Torna in scena Palazzo Strozzi. Non solo mostre, ma un cantiere di creatività aperto alla città e alle esigenze del contemporaneo. Grande scommessa per la Fondazione Palazzo Strozzi, illustrata dal direttore generale James Bradburn, che ha presentato il programma triennale 2007/2009 e gli obiettivi da raggiungere. “Il più bel cubo del Rinascimento” è oggi uno splendido contenitore che va riempito di “sostanza”. Si delineano chiaramente le grandi mostre, ma è ancora vago il contenuto che riguarda l’arte contemporanea e l’uso della Strozzina, spazio ad essa deputato.
Tre progetti diversi per i tre spazi pubblici dell’edificio (Piano nobile, Strozzina e Cortile), con particolare attenzione ai giovani e agli standard internazionali. Piano nobile a parte, dove le grandi mostre la faranno da padrone, per il resto tra sushi, tacos e multimedialità si intravedono progetti ancora nebulosi. La visione strategica si basa sul motto Think global, act local e tende a valorizzare Palazzo Strozzi per incoraggiarne l’uso ripetuto in una visione internazionale con proposte culturali durante tutto l’anno -mostre, eventi, conferenze- adatte ad un pubblico di generazioni, origine e orizzonti culturali differenti.
Il Cortile è pensato come uno spazio dinamico di scambio e di attività nel quale troveranno naturale collocazione caffè/bar, libreria e certamente una mostra permanente sulla storia di Palazzo Strozzi, poi un’installazione artistica all’anno, performance, concerti e film. Molta, forse troppa, carne al fuoco…
Il grande evento espositivo Cézanne a Firenze (promosso e prodotto dall’Ente Cassa di Risparmio) inaugurerà la nuova stagione nel prossimo marzo. 100 opere oggi disperse in tutto il mondo, ma raccolte a Firenze nei primi anni del Novecento da Egisto Paolo Fabbri e Charles Alexander Loeser, intraprendenti ed arguti collezionisti che compresero per tempo il valore artistico di Paul Cézanne. Seguirà in
Il 2009 vedrà, nell’ambito delle celebrazioni Galileiane, in Macrocosmo (Galileo e la rappresentazione dell’Universo nella storia della civiltà) un’esposizione storico-scientifica dedicata alla rappresentazione dell’universo dall’antichità fino all’invenzione del telescopio. Per finire in bellezza Dolci inganni (l’illusione del vero dall’antichità al contemporaneo): 200 opere che raccontano l’intrigante e spettacolare storia del trompe-l’oeil, dai mosaici greco-romani ai capolavori dell’arte europea dal Trecento ai giorni nostri.
E il contemporaneo? “Contemporaneo non è ciò che si fa, ma come si fa”, asserisce James Bradburne evidenziando una visione della contemporaneità in termini di approccio ai contenuti. Condivisibile l’approccio, aspettiamo però anche il contenuto.
daniela cresti
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Firenze non ce la puo' fare, spiacuede.