editoriali, le attrezzature d’epoca, i dipinti e le sculture che completano l’universo polimaterico dei Giaccari. Il progetto sarà svolto secondo criteri filologici rigorosi, per ricostruire le relazioni fra contenuti audiovisivi e tracce documentali, favorendo l’accessibilità ai materiali da parte di studiosi, studenti e ricercatori.
L’Archivio Giaccari va infatti ad affiancarsi a fondi e raccolte storiche come quelli di Luca Ronconi, Lorenzo Capellini, Tullio Kezich, Gian Piero Brunetta, Nuova Icona, Palazzo Grassi/FIAT, andando a costituire un importante tassello nel complesso mosaico della cultura visiva e performativa degli ultimi decenni, messo insieme dalla Biennale di Venezia
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