Studio Visit chiuse causa Covid ma Centrale Fies continua a girare

di - 2 Novembre 2020

In attesa del nuovo DPCM, che con ogni probabilità decreterà la chiusura dei musei, come annunciato ieri sera dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, in direttissima a Che Tempo che Fa, il mondo dell’arte e della cultura non può comunque fare a meno di girare. Un segnale di continuità e di resistenza, anche dovendo rinunciare dolorosamente al momento di display pubblico, lo esprime Centrale Fies che prosegue nell’attività di supporto dei suoi artisti, a maggior ragione in questo periodo di continuo mutamento, in cui tanto più essenziale dovrebbe essere l’apporto della cultura e dell’immaginazione, per far respirare il pensiero.

Thais Di Marco e Harilay Rabenjamina, coinvolti come fellow artist nell’ambito della ottava edizione di Live Works, la piattaforma di confronto e produzione di Centrale Fies dedicata ai linguaggi della performance, avrebbero dovuto presentare le proprie ricerche pochi giorni fa, nel corso di una studio visit. Purtroppo, a causa delle restrizioni dovute all’aumento dei contagi da Covid-19, l’incontro non si è potuto tenere pubblicamente ma Di Marco e Rabenjamina stanno continuando a lavorare ai propri progetti.

Realizzato con il contributo dell’Institut Français Italia, in collaborazione con Francia in Scena e con il sostegno di Hydro Dolomiti Energia, Live Works è un progetto di Centrale Fies art work space, a cura di Barbara Boninsegna e Simone Frangi e con Krystel Khoury come mentor per il 2020. Il programma è stato concepito come un organismo in evoluzione e, nel corso degli ultimi mesi, ha assunto le forme di una scrittura comune, online e live, tra artiste, curatori, professioniste e spettatori della comunità dell’arte e dell’immaginazione.

Live Works vol.8, Guerrilha, Thais Di Marco, Foto Val Lima

Live Works: i due artisti delle studio visit di Centrale Fies

Dopo le studio visit di luglio, che hanno visto Göksu Kunak, Giulia Crispiani & Golrokh Nafisi sviluppare e mostrare al pubblico le loro ultime creazioni, Di Marco e Rabenjamina erano i protagonisti della seconda tornata di appuntamenti, che avrebbero dovuto tenersi il 30 ottobre. Sappiamo com’è andata a finire ma possiamo solo immaginare come si svilupperà la situazione. Nel frattempo, il lavoro continua.

Danzatrice, coreografa e attivista, Thais Di Marco è nata a San Paolo, e attualmente vive e lavora ad Amsterdam. Interessata alla riattivazione delle relazioni tra il Brasile e l’Africa, lungo la corrente dell’Oceano Atlantico, Di Marco ha lavorato per tre mesi in Benin, nell’ambito del progetto Gondwana Boom ed è coordinatrice del progetto Guerrilha Coreográfica, una piattaforma tentacolare di artisti e attivisti originari dell’America Latina. Da 12 anni si dedica a un lavoro artistico in continuo dialogo tra arti visive, performance e progetti sociali, accendendo di volta in volta il confronto atto anche a narrare un forte pensiero critico attraverso la sua arte.

Nato in Madagascar nel 1992 e trasferitosi in Francia, Harilay Rabenjamina lavora con diversi mezzi espressivi, dalla performance alla musica, fino all’immagine in movimento, per riflettere sul senso di appartenenza e sull’alienazione della società contemporanea. Che poi, queste esperienze, queste sensazioni, si possono davvero raccontare? Questa è la domanda, attualissima soprattutto alla luce degli eventi che ci coinvolgono in questi giorni, alla quale Rabenjamina tenta di rispondere con le sue opere.

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