Mario Carlo Iusi. Luminis, veduta dell'installazione sul fiume Tevere, Roma, 2025. Foto di Stefania Cianfroca
Il Tevere si è illuminato di una nuova presenza monumentale: è stata inaugurata il 20 settembre, a l’installazione Luminis di Mario Carlo Iusi, curata da Tevereterno con la collaborazione di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto – dove l’artista ha condotto una residenza nel 2024 -, Artivazione e Acqua Foundation. L’opera, lunga 500 metri, si snoda sul muraglione della riva destra tra Ponte Sisto e Ponte Mazzini, con una sequenza di cornici rettangolari luminose di dimensioni variabili.
«Siamo lieti di celebrare i 20 anni di Piazza Tevere con un intervento a scala monumentale come lo spazio immaginato dell’artista statunitense Kristin Jones richiede», ha dichiarato Giorgio de Finis, da un anno presidente dell’associazione Tevereterno. «Quella di Piazza Tevere è una “cornice” davvero unica nel suo genere, perché qui nel cuore di Roma l’arte contemporanea è invitata a confrontarsi con uno spazio pubblico che contiene un fiume».
Nell’opera dell’artista, nato ad Alatri nel 1995, la luce diventa materia critica, guidando lo sguardo del passante a soffermarsi su ciò che spesso rimane invisibile: i vuoti, le cesure, gli interstizi della città. L’assenza diventa così campo di relazione, superficie capace di raccontare tanto le stratificazioni storiche di Roma quanto le tensioni del presente.
L’opera site specific offre una doppia modalità di fruizione: la visione panoramica dalla riva opposta e dai ponti, dove la sequenza di cornici si staglia come un fregio contemporaneo, e l’esperienza ravvicinata dalla banchina, che invita alla lentezza e alla scoperta dei dettagli luminosi inscritti nello spazio urbano. In questa prospettiva, Luminis si pone in dialogo ideale con Triumphs and Laments di William Kentridge, realizzato nello stesso luogo nel 2016.
«È proprio a partire da questa eredità che l’opera di Iusi si inserisce criticamente nella vasta portata simbolica dell’elemento-muro. Nella storia umana il muro ha rappresentato – e continua a rappresentare – una linea tracciata per difendere e separare, una barriera che ha diviso territori, popoli, culture, divenendo strumento di esclusione. Luminis ne propone un ribaltamento semantico: il muro, da confine invalicabile, diventa piano di relazione. La luce non incornicia il passato come reliquia, ma lo rilancia nel presente come esperienza viva, condivisibile, interpretabile. In un mondo segnato da barriere materiali e simboliche, l’opera invita alla convivenza: pone le persone una accanto all’altra, in ascolto, non solo del luogo, ma anche dell’altro che osserva con noi», si legge nel testo critico di Claudia Pecoraro.
Essendo stata concepita per dialogare con vestigia monumentali, l’installazione presenta una tecnologia non invasiva, rispettosa delle murature storiche e totalmente reversibile. Le cornici vengono infatti installate con un sistema di contrappesi e tiranti che consentono di non dover realizzare nessun foro. Tutti i materiali, cornici comprese, a contatto con la pietra, sono ricoperti da rivestimenti gommati, a protezione ulteriore anche delle superfici più fragili.
Luminis resterà visibile ogni giorno dal crepuscolo fino al 15 ottobre 2025 mentre due appuntamenti pubblici approfondiranno il progetto: una passeggiata notturna tra arte e scienza il 2 ottobre e una sessione collettiva di yoga e meditazione il 12 ottobre.
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