Quando la banca diventa galleria: 100 artisti di tutta Italia per BCC Iccrea

di - 4 Dicembre 2025

Molti giovani talenti dell’arte contemporanea italiana guardano all’estero per trovare spazi di crescita e riconoscimento. Eppure, in un Paese che ha nell’arte una delle sue radici più profonde, proprio la contemporaneità artistica rappresenta oggi un terreno fertile per nuove energie, linguaggi e visioni. L’Italia è costellata di contesti creativi e talenti vivaci, spesso distanti dai poli più consolidati del mercato culturale, ma ricchi di storie, competenze e ambizione. In questa pluralità risiede una straordinaria opportunità: far emergere, sostenere e connettere le realtà dove il futuro dell’arte sta già prendendo forma. Il Gruppo BCC Iccrea ha scelto di investire in questa ricchezza diffusa, trasformando la propria presenza capillare in una leva culturale.

La seconda edizione di BCC Arte&Cultura, presentata al Museo MUDEC di Milano l’1 dicembre, in presenza del Presidente di Iccrea Banca Giuseppe Maino e dal Direttore Generale Mauro Pastore, nasce da un tema semplice nella formulazione ma di vasta portata nelle conseguenze: portare opportunità alle nuove generazioni e riconoscere la cultura come fattore di sviluppo sostenibile. Pastore lo ha spiegato con chiarezza: l’economia dei territori cresce solo quando cresce anche la consapevolezza culturale di chi quei territori li abita.

Il progetto si articola su tre assi principali – arte contemporanea, educazione visiva e promozione della lettura – che non vengono proposti come iniziative parallele, ma come parti di un’unica strategia: rendere la cultura un’infrastruttura territoriale, tanto quanto lo sono i servizi bancari.

Luca Gioacchino Di Bernardo

Gli artisti: un museo diffuso che nasce dal merito

La parte dedicata alla produzione e valorizzazione artistica è curata da Cesare Biasini Selvaggi, con il supporto di un comitato scientifico composto da Mario Bronzino, Simone Ceschin, Anna Mostardi e Matteo Scabeni, e rappresenta la più vasta ricognizione realizzata negli ultimi anni sull’arte italiana under 35. Due anni di lavoro, studio, visite negli atelier, selezioni rigorose: più di 100 artisti provenienti da tutta Italia, scelti per merito e con una concreta parità di genere.

La caratteristica che rende questo progetto radicale è che le opere verranno esposte nelle sedi e nelle filiali delle banche di credito cooperativo, nelle fondazioni e nei palazzi che appartengono al sistema BCC. Vale a dire: proprio nei luoghi in cui quegli artisti sono nati o cresciuti. Alcuni artisti, infatti, lavorano già all’estero ma trovano qui l’occasione di riallacciare un rapporto creativo con la comunità di partenza.  È una forma di committenza diffusa che restituisce agli artisti il ruolo di interpreti del proprio contesto originario.

Francesca Marengo

Dal punto di vista dei contenuti emerge con forza un orientamento comune: il tema della memoria. Non una memoria musealizzata o nostalgica, ma quella che offre appigli per progettare il futuro. Una memoria che crea identità e impedisce di scivolare nella “passività” tecnologica. I media utilizzati sono eterogenei: dalla pittura, passando per la fotografia e il digitale alle arti performative.

Tra gli artisti selezionati — solo per citarne alcuni e dare un’idea della varietà di linguaggi e visioni — ci sono: Luca Boffi, con installazioni che intrecciano natura e tecnologia; Francesca Marengo, che indaga il tempo nelle sue stratificazioni fotografiche; Luca Gioacchino Di Bernardo, con disegni monumentali che sfumano nel simbolico; Giuseppe Lo Cascio, che lavora con archivi e memorie materiali; Chiara Calore, che attraverso la pittura esplora tensioni intime e misteriose.

