A Milano la chiesa sconsacrata di San Paolo Converso rinasce come spazio per la creatività contemporanea: l’edificio seicentesco, costruito a partire dal 1549 per volontà della contessa Paola Lodovica Torelli e destinato originariamente alle Madri Angeliche, ospiterà infatti la nuova sede della Galleria Deloitte. Lo spazio è stato affidato in locazione alla multinazionale, attiva nei servizi professionali alle imprese, ed è formalmente ancora di proprietà della vicina parrocchia di Sant’Eufemia. Nella stessa giornata Deloitte ha inaugurato anche Solaria Space, il nuovo hub interamente dedicato all’Intelligenza Artificiale Generativa.
Pur conservando l’impianto decorativo originario e l’accesso da piazza Sant’Eufemia, la nuova Galleria Deloitte si inserisce nel tessuto del cosiddetto Campus Deloitte, un vasto complesso recentemente ristrutturato che ospita, tra le altre cose, un auditorium, una food court, uno spazio radiofonico e ora anche un hub dedicato all’intelligenza artificiale generativa. Il programma della Galleria sarà incentrato sul dialogo tra pratiche artistiche e strumenti tecnologici.
«Oggi con l’apertura della Galleria Deloitte e dei Solaria Space, i nostri spazi interamente dedicati alla GenAI, inauguriamo ufficialmente il Campus Deloitte nel cuore di Milano», ha detto Fabio Pompei, ceo di Deloitte Central Mediterranean. «Questo luogo non sarà solo “casa” per gli oltre 6500 professionisti di Deloitte di Milano, ma vogliamo che sia anche un luogo di scambio con tutta la città: dalle imprese alle istituzioni, dal terzo settore al mondo dell’arte e della cultura».
La storia della chiesa stessa non è estranea a questi passaggi di destinazione. Dopo le soppressioni religiose settecentesche e napoleoniche, San Paolo Converso ha conosciuto l’abbandono, l’uso come deposito, una ristrutturazione negli anni ’30 progettata da Paolo Mezzanotte e, più di recente, interventi di conservazione e adattamento. La sua nuova funzione si inserisce dunque in una lunga genealogia di trasformazioni d’uso, che si intrecciano con la questione dell’identità culturale urbana.
A inaugurare il nuovo spazio è Liturgica, un’installazione di Giuseppe Lo Schiavo, artista classe 1986, noto per il suo approccio sperimentale e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come mezzo espressivo. L’opera, costruita con tecniche di generative IA, si sviluppa come un flusso visivo continuo che attinge alla memoria liturgica dello spazio per sovvertirla, ricodificandola in una narrazione ipnotica fatta di corpi, materia, animali in metamorfosi.
«Liturgica è un viaggio visivo che si sviluppa come un’allucinazione: sequenze che scorrono, si trasformano, si dissolvono, senza inizio né fine. Corpi, animali, materia — tutto è immerso in un flusso che somiglia all’acqua: viva, imprevedibile, sacra», così Lo Schiavo ha presentato l’installazione artistica con cui è stata inaugurata la Galleria Deloitte. «Liturgica non celebra l’autonomia della macchina, ma la responsabilità e il potere dell’essere umano nel darle forma, nel dirigerne la rotta, nell’assumersi la paternità del proprio stesso futuro. Come l’acqua, l’IA non possiede volontà: siamo noi a costruire le navi, a scegliere come attraversarla», spiega l’artista.
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