C’è poi un ulteriore dato interessante: il 55% degli artisti selezionati non è rappresentato – non ancora, perlomeno – da una galleria. Questo dettaglio, spesso ignorato, spiega quanto sia sempre più necessario un attore capace di assumersi il rischio del nuovo. È ciò che Biasini Selvaggi ha sapientemente definito “leadership adattativa”: la disponibilità a sostenere opere e visioni che all’inizio possono disorientare significa talvolta scommettere sull’ignoto. Ma se un’opera non ci spiazza almeno un po’, all’inizio, forse non sta raccontando davvero il mondo in cui viviamo o quello che potremo rappresentarci in futuro.

Scuola, lettura e patrimonio culturale

Guardare un’opera d’arte significa quindi impegnarsi a decifrare il mondo. Non si tratta solo di capire “cos’è”, ma di interrogarsi su ciò che ci e la circonda. Per questo, il secondo fronte del progetto promosso da BCC riguarda la didattica, con il coinvolgimento di oltre quaranta scuole secondarie di primo grado distribuite tra città e piccoli comuni. L’obiettivo è portare l’arte dentro la vita quotidiana di ragazze e ragazzi che troppo spesso la incontrano soltanto attraverso i libri di storia.

Il curatore Stefano Cravedi ha ampliato la piattaforma digitale Percorsi Didattici, che ora raccoglie centocinquanta opere del patrimonio BCC ed è concepita come un percorso educativo completo: schede operative per la classe, domande di interpretazione, collegamenti interdisciplinari, proposte di laboratorio creativo. Ogni opera è dotata di collegamenti per poter essere vista dal vivo, visitata in una galleria 3D (qui al link si può visitarla) e analizzata attraverso realtà aumentata, con strumenti realizzati insieme a E-Muse. L’obiettivo è sviluppare la visual literacy, ossia la capacità di interpretare criticamente le immagini e trarne significati complessi. In un mondo dominato dalla comunicazione visiva, questa competenza non è un lusso culturale: è una forma di cittadinanza consapevole.

Il terzo asse del progetto riguarda la promozione della lettura: un’attività che da sempre crea relazione, discussione, appartenenza. Il BCC Book Club, guidato da Massimo Cuomo, è nato nel 2018 come proposta rivolta ai dipendenti del gruppo, ma è cresciuto fino a coinvolgere soci, clienti e cittadini, attraverso una rete di oltre 50 librerie su tutto il territorio nazionale. Il tema scelto per il percorso 2026 è Nascere. È una parola che porta con sé l’idea di futuro, possibilità, trasformazione. Ogni libreria individuerà un libro legato al tema e costruirà intorno ad esso un programma di incontri, reading e momenti di confronto.

Le banche acquisteranno i volumi per metterli a disposizione dei lettori: un gesto semplice che ribadisce un principio culturale forte, quello della condivisione.

Chiara Calore

Una nuova geografia per l’arte italiana

Ci vorrà tempo per valutare gli effetti di questa scommessa. Ma alcuni risultati sono già evidenti: gli artisti ritrovano un punto di partenza, le comunità riscoprono un ruolo attivo nel sostegno alla cultura, le scuole innovano i modi di insegnare e apprendere, le librerie diventano ancora una volta luoghi di relazione. E, parallelamente, grazie al catalogo L’Arte dei Territori. Lavori e capolavori della maestria italiana nelle collezioni delle Banche di Credito Cooperativo” – nella sua edizione ampliata, sempre a cura di Biasini Selvaggi, torna visibile un patrimonio storico-artistico diffuso che troppo spesso era rimasto ai margini dello sguardo pubblico.

La natura cooperativa delle BCC, fatta di prossimità, ascolto e investimento nel lungo periodo, si trasferisce così dalla dimensione economica a quella culturale, provando a riscrivere le geografie dell’antico e del contemporaneo e mettendole in dialogo. Dove prima c’erano solo uffici e contabilità, ora possono nascere visioni, relazioni, immaginazione. È un modo per dire, a chi cresce oggi in Italia, che non tutto è già stato costruito: c’è ancora molto da creare…e da abitare.

